RIFERIMENTO SUL CODICE DELLA PRIVACY: Tutti i nomi e i dati personali indicati nei testi sono stati pubblicati in corrispondenza con il Codice della Privacy, in particolare Art. 24 Lett. A, C; Art. 67 p.1 Lett. A; Art. 71 p.1 Lett.B; Art. 73 p.1 Lett. C, A, E - in quanto si tratta del materiale di rilevante interesse pubblico nell'ambito di violazione dei diritti e delle libertà fondamentali, anche quelli dei minori, nonché di riparazione degli errori e delle omissioni giudiziari

2 gennaio 2014

Istanza ai magistrati della corte di Cassazione di correggere falsità nella sentenza


In inserimento



36. Alcuni atti avuti dallo studio dell'avvocato Defilippi

Il 19/09/2013, con aiuto del mio ex coniuge, ho potuto avere alcuni atti dallo studio dell'avvocato Defilippi.



Lo studio dell'avvocato aveva affermato verbalmente che i magistrati della corte di Cassazione avrebbero negato la concessione del patrocinio gratuito però si rifiuta di fornire l'atto relativo di questo rifiuto e l'atto di opposizione a questo presunto rifiuto illegale. E' assai innaffidabile sto studio legale.

Invece, tra gli atti avuti, finalmente i verbali di testimonianza di due testimoni sentiti - del giornalista e del barista. 


Nessuno dei magistrati ha trascritto queste testimonianze nei testi delle loro sentenze, allo scopo di favoreggiare la mia controparte (sarebbe interessante di sapere in cambio di che cosa...).

Verbale dell'ascolto del giornalista:



Verbale dell'ascolto del barista:




12 aprile 2012

35. INTERVALLO 8 - Grazie all'alluvione è stato scoperto che le Paola Gargano e Fiorella Corso sono imprenditrici-padrone di un'azienda commerciale-istituto per i minori e che per loro i bambini in possesso sono la fonte di reddito


I giornali hanno reso pubblico che la Fiorella Corso e la Paola Gargano hanno mentito ai magistrati sulla propria identità professionale e sociale - non sono affatto "un'operatrice" e "un'autista" del comune di Sesta Godano ma padrone-gestrici di un'azienda imprenditoriale commerciale privata che riceve in affidamento dei minori i quali sono la fonte di guadagno e la merce dell'azienda! - Magistrati! a voi di provvedere ai sensi del codice penale in seguito alla notizia del reato di falso ideologico delle donne davanti alle Autorità Giudiziarie e per gli altri reati ravvisabili nelle menzogne!


In autunno del 2011, la parte meridionale della Liguria è stata colpita da alluvioni distruttivi. Il 2 ottobre 2011 il giornale "La Nazione" di La Spezia ha pubblicato l'articolo su queste due donne svelando che le stesse sono padrone di un'azienda imprenditoriale cooperativa privata che riceve in affidamento dei minori e non sono affatto "autista del comune di Sesta Godano" e "operatrice del comune di Sesta Godano"! Interrogate dal giudice Santarella e dal pubblico ministero nell'arco del processo al quale è dedicato questo blog, le donne hanno spudoratamente mentito, compiendo il reato di falso ideologico. Tanti di miei amici italiani hanno ritenuto tale comportamento come uno sputo di disprezzo e di denigrazione in faccia ai magistrati e a tutto il sistema giudiziario italiano.

Essendo cooperativa "Gulliver" l'azienda imprenditoriale, si tratta di utili e di compravendita - si chiede, cosa vendono le Gargano e Corso per avere profitti? Bambini a loro affidati e da loro rapiti? E' ovvio che le strutture per i minori non possono assolutamente essere aziende a scopo di lucro perché la merce sono bambini e la compravendita di esseri umani è proibita dalle leggi. O no? I bambini ormai sono la merce per la legge?

Perché le donne hanno mentito sulla loro identità sociale e professionale? Per nascondere dai magistrati che durante il reato di sequestro segregavano i miei figli all'interno della loro azienda in quanto in qualità di istituto-“casa-famiglia” ha attributi carcerari?

L'articolo rivela la storia professionale della Gargano prima di diventare la padrona dell'azienda: “nei suoi 48 anni ha fatto di tutto, anche il corriere dei gelati”, “il lavoro al supermercato non le dava quello che avrebbe voluto” (allora non era autista del comune di Sesta Godano ma una lavorante presso un supermercato?).
Nel breve articolo più volte si sottolinea la dipendenza patologica dal fumo e dalle sigarette: “...il cambio in una mano, la sigaretta nell'altra” (durante la guida del camion!), “Fumavamo tranquilli. A un certo punto ho visto un muro d'acqua che ci veniva incontro” (cosa fumavano per non accorgersi prima dell'arrivo dell'acqua? Mentre fumavano chi sorvegliava i bambini affidati?) Come educano i minori in loro possesso? Insegnandoli a fumare?
Com'è possibile che le persone senza neanche una breve laurea in educazione o pedagogia ottengono permessi per avvicinarsi ai minori e per aprire azienda imprenditoriale nella quale i minori sono la merce e la fonte di guadagno?

La giornalista racconta degli appalti che hanno avuto le imprenditrici: assistenza domiciliare di anziani e disabili, sostegno socio educativo ai minori, un nido a Sesta Godano, case famiglia per bambini e adolescenti in difficoltà.
I miei figli non erano in difficoltà e a loro la Gargano in 45 giorni ha causato duraturi danni psicologici: raccontando del sequestro vissuto nominavano la Gargano coi termine “mostro-nazista”, “babbione”, “scimmione”, “maccellaio, etc. - immaginiamoci gli effetti sui bambini in difficoltà!!! La psiche dei bambini sani riesce a digerire gli orrori però i bambini in difficoltà diventano mutilati per sempre – è triste però è così.

Ho potuto visionare la Gargano da vicino sull'udienza durante il suo interrogatorio, interrogata, la donna non capiva il significato di tante parole e le rifacevano domande usando parole più semplice e il linguaggio primitivo. Come si fa per comunicare con ritardati mentali. Le mie domande alla Gargano non sono state fatte perché ritenuta “diversamente abile” dall'avvocato assegnatomi e dai magistrati. I tribunali minorili e i magistrati civili ogni giorno allontanano bambini dai genitori ritardati mentali perché hanno spesso attacchi di violenza e di aggressività, spesso sono perversi e amorali e propensi ad atti di violenza sessuale orientata a soddisfare le voglie corporee su chiunque che capita. Strano, però in caso della Gargano nessuno si preoccupa del rischio che rappresenta la donna per i bambini, per rispondere alle domande è ritenuta “diversamente abile” e per avere in possesso-affidamento dei bambini va bene!

Dal racconto della giornalista si vede che i minori all'interno dell'azienda-comunità sono sottoposti al plagio del tipo settario: la giornalista ha scritto: "i ragazzi piangono la loro casa" – intendendo con la parola “casa” l'istituto commerciale distrutto dall'alluvione, mentre i minori non plagiati detenuti nelle comunità sognano di tornare in propria famiglia o di andare in una famiglia affidataria/adottiva anche quando la struttura di detenzione è molto bella - chi ha lavorato con bambini o chi conosce bambini detenuti negli istituti lo sa perfettamente, il fatto di rimpiangere la detenzione nell'istituto attesta il plagio avvenuto del tipo settario e la sottomissione alla manipolazione allo scopo di pronunciare le frasi richieste dalle padrone davanti al giornalista.
Per capire meglio il sistema di plagio settario guardate siti e materiali dedicati all'istituto Forteto in provincia di Firenze resi pubblici dalle vittime. Anche nel Forteto il plagio e le violenze sui bambini avvenivano col permesso del tribunale minorile locale, dei servizi sociali e dei politici anche di livello nazionale.

Guardate da vicino la donna che nel 2003 in unità con altri complici aveva rapito i miei figli e per 45 giorni li ha segregati e torturati, legandoli ai letti, termosifoni, tubi, pali, alberi e massacrandoli di botte e compiendo altre brutalità fisiche e psicologiche:



Chiedo a voi – italiani: ma com'è possibile che una persona del genere, che mostra la sintomatica notevole di un ritardo mentale di grado lieve al punto tale che non le vengono fatte domande al tribunale perché ritenuta incapace di capirle, già querelata per una serie di reati gravi e violenti contro l'infanzia, possa avere contatti coi bambini e addirittura averli in affidamento nella propria azienda!?
Immaginate un bambino in difficoltà che viene accudito male e maltrattato in propria famiglia e che al posto di essere aiutato viene sottomesso a questa donna che ha esperienza di vita di “corriere dei gelati” e di lavoratore generico presso supermercati!

Quando un genitore naturale ha un livello “culturale” simili a quelli della Gargano, il tribunale minorile gli allontana giustamente i figli per la pericolosità per gli stessi e per l'incapacità di svolgere il ruolo educativo. Per esempio, il giudice Cavatorta del tribunale minorile di Genova aveva prontamente provveduto a prelevare preventivamente e senza neanche attuare indagini la figlia appena nata dalla famiglia di Giovanni Maria L. e Sonia Cristina M. solo perché Sonia Cristina M. ha caratteristiche simili a Paola Gargano. Come mai il tribunale minorile di Genova ritene la Gargano un “fondamentale punto di riferimento” al posto di proibirle di avvicinarsi ai minori?
I genitori con sospetto di ritardo mentale vengono sottoposti alle durature perizie psichiatriche, che a volte durano per anni, con lo scopo di capire la loro capacità di educare e il grado della loro aggressività impulsiva. Qui invece niente! La Gargano, e neanche le sue colleghe/i di imprenditoria basata sull'uso dei minorenni come la fonte di lucro, sono stati sottoposti alle minuziose perizie psichiatriche di precauzione!

Analizzando la situazione con l'azienda-istituto, si può presumere che il ruolo della Gargano nella società imprenditoriale è di pura manovalanza di forza, compreso l'intimidazione e sottomissione di minorenni che si ribellano. I miei figli hanno raccontato che durante il sequestro le percosse avute dalla Gargano sono state particolarmente dolorose e strazianti. Gli altri carnefici erano meno imponenti fisicamente, meno spaventosi e meno forti.
Il gigante “dai pugni d'acciaio” con un pugno può “stendere” e uccidere anche un uomo adulto. Qualche pugno “alla leggera”, qualche stretta, qualche pizzicotto, qualche distorsione ad un arto, un schiaffone pesante una tonnellata che sposta il cervello nella testa ben presto fanno dai bambini schiavi fisici e psicologici...

Giornalisti! Perché non provvedete di tutelare i bambini dal gigante dai pugni d'acciaio? Rimanere indifferenti vi fa diventare complici. La vita è sorprendente, se rimanete indifferenti magari vostri figli o nipoti capiteranno sotto il raggio d'azione dei “giganti dai pugni d'acciaio” che usa tecniche di plagio settario per silenziare le vittime...

Qualche ora dopo la liberazione dal sequestro, i miei figli avevano testimoniato ad alcuni agenti di Polizia che le torture e maltrattamenti subiti dalle Miano/Gargano/Corso sono paragonabili con torture del “campo nazista come le fanno vedere nei film sui nazisti e su Hitler” (è l'espressione dei miei figli, non la mia). Come mai non vi interessate di cosa realmente accade nelle case-famiglia dietro alle porte chiuse?

Perché non indagate quali scambi di favore stanno dietro? In cambio di che cosa i magistrati hanno permesso a questa donna di avere in affidamento i minori? Perché è stato permesso di avvicinarsi ai minori alle persone non laureate in pedagogia-educazione e senza seria esperienza lavorativa? Perché non è stato ritirato il permesso di esercitare nell'ambito minorile dopo la mia querela per il sequestro dei minori?

L'articolo inizia con le parole che la Gargano ha la sigaretta in una mano - uguale come iniziano articoli su temi di devianza sociale: "...la sigaretta eternamente accesa in mano..." (da un articolo sul tema della prostituzione). Che tristezza!

Giornalisti! Perché non aiutate ai bambini in possesso di questa donna? Tranne voi nessuno li può aiutare – nella realtà di abuso delirante odierno solo giornalisti sembrano essere capaci di obbligare magistrati di osservare la legge e di tutelare l'infanzia così come lo prevede la legge. Immaginate vostri figli, fratelli e nipoti al posto dei bambini prelevati forzatamente dalle famiglie o rimasti senza famiglia e costretti alla detenzione negli istituti gestiti da “giganti dai pugni d'acciaio” e da persone senza un titolo di studio idoneo...

Articolo ritagliato

 Articolo copia per intero:
 

Parte superiore della pagina con articolo:

Come vedete, tramite il giornale i sequestratori di miei figli racimolano denaro per la loro attività imprenditoriale commerciale. Nel 2003, quando le Miano, Corso e Gargano avevano realizzato il reato di sequestro di miei figli, loro avevano preso con la forza e tramite maltrattamento (compiendo il reato di rapina secondo il Codice Penale) i vestiti di miei figli, i loro oggetti personali, i loro vestiti, i loro telefonini, i loro giocatoli e i loro soldini. Restituendo i bambini hanno omesso di restituire i loro beni, al posto dei vestiti normali, i miei figli avevano addosso vestiti sciupati di seconda mano e sandali di plastica. Alla giornalista hanno dichiarato che vorrebbero “un mestiere per donare” però nella vita reale rubano. Ai bambini che non possono difendersi.


Cara giornalista, magari può chiedere alle delinquenti di restituire ai miei figli ciò che hanno rubato nel 2003? visto che a loro piace “donare”... ormai in forma di denaro perché non esiste altro modo di giusta restituzione del rubato... Magari vuole promuovere la raccolta popolare per ricompensare una parte dei danni ai miei figli visto che la magistratura italiana fino ad oggi è vergognosamente fallita e i miei figli e tutta la mia famiglia vediamo con dolore l'impunità delle criminali?

* * *

Segue una mia lettera aperta alle Autorità Giudiziarie e ai giornali che ho inviato nello stato dello shock dopo avere letto l'articolo sopraddescritto. Ero veramente rabbrividita di vedere nella foto la Gargano "da vicino"... avendo problemi di vista e non vedendo bene a distanza superiore ai due metri, sull'udienza non ho potuto vedere in dettaglio questa donna... le foto fornite dai testimoni pubblicate all'inizio del blog non rendono tutto l'orrore... vedendola nelle foto del giornale, ho capito tutta la profondità del terrore che hanno vissuto i miei figli... i brutali pugni d'acciaio... le grosse dita corte capaci di stringere il collo fino al soffocare o trascinare per i capelli... robustezza spaventosa... cattiveria gelida negli occhi tondi vuoti... arma vivente senza lume della ragione pronta a compiere gli ordini di chi comanda senza pensare se ciò che fa sia una cosa buona o un nefando reato... Chi ha dato il comando a questa donna di partecipare nel reato di sequestro di miei figli? i magistrati omettono di dare le risposte... perché??? perché hanno dato loro il comando?

Ripeto, la lettera seguente è stata scritta immediatamente dopo avere letto l'articolo e visionato la Gargano "da vicino", per questo può sembrare ridicola, imperfetta e troppo piena di emozioni... E' piena di sbagli e imperfezioni grammaticali...cercate di capirmi immaginando i figli vostri al posto di miei figli... segregati e legati per 45 giorni... torturati con tecniche del plagio settario, intimiditi, minacciati di non raccontare niente di ciò che hanno visto e subito... Pensate comunque anche di altri bambini che sono stati costretti alle dipendenze di questa donna... Nella squallida realtà italiana può capitare anche ai vostri figli o nipoti - in particolare se sembrate di avere denaro per pagare i riscatti richiesti dai rapinatori!
L'alluvione e articoli giornalistici di La Nazione hanno aiutato a scoprire dove le criminali MIANO SILVIA, FIORELLA CORSO e PAOLA GARGANO nascondono i bambini da loro rapiti: nella cooperativa “Gulliver” di Borghetto Vara

(tutti i termini usati nel testo si basano sul dizionario della lingua italiana Zingarelli, tra cui delinquente o criminale è una persona che viola la legge, il traffico o la tratta dei bambini è qualsiasi spostamento degli stessi effettuato con violazione della legge)

Lettera aperta al procuratore generale della procura di La Spezia, ai pubblici ministeri della stessa procura, ai giudici per le indagini preliminari del tribunale di La Spezia, al tribunale minorile di Genova, al Ministero della Giustizia

Riferimento: reato di sequestro di persona con estorsione di denaro, di sottrazione di minori, di maltrattamenti di minori e gli altri reati collegati denunciati dalla famiglia di Olga Babenko dall'anno 2003

Premetto che sono una straniera, essendo laureata in managment aziendale, ero venuta in Italia anni fa con lo scopo di investimento imprenditoriale che avrebbe potuto contribuire allo sviluppo locale e che avrebbe potuto dare posti di lavoro anche a cittadini italiani. Non ho realizzato il mio progetto di investimento in quanto sono stata colpita dalla criminalità organizzata italiana, tra i reati subiti dalla criminalità ci sono l'occupazione violenta dell'abitazione da parte di criminali armati con rapina di tutti i beni e i documenti, e il reato di sequestro dei figli minori abbinato all'estorsione di 300 000 (trecento mila) in cambio della loro restituzione – il reato di sequestro di bambini è stato compiuto dalle Miano Silvia (assistente sociale del comune di Sesta Godano), Fiorella Corso (da quanto dichiarato dalla donna alle Autorità Giudiziarie, operatrice sociale del comune di Sesta Godano, però dagli articoli giornalistici emerge che è la padrone-gestrice dell'istituto “Gulliver”), e Paola Gargano (davanti alle Autorità Giudiziarie ha dichiarato di essere un'autista e ha nascosto di essere padrona e gestrice dell'istituto “Gulliver”).

Le donne hanno computo il reato di sequestro dei miei figli il 1/07/2003. La Miano è stata convocata di essere la “garante della civiltà dell'Italia” nel momento della liberazione di miei figli minorenni dall'arresto illegale, in quanto il giorno prima, il 30/06/2003, i bambini stati brutalmente arrestati dalla Polizia di Chiasso in base di un decreto diffuso in rete Internet non avente efficacia legale e non corrispondente ai requisiti previsti dai decreti, nel quale persino i nomi dei bambini da arrestare non corrispondevano ai nomi di miei figli (sic!). L'arresto illegale di miei figli ha provocato l'immediata indignazione della Comunità Europea, la ex presidente del tribunale minorile di Genova, Annamaria Faganelli, e il Ministero della Giustizia italiano confermavano telefonicamente davanti ai giornalisti e davanti alle Autorità Europee che l'arresto è illegale, che la Polizia ha abusato del potere, che il decreto illegale presente in rete internet è stato “uno sbaglio di un computer”, che il decreto è illegale e non può avere alcun efficacia legale ne non può essere eseguito, e che i bambini dovevano essere immediatamente liberati. La liberazione immediata non ha potuto avvenire in quanto, come dichiarato dalla Polizia italiana, non erano reperibili agenti che hanno arrestato i bambini e nessuno sapeva dove si trovavano gli agenti e i bambini, quindi, la consegna dei bambini è stata fissata per il mattino del giorno seguente. Proprio in questa occasione è stata convocata l'assistente sociale Miano con il ruolo di dimostrare ai giornalisti che l'Italia sarebbe un paese civile e che i bambini avrebbero subito avuto un'assistenza in seguito all'ingiustizia dell'arresto illegale e barbarico.

Il luogo di consegna era una stazione di Polizia. La Miano era arrivata sul luogo della consegna insieme alle sue amiche Fiorella Corso e Paola Gargano, che non erano state incaricate da nessuno e non avevano alcun diritto di essere presenti. Al posto di comportarsi civilmente, le donne hanno rapito i bambini nello stile di gangster, uscendo da una porta secondaria sul retro e fuggendo con una macchina con vetri specchiati, svergognando l'Italia al livello mondiale in quanto sul luogo erano presenti tanti giornalisti di tanti paesi che volevano fare reportage sulla consegna.

Partendo dalla stazione di Polizia dove doveva avvenire la consegna, le Miano, Corso e Gargano, in seguito alle urla dei bambini: “ecco il papà” - “ecco la mamma” - “fermate le macchina” - “voglio andare dalla mamma”, ecc., avevano fermato la macchina non lontano da me e dal padre dei bambini (stavamo aspettando davanti all'ingresso in attesa di essere invitati dentro), a distanza di una quindicina-ventina di metri, e hanno detto ai bambini: “Guardate come siete cattivi, bambini di merda, siete così cattivi che i vostri genitori non vi vogliono e non vi guardano neanche! Vedete che non vi salutano! Siete veri pezzi di merda...” (le imprecazioni e le bestemmie non le trascrivo, potete immaginarle da soli, il linguaggio delle donne è osceno, amorale e spudorato) – con tutto ciò che i vetri della macchina erano specchiati e nessuno poteva vedere cosa accadeva all'interno: le donne hanno cominciato ad attuare il plagio dei bambini – uguale come fanno tutti gli altri criminali rapinatori di bambini. Io e i miei familiari avevamo intravisto questa macchina, però non potevamo immaginare quello che accadeva al suo interno!

Mettendo il volume dello stereo al massimo, le donne hanno picchiato i nostri figli a sangue praticamente davanti a noi, nessuno dei presenti vedeva attraverso vetri specchiati e nessuno ha potuto intervenire per fermare il pestaggio sadico sanguinario, sentendo solo la musica ad altissimo volume rimanevamo ignoti di quello che stava accadendo dentro. Picchiando i bambini, le donne dicevano: “Guardate che i vostri genitori non vi aiutano, non vi vogliono bene, perché siete bambini cattivi, bambini di merda che non vi vuole nessuno, noi facciamo tutto quello che vogliamo e non vi aiuterà mai nessuno....”. Dopo la liberazione dal sequestro, i bambini hanno raccontato che tentavano di uscire dalla macchina però le porte erano bloccate e che le donne avevano attuato vere torture fisiche e psicologiche. Le botte della Gargano erano più brutali e più dolorose delle botte della Miano e della Corso, essendo al Gargano una donna molto robusta assomigliante a un uomo.

Dopo avere picchiato i bambini a sangue, le donne hanno portato loro fino ad un punto di smistamento a Voghera (dai racconti dei bambini pare che ci sia un vero covo per smistare bambini rapiti, in quanto vi hanno incontrato altri bambini che raccontavano di essere stati rapiti dalle loro famiglie e imprigionati), da dove sono stati trasportati in altro luogo. I spostamenti successivi avvenivano all'interno di un furgone senza finestre, i bambini erano tenuti legati. Durante i 45 giorni del sequestro, i bambini sono stati più volte spostati. Fino ad oggi, i magistrati italiani non mi hanno dato l'elenco e gli indirizzi dei luoghi dove si tenevano i miei figli durante il sequestro, fallendo nell'indagare e ridicolarizzando l'Italia al livello internazionale, in quanto si tratta della rapina e della tratta di bambini a mano di funzionari statali e parastatali e le indagini accurate sono d'obbligo.

Le Miano, Corso e Gargano hanno preso con uso della forza tutti i beni personali ai bambini: soldi, borse, telefonini, giochi, scarpe – TUTTO. Il che, ai sensi del Codice Penale, è il reato di rapina (procurazione del profitto sottraendo cose tramite violenza e minaccia – articolo 628 del Codice Penale). I magistrati fino ad oggi sono falliti nell'obbligare le criminali – Silvia Miano, Fiorella Corso, Paola Gargano – di restituire i beni rapiti o di ricompensare il loro valore, senza parlare della DOVUTA punizione penale.

I primi giorni della prigionia sono stati i più difficili per i miei figli: le criminali erano sicuri della loro impunità. Negli ultimi giorni, invece, le donne spalmavano bambini con delle creme che sciolgono lividi e non li picchiavano più, limitandosi solo dei maltrattamenti verbali. L'allora sindaco del comune di Sesta Godano – il Giorgio Traversone – si era unito a delinquere con loro e non collaborava con agenti di Polizia e con Carabinieri che seguivano il caso in seguito alla mia querela per il sequestro di persona, sottrazione dei minori, ecc., presentata immediatamente dopo la rapina dei bambini. Il sindaco attuale di Sesta Godano – tale Giovanni Lucchetti Morlani (o simile, non ricordo il nome) – sta coprendo il sindaco precedente, fino ad oggi ha omesso di fornire tutti gli atti del comune relativi al reato del sequestro dei bambini e alla partecipazione nel reati di dipendenti del comune, compreso il sindaco precedente e l'assistente sociale non laureata, la quale non dovrebbe affatto esercitare per mancanza di titoli di studio e per l'inclinazione di compiere reati brutali sui bambini e l'altissimo grado di disonestà in danno anche ai bilanci comunali.

Nel periodo iniziale della segregazione, le Miano, Corso e Gargano venivano in continuazione in prigionia dei bambini, in quanto avevano attuato il plagio del tipo settario esattamente come si descrive nei manuali informativi sulle sette, ripetendo all'infinito ai bambini che la loro famiglia non li vorrebbe più e che noi non chiamiamo né veniamo a vederli proprio perché non li vogliamo più, che nessuno li vuole bene, ecc., picchiandoli anche con tubi e con spranghe di ferro (al bambino più grande è stato danneggiato un disco della schiena durante un pestaggio con tubi di ferro). In vista delle visite quotidiane iniziali, si deduce che il luogo di prigionia iniziale non era lontano da Sesta Godano.
Dopo alcuni giorni di torture, ai bambini è stato ordinato di fare dichiarazioni che loro sarebbero di nazionalità russa (anche se non hanno neanche un parente russo!) davanti ad un uomo definito come “SECONDO PADRE” dei bambini. Dal racconto dei bambini si deduce che questo “secondo padre” aveva pagato per avere dei bambini russi in casa sua. I miei figli, ovviamente, hanno dichiarato al “secondo padre” di non essere affatto russi, di essere stati rapiti, gli hanno chiesto aiuto e di chiamare la Polizia o i Carabinieri, per il che sono stati nuovamente picchiati e maltrattati, lasciati legati in piccioli sgabuzzini bui per alcuni giorni.

Durante tutto il sequestro, i bambini si tenevano legati ai termosifoni, ai letti, agli alberi. Venivano spesso lasciati senza mangiare in quanto non eseguivano ordini delle carnefici. In tutti i luoghi della prigionia tutti i bambini presenti si tenevano in promiscuità con malati mentali adulti e con invalidi sulle sedie a rotelle – i luoghi di prigionia erano istituti – comunità – case famiglia. I bambini hanno più volte assistito alle scene di violenza estremamente crudeli dei padroni-gestori-operatori degli istituti di detenzione verso bambini, malati mentali, invalidi fisici, anziani, dopo la liberazione, per ben 4 anni, i bambini avevano il sonno disturbato e degli incubi notturni in seguito al vissuto durante il sequestro. Dopo la liberazione, i bambini hanno descritto agli agenti di Polizia che li hanno intervistati (registrando video) una donna robusta molto cattiva ed estremamente violenta, identificabile proprio in Paola Gargano.

Il 24/07/2003 la Miano e un'altra donna non ancora identificata mi hanno chiesto 300 000 (trecento mila) euro in cambio dei bambini, o 150 000 per uno solo, minacciando di uccidere i bambini in caso di mancato pagamento.
Il 23/07/2003, il tribunale minorile di Genova ha emesso un decreto, di nuovo illegale e irregolare, pieno di affermazioni deliranti indegni di un giudice e di un tribunale, non corrispondete alla legge italiana e non avente efficacia legale, facendo un'altra figura ridicola al livello internazionale. Il decreto nominava la Miano come affidataria dei bambini e le ordinava di garantire la mia presenza nel luogo di detenzione dei bambini, e di organizzare la partenza mia e dei bambini in un “rimpatrio” (la patria dei bambini è l'Italia, perciò non si capisce che cosa di preciso intendevano i magistrati-estensori). L'assistente sociale Miano si era agitata tanto in seguito a questo decreto, anche se questo non aveva efficacia legale, dando dei “traditori” ai magistrati estensori e dichiarando ufficialmente che anche loro sono complici del reato di sequestro di miei figli (le indagini degli anni successivi hanno confermato questa affermazione: il reato di sequestro di miei figli era preparato da lungo tempo, i criminali hanno tentato di tutto, anche di uccidermi con un mattone gettato sulla mia testa, di colpirmi con una puntura con dei farmaci paralizzanti, ecc., colpendo sempre altre persone in quanto non mi conoscevano e non riuscivano a riconoscermi quando arrivavo sul luogo del programmato delitto; anche il decreto illegale di arresto dei bambini era il frutto della corruzione).

La Miano si rifiutava di osservare questo decreto in faccia ai magistrati, si verificava un conflitto aperto tra i complici del reato.

Diverse trattative mercenari private hanno portato alla liberazione dei bambini, dopo 45 giorni di sequestro. Preciso che non ho mai avuto un processo, un'accusa e neanche un udienza al tribunale minorile. Idem i miei figli e gli altri familiari: nessun accusa contro nessuno, nessun processo. Alcuni magistrati genovesi hanno partecipato nel reato emettendo decreti illegali, del contenuto altamente delirante, violando le leggi italiane e svergognando l'Italia al livello internazionale facendo da conferma vivente alle parole di Berlusconi “magistrati italiani sono delinquenti”. Già dopo la liberazione dei bambini, i magistrati coinvolti hanno emesso alcuni decreti falsificati con retrodata, facendo fare all'Italia un'ennesima brutta figura nel mondo: i decreti falsificati non sono stati trasmessi per la notifica nelle data quando lo dovrebbero essere stati, e, ovviamente, non sono stati notificati alla mia famiglia.

Preciso anche che NESSUN assistente sociale aveva contatti con la mia famiglia, nessun assistente sociale sapeva dove e come viviamo, MAI abbiamo avuto una visita domiciliare o una contestazione. Negli 2002/2003 ho collaborato con l'istituto struttura protetta Centro Acquarone di Chiavari accettando in custodia temporanea alcuni dei bambini vi detenuti: il centro riteneva che io gestivo bambini meglio dei loro operatori e mi aveva chiesto di collaborare in vista di continui problemi gestionali interni. I magistrati coinvolti e le Miano, Corso e Gargano non sapevano neanche nomi dei bambini quando stavano preparando il reato di rapina dei bambini. Uno dei criminali partecipe del reato mi aveva confidato: “I Suoi figli sono molto belli, i fiori migliori vanno dati al Dio, quindi, i Suoi figli devono essere dati alla Chiesa”.

Comunque, le Miano, Corso e Gargano sono state obbligate a restituire i bambini rapiti. Preciso che non esisteva alcun decreto del tribunale per la consegna dei bambini, è stata un'azione del tutto selvaggia e non regolata. Le rapinatrici dei bambini si erano presentate nel luogo della consegna – una delle fermate dei bus della piazza della Vittoria di Genova (il luogo stabilito era non un ufficio pubblico ma la strada! a nulla servite le nostre proteste per fissare la consegna in un ufficio statale) – in un abbigliamento non consono al ruolo esercitato, svergognando nuovamente l'Italia al livello mondiale (sul posto erano presenti tanti giornalisti dei paesi diversi che li hanno ripresi). Come si è potuto vedere dai reportage giornalistici, nonostante il ruolo di pubblico ufficiale, la Miano aveva un abito corto da discoteca, da lei stessa definito come “cinese”, con spaccature fino alla biancheria intima, stretto aderente, del colore nero lucido con dei fiori rossi fuoco, scintillante nella luce del sole. La Corso era in una canottierina lunga da spiaggia del colore nero, non di prima freschezza, i giornalisti hanno messo sotto dubbio se aveva o meno del reggiseno sotto, i miei figli sostengono che no. La Gargano aveva qualcosa come una tutina da spiaggia corta, tipo pigiamino, del colore scuro. I bambini hanno anche raccontato che le donne puzzavano fortemente di sudore. Io non le ho viste, in quanto i bambini erano usciti da dietro dei pullman da soli e non accompagnati da nessuno: le rapinatrici li avevano abbondanti da soli in mezzo alle file di pullman. Come si riferisce dai reportage, le donne hanno minacciato alcuni giornalisti di non scrivere articoli, compiendo il reato di violenza privata contro i giornalisti. Tutti i giornalisti hanno fatto la stessa domanda: come è possibile che le donne così aggressive e così squilibrate possono lavorare a contatto con bambini?

Fino ad oggi la magistratura italiana è fallita nel compito di punire le criminali rapinatrici di miei figli e i loro complici. Non ho ancora avuto alcun resoconto delle indagini effettuate. Come pare, i magistrati fanno passare il tempo per procurare ai delinquenti l' impunità tramite il sistema di prescrizione di reati. Come mai lo fanno? Perché ricevano qualcosa in cambio dai criminali? Nessun magistrato insabbia volontariamente reato così odioso e nefando come sequestro di bambini ed estorsione di denaro. Cosa succede nella Procura di La Spezia? Come mai i criminali godono dell'impunità?
In un paese civilizzato le Miano, Corso, Gargano e i loro complici sarebbero già in carcere a scontare la giusta condanna e non avrebbero mai potuto aprire delle comunità per i minori.

Mentre i magistrati omettono di svolgere il proprio dovere, il giornale LA NAZIONE – QUOTIDIANO ONLINE, in alcuni articoli del 2/11/2001, e più precisamente quelli pubblicati sulla pagina 19, svela che la Paola Gargano e la Fiorella Corso sono padrone e fondatrici di un'impresa imprenditoriale, inquadrata come cooperativa, dove tengono “ragazzi disabili” e “bambini sfortunati”, per l'appunto istituto “Gulliver” e una serie di altri istituti.
La Gargano si descrive come GIGANTE BUONO, UNA DONNA D'ACCAIO, invece i miei figli hanno già testimoniato alle Autorità Giudiziarie che è UN GIGANTE CATTIVO E VIOLENTO, CHE PICCHIA CON PUGNI D'ACCACIO E TORTURA BAMBINI SENZA PIETà. Sia la Gargano sia la Corso sanno applicare le tecniche del plagio settario verso bambini (visto che le hanno usato su miei figli), perciò le loro vittime non parleranno mai degli abusi subiti nelle loro comunità, tra cui possibili violenze sessuali, e dimostreranno l'attaccamento morboso e sentimenti positivi verso i propri carnefici (guardasi testi scientifici sul plagio del tipo settario).

Nessuna di due è laureata e quindi, non è adatta professionalmente per lavorare con bambini e per gestire comunità.

Il tribunale per i minorenni è ben informato dei reati delle Corso/Gargano, come è possibile che gli istituti gestiti da queste donne diventano un “PUNTO DI RIFERIMENTO” per il tribunale dei minori? Da quando magistrati collaborano apertamente con delinquenti trafficanti dei bambini? Come mai il tribunale per i minorenni non ha provveduto a chiudere immediatamente le strutture gestite dalle donne in vista di mancata preparazione professionale e precedenti di rapina e tratta di minori?

Interrogate da un giudice nell'anno 2008, le Corso e la Gargano hanno nascosto dal giudice di essere padrone e gestrici delle comunità minorili, ovviamente per nascondere il grado di propria partecipazione nel reato, dichiarando falsamente di essere “un'operatrice del comune di Sesta Godano” e “una semplice autista del comune di Sesta Godano” (sic!).

Con la presente chiedo pubblicamente alle Autorità Giudiziarie coinvolte di rendere pubblicamente conto e di fornire le seguenti informazioni:

1. L'elenco degli indirizzi dei luoghi di prigionia e segregazione di miei figli durante il reato di sequestro organizzato e compiuto dall'assistente sociale del comune di Sesta Godano la Miano Silvia, e dalle complici Fiorella Corso e Paola Gargano – gestrici della cooperativa “Gulliver”; desidero sapere se i bambini sono stati imprigionati anche nelle strutture della cooperativa “Gulliver”; (vi ricordo che gli autori dei reati mentono ed è stato già provato che i bambini non si trovavano nei luoghi da loro indicati, quindi, chiedo di non ripetere le menzogne dei criminali ma di presentare dati concreti)

2. Il resoconto dettagliato di tutte le indagini effettuate per i reati da me denunciati, tra cui i reati compiuti dalle Corso e Gargano, con la spiegazione del perché fino ad oggi non sono state sentite persone informate sui fatti da me indicate, perché non sono state effettuate perquisizioni presso uffici dei funzionari statali coinvolti nei reati e perché alcuni dei criminali querelati sono stati interrogati in assenza di avvocato;

3. La spiegazione quando partirà il processo contro i criminali che avevano organizzato ed effettuato il sequestro di miei figli nel 2003? Come è possibile che dal 2003 fino ad oggi le Miano, Corso e Gargano non sono state ancora condannate per i reati nefandi e odiosi da loro compiuti? Cosa hanno avuto in cambio i magistrati coinvolti per procurare loro l'impunità: denaro? possibilità di violentare bambini negli istituti della cooperativa “Gulliver”?

4. La Gargano è una persona estremamente non colta (interrogata dal giudice, non sapeva significato della parola “identificare” e di tante altre parole), menzognera, aggressiva, impulsiva, con esplicita malcuranza nell'igiene personale, con dipendenza patologica dalle sigarette (guardi l'articolo della Nazione), – come è possibile che una persona del genere, con comportamenti paragonabili a sintomi di un disturbo mentale, possa avvicinare ai bambini?

5. Le Corso e Gargano presentano dei tratti caratteriali e la personalità, nonché il comportamento, in seguito ai quali ai genitori solitamente si allontanano i figli, - come è possibile che i bambini già allontanati dalle famiglie vengono a contatto con queste persone e si ritrovano in totale dipendenza da loro?

6. La Paola Gargano e la Fiorella Corso nell'anno 2003 sono stare regolarmente assunte dal comune di Sesta Godano, la prima come autista, e la seconda come operatrice sociale?

7. La Miano, la Corso e Gargano, e gli altri loro complici hanno possibilità di collaborare con trafficanti di bambini, offrendo la possibilità di nascondere i bambini dalle ricerche delle Autorità Giudiziarie presso istituti da loro gestiti – quali provvedimenti saranno adottati per impedire la tratta dei bambini presso le strutture della cooperativa “Gulliver”?

8. Dall'articolo giornalistico emerge che i bambini detenuti in cooperativa hanno paura patologica di distaccarsi dalla cooperativa da loro chiamata addirittura con la parola “casa” (“Quando ho detto ai ragazzi che avrebbero lasciato la loro casa, molti hanno pianto”) - il che attesta dinamiche del tipo settario, in quanto i bambini non plagiati sognano di fuggire dalle comunità, di tornare a casa loro o di andare in affidamento o adozione. Possono questi bambini sperare di avere un'assistenza qualificata antiplagio dallo Stato?

9. Essendo la cooperativa “Gulliver” un'azienda imprenditoriale, dove trova il denaro per le spese della gestione e per pagare un abbondante “bouquet” di mutui? Scusate per la domanda: offrendo bambini a pedofili in cambio di pagamento? trafficando bambini? Essendo presente il passaggio di denaro e, come in ogni azienda imprenditoriale, si tratta di compravendita, la domanda: è normale che i bambini collocati nella cooperativa sono in ruolo della merce per la quale si paga?

10. Come mai sul territorio della provincia spezzina non esistono istituti - comunità statali per i bambini? Quanto tempo ancora i bambini del territorio dovranno subire pazzie e abusi di imprenditori privati non laureati con il passato travagliato e delinquenziale e il presente abbastanza ombroso?


Prevedo che non riceverò alcuna risposta o riceverò qualche risposta del contenuto delirante, come ben sapete, l'omissione della risposta da parte di un pubblico ufficiale è il reato di omissione di atti d'ufficio (l'articolo 328 del codice penale). Continuerete a ridicolarizzare e a disprezzare l'Italia omettendo di rispondere e di provvedere?


Dr. Olga Babenko

340 27 41 271 (solo il giovedì, 10.00 – 12.00 e 16.00-18.00, non si ricevono i messaggi)



Esperienza di volontariato nel settore della difesa dei diritti dei fanciulli dal 1979

34. L'avvocato Mario Scopesì è ignoto per la procura di Genova - Istanza al pubblico ministero di iscrivere lo Scopesi sul registro degli indagati

In quanto ho querelato l'avvocato Mario Scopesi per insulti che si è abbasato a scrivere e pronunciare nei miei confronti, dopo un po' di tempo ho chiesto informazioni alla procura sul procedimento/i. Sorpresa! lo Scopesi è sconosciuto e ignoto per il pubblico ministero responsabile del procedimento!

Ecco la mia istanza:

 Alla Procura di Genova

P.zza Portoria 1, 16121

tel. 010/5692808 - fax 010/584019
E-mail: procura.genova@giustizia.it
prot.procura.genova@giustiziacert.it

Alla C.A. del Dr. Grasso Vincenzo o

chi ne fa veci

Richiesta informazioni su procedimento/procedimenti aperti in base delle due

querele a carico dell'avvocato Mario Scopesi presentate il 14/01/2009

Olga Babenko

olgababenko@yahoo.it
olga.babenko@postacertificata.gov.it
Tel. 340 27 41 271
(L'abitazione familiare è occupata dai criminali, in attesa della liberazione
della stessa, non si ha altra reperibilità)

Io sottoscritta, Olga Babenko, nata il 27/06/1971 a Tallinn (Estonia), in

qualità della persona lesa dai reati dell'avvocato Mario Scopesi, nella data
del 14/01/2009 ho presentato due separate querele contro reati dell'avvocato:
la prima in seguito ad una lettera;
la seconda in seguito ad un “memoriale”.

Vorrei cortesemente conoscere il numero del procedimento o i numeri dei
procedimenti attribuito/i alle querele e il nome del Pubblico Ministero e del
Giudice per le Indagini Preliminari responsabili.

In fede,


Olga Babenko

Segue la risposta alla mia istanza: 

From: 
Sent: Wednesday, May 25, 2011 11:51 AM
Subject: Comunicazione
 
PROCURA DELLA REPUBBLICA DI GENOVA
Ufficio Registro Generale
 
Con riferimento alla sua richiesta inviata via posta elettronica si comunica che risultano le seguenti informazioni suscettibili di comunicazione:
 
- procedimento n. 2437/09/44 (IGNOTI) assegnato al Pubblico Ministero dr. Gatti Emilio - attualmente pendente al P.M..
 
Il Funzionario Giudiziario
  
 
Il 19/06/2011 ho presentato l'istanza al pubblico ministero Gatti Emilio con l'invito di osservare la legge, vediamo se lo Scopesi sarà regolarmente iscritto sul registro  o se il pubblico ministero continuerà a spacciarlo da ignoto: 
 

Il giorno 19/06/2011 alle ore 19:04:42 (+0200) il messaggio
"Al p.m. Emilio Gatti PROC. 2437/09/44 - ISTANZA PER TRASCIRZIONE DEL
QUERELATO SUL REGISTRO IN QUANTO NON E' AFFATTO IGNOTO E RICHIESTA DI
ASSEGNAZIONE DI AVVOCATO D'UFFICIO" proveniente da
"olga.babenko@postacertificata.gov.it"
ed indirizzato a:
"prot.procura.genova@giustiziacert.it"
e' stato consegnato nella casella di destinazione.
Identificativo messaggio:
2310F416.0000C916.A8DBEE55.A620476D.posta-certificata@cecpac.posteitalia
ne.it
 
 Alla procura di Genova

Al pubblico ministero sig. Emilio Gatti


P.zza Portoria 1, 16121

tel. 010/5692808 - fax 010/584019
E-mail: procura.genova@giustizia.it
prot.procura.genova@giustiziacert.it

Oggetto: Proc. 2437/09/44 in base delle due querele del 14/01/2009 contro

l'avvocato Mario Scopesi per reati di falso ideologico, ingiurie e diffamazioni
in atti giudiziari; e ingiurie, falso, diffamazione, violenza privata (minacce
di non chiedere più atti dal comune di Sesta Godano pena danni ingiusti) nel
testo di una lettera, i corpi di reato – un “memoriale” e una lettera

Olga Babenko,

Tel. (39) 340 27 41 271
E-mail: olgababenko@yahoo.it
E-mail governativa certificata: olga.babenko@postacertificata.gov.it
Domicilio legale e fiscale scelto presso il Prefetto di La Spezia nella data
del 10/10/2008;
Raccomandate e corrispondenza: concordare l'indirizzo per invio al nr. tel.
suindicato;
(L'abitazione familiare è occupata dai criminali, in attesa della liberazione
della stessa, non si ha altra reperibilità)

Richiesta di iscrivere l'avvocato MARIO SCOPESI del foro di Genova come

persona querelata, in quanto non è affatto una persona ignota ma nota e 
facilmente identificabile, e di inquadrare i reati dello stesso in
corrispondenza con il Codice Penale

Richiesta di assegnazione di un avvocato d'ufficio in vista di impossibilità

di trovare un avvocato per la gestione della pratica a causa delle questioni
corporativi (appartenenza all'Ordine degli Avvocati), per garantire il diritto
all'equo esame della causa in tempi ragionevoli previsto dall'art. 6 p.1 della
L. 848/1955 (CEDU)


Egregio sig.  Emilio Gatti,

Nella data del 25/05/2011 ho appreso dal funzionario giudiziario sig.
Roccatagliata Enrico che il procedimento in base della mia querela è stato
inquadrato come un procedimento contro ignoti, nonostante il querelato -
l'avvocato Mario Scopesi - è noto a Genova in quanto è iscritto all'ordine
degli avvocati e non è affatto un ignoto, e il nome dello stesso si indica
chiaramente nella querela e nel modulo di presentazione della querela da me
compilato.

I reati compiuti dall'avvocato sono evidenti e previsti dal codice penale come
reati. Sono ormai passati 2 anni senza che sia stata fissata un udienza, il
querelato fino ad oggi va spacciato da “ignoto” - tutto ciò è contrario ai
principi della L. 848/1955, in quanto mi vedo negare un giusto processo e mi
trovo indifesa davanti alle azioni criminali ripetute. Si potrebbe presumere
che tale trattamento pregiudizievole e discriminatorio nei miei confronti  si è
creato a causa di mancata assistenza di un avvocato,  per ciò chiedo di
assegnarmi un avvocato d'ufficio, in quanto nessun avvocato accetta pratiche
contro colleghi iscritti all'Ordine degli Avvocati, a causa delle regole
corporative interne dell'Ordine. Tale azione non è prevista dalle legge
italiana, però non è neanche proibita, e,  alla luce dei fatti, è
indispensabile per risolvere la situazione patologica e discriminatoria e per
garantire il diritto al giusto processo.

Con ossequi,

Olga Babenko

7 maggio 2011

33. Aggiornamento al 11/04/2012: dopo quasi un anno il predidente del tribunale di Genova non ha ancora risposto

Con grande delusione comunico che alla data del 11/04/2012, il presidente del tribunale di Genova non ha ancora riposto all'istanza presentatagli e non si è attivato per contrastare i reati dei giudici Santarella e Dagnino e non li ha obbligati di correggere le falsità e menzogne nei testi delle loro sentenze e di rendere le sentenze conformi ai requisiti di legge.

32. ATTO XXIII - RICHIESTA AL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI GENOVA DI SVOLGERE LA FUNZIONE DI CONTROLLO PER LA CORREZIONE DELLE SENTENZE

AL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI GENOVA

tribunale.genova@giustizia.it
prot.tribunale.genova@giustiziacert.it

Inviato Da: Babenko Olga olgababenko@yahoo.it; A:urp.genova@giustizia.it; tribunale.genova@giustizia.it
Sab 7 maggio 2011, 02:31:49

Olga Babenko
(0039)340 27 41 271

Richiesta di svolgere la funzione di controllo sulla correzione del falso ideologico, delle menzogne e fantasticherie personali, contrari alle prove acquisite, nei testi delle sentenze scritte dal giudice di pace Filippo Santarella e dal giudice monocratico Giuseppe Dagnino nelle sentenze del procedimento
Nr. 6403/03

Egregio Presidente del Tribunale,

Non so il Suo nome, in quanto è un dato segretato (l’URP del Vs tribunale mi ha negato di saperlo, senza fornire un logico e coerente motivo di tale segretazione).

Mi rivolgo a Lei, chiedendoLa di controllare la correzione del falso ideologico nei testi delle sentenze scritte dai giudici suindicati. I giudici hanno scritto il falso ideologico di propria invenzione, contrario alle prove acquisite nell’arco del processo, con lo scopo di favoreggiare la mia controparte e per sfogarte l’odio razziale nei miei confronti e per dare un esempio di odio contro stranieri onesti, da imitare, ai cittadini italiani.

Come può controllare, nei testi delle sentenze scritte dai giudici suindicati manca qualsiasi riferimento sulle prove acquisite in mio favore, in particolare, manca il riferimento alla testimonianza del Carabiniere (testimone del p.m. che ha testimoniato che non sono stata identificata e, quindi, sono estranea ai fatti), alla testimonianza in mio favore e a sfavore della mia controparte di un giornalista del “Secolo XIX” e di un barista (le loro testimonianze sono trascritte regolarmente nel verbale dell'udienza), e anche del mio ex coniuge. Manca qualsiasi accenno sulle prove fotografiche e documentali acquisite, sul fatto che la mia controparte si era rifiutata di presentare atti di proprio ufficio per provare l'asserito, compiendo il reato dell'art. 328 c.p.

I miei coimputati cittadini italiani (tutti a differenza da me identificati sul posto degli eventi) sono stati assolti grazie ai miei testimoni, però in nessuna delle due sentenze si indica che i testimoni erano miei e che in primis hanno testimoniato per me (sono stati scelti da me a caso da un elenco di nomi di persone identificate). Un mio testimone non è stato sentito in quanto è stato definito “sovrabbondante” in vista delle testimonianze assunte che dimostravano la mia buona fede e il reato di calunnia della mia controparte (ha aspettato 7 ore davanti alle porte per essere sentito).


Con ossequi,
Dr.ssa Olga Babenko
(3402741271, olgababenko@yahoo.it, domicilio legale e fiscale c/o Prefetto di La Spezia)

La richiesta ai giudici e alcuni atti, compreso sentenze e atti di prova, sono stati inviati tramite Posta Certificata Governativa:

Avviso di consegna tramite Posta Certificata governativa
Il giorno 07/05/2011 alle ore 01:45:08 (+0200) il messaggio
"PUBBLICA RICHIESTA AI GIUDICE FILIPPO SNATARELLA E GIUSEPPE DAGNINO DI CORREGGERE FALSITA' E MENZOGNE NELLE SENTENZE DEL PROCEDIMENTO N. 6403/03" proveniente da "
olga.babenko@postacertificata.gov.it" ed indirizzato a: "prot.tribunale.genova@giustiziacert.it"
e' stato consegnato nella casella di destinazione.
Identificativo messaggio: B844BF4B.00001AEB.C7B2D5FF.353EA4D5.posta-certificata@cecpac.posteitaliane.it

Ricevuta di accettazione di file con documenti tramite Posta Certificata governativa
Il giorno 07/05/2011 alle ore 01:51:18 (+0200) il messaggio
"Alcuni documenti in allegato alla pubblica richiesta ai giudici
Santarella e Dagnino di correggere il falso nelle sentenze" proveniente da "olga.babenko@postacertificata.gov.it"
ed indirizzato a:
prot.tribunale.genova@giustiziacert.it (posta certificata)
e' stato accettato dal sistema ed inoltrato.
Identificativo messaggio:

B8424030.00001AF0.C7B8F59F.912CE94A.posta-certificata@cecpac.posteitaliane.it

4 maggio 2011

31. ATTO XXII - PUBBLICA RICHIESTA AI GIUDICI SANTARELLA E DAGNINO DI CORREGGERE FALSITA' E MENZOGNE NELLE SENTENZE DEL PROCEDIMENTO N. 6403/03

Al giudice di pace dr. Filippo Santarella
gdp.genova@giustizia.it 

Al giudice monocratico dr.Giuseppe Dagnino
tribunale.genova@giustizia.it
prot.tribunale.genova@giustiziacert.it

Per conoscenza al Presidente del Tribunale di Genova
tribunale.genova@giustizia.it
prot.tribunale.genova@giustiziacert.it


Al giornale “Il Secolo XIX”
redazione@ilsecoloxix.it

Olga Babenko
(0039)340 27 41 271

Da: Babenko Olga olgababenko@yahoo.it; A:urp.genova@giustizia.it; gdp.genova@giustizia.it; tribunale.genova@giustizia.it  Sab 7 maggio 2011, 02:18:21



PUBBLICA RICHIESTA DI CORREGGERE FALSITA' E MENZOGNE NELLE SENTENZE DEL PROCEDIMENTO N. 6403/03

Egregi giudici,

Con grande tristezza ho potuto constatare che con il vostro comportamento e con le sentenze non corrispondenti ai requisiti della legge da voi emessi nell'arco del procedimento suindicato avete confermato la famosa dichiarazione di Berlusconi “I MAGISTRATI ITALIANI SONO CRIMINALI”. Avete omesso di indicare e di valutare nelle vostre sentenze le prove assunte in mio favore e a sfavore della mia controparte, tra cui la testimonianza di un Carabiniere, di un giornalista del giornale “Il Secolo XIX”, di un barista, una serie di fotografie e documenti. I testi delle vostre sentenze sono piene di denigrazioni ingiuriose e diffamanti nei confronti miei e della mia famiglia, di falso delirante e delle vostre menzogne personale contrari alle prove assunte.

Vi ricordo un po' del processo: le accuse sono partite dall'assistente sociale del comune di Sesta Godano di nome Silvia Miano, che esercita senza essere laureata mentre la legge prevede l'obbligatorietà della laurea, e di due sue dipendenti – l'operatrice sociale Fiorella Corso e l'autista Paola Gargano (entrambe non laureate). Il 1/07/2003 le donne hanno compiuto il reato di sequestro e di sottrazione di miei figli minori, la Miano aveva chiesto trecento mila euro per la loro restituzione. Il 10/08/2003 Autorità Giudiziarie Italiane ed Europei, che si occupavano del reato e della ricerca dei bambini, hanno obbligato criminali di restituire i bambini. I criminali hanno fissato la consegna in Piazza della Vittoria di Genova e non in un ufficio statale, agendo nello stile di veri gangster e non come dipendenti statali.
Non esisteva un punto preciso della consegna dei bambini, la zona della consegna era “la fermata di pullman” della Piazza Vittoria, che è lunga circa 40-50 metri, forse anche di più. E' un luogo storico di altissimo passaggio turistico e dei passeggeri di pullman e dei treni della stazione ferroviaria che si trova vicino. L'ora fissata per la consegna era 17.55. Era la seconda consegna pattuita, nessuno credeva che i criminali avrebbero consegnato bambini, in quanto nella prima occasione i bambini non sono stati restituiti, però per miracolo, i bambini sono stati restituiti. La mia famiglia era accompagnata da Carabinieri e Agenti della Polizia che si occupavano della situazione (in vista delle minacce, si temeva che i bambini avrebbero potuti essere uccisi o mutilati al pubblico, visto il luogo scelto dai criminali per la consegna). Sul luogo c'era una ventina di pullman e continuo via-vai di turisti e passeggeri. Alle 18.00 io e i miei familiari eravamo partiti dal posto della consegna, sul posto era rimasto solo il mio l'allora congiunge, anche lui calunniato e coimputato nel processo in questione, già assolto. I miei figli sono stati sentiti da un agente subito dopo la consegna.
Il sequestro dei bambini è stato seguito al livello internazionale, per ciò sul posto c'erano tanti politici, personalità e giornalisti, nonché cittadini curiosi.
Alle 17.55 i bambini erano apparsi da soli sul luogo, non accompagnati, uscendo da mezzo dei pullman. Secondo la ricostruzione fotografica e secondo la testimonianza dei bambini, la Miano era rimasta in mezzo ai pullman, mandando i bambini da soli sul posto della consegna, e le Corso e Gargano erano arrivati sul luogo prima, mescolandonsi tra altri cittadini. La prova fotografica attesta che nel momento di consegna le Corso e Gargano erano dietro alle spalle mie, nella direzione opposta da dove sono arrivati i bambini, e che la Miano non c'era con loro (= non erano arrivate insieme sul posto della consegna).
Io non conoscevo le Corso e la Gargano, e non sapevo chi fossero, le donne non si erano avvicinate, in quanto non mi conoscevano neanche loro e non sapevano chi fossi.
La Miano era arrivata sul posto della consegna dopo, alle 18.15 – 18.20 circa, forse anche più tardi, quando la mia famiglia non c'era più e la maggior parte delle persone era andata via. La Miano era accompagnata dai Carabinieri da lei chiamati e ha aggredito giornalisti e cittadini che ancora rimanevo sul posto, minacciando giornalisti di non scrivere articoli sulla consegna dei bambini (di fatto compiendo il reato di violenza privata). Le persone indicate dalla Miano con un dito sono state identificate e indicate nel verbale, il mio nome non c'è. Le persone sono state trattenute dai Carabinieri per più di un'ora, stando intorno alla macchina dei Carabinieri e formando in gruppo trattenuto forzatamente. Prima del fermo da parte dei Carabinieri, sul posto non c'erano gruppi di persone, il che si attesta dalle prove fotografiche.
Il giorno dopo la Miano e le sue dipendenti sono andati dai Carabinieri di Borghetto di Vara e hanno presentato la querela, accusando persone identificate e me, e calunniando tutti di averla insultato, cambiando la versione dei fatti detta ai Carabinieri di Genova il giorno prima.
La pubblico ministero responsabile per indagini, Sabrina Monteverde, ha omesso di indagare, per ciò non sono stati reperiti agenti di Polizia e Carabinieri che mi avevano accompagnato sul luogo di consegna; nessuno delle persone identificate è stato sentito. Il processo è iniziato nel 2007 senza alcun indagine fatta e senza sapere se la Miano è veramente vittima di ipotetici reati o delinquente-calunniatrice.

Nell'arco del processo il carabiniere che accompagnava la Miano ha testimoniato che io non sono stata identificata e di non avermi mai visto. La Miano dichiarava che tutte le persone che l'avrebbero insultata sono state identificate dal carabiniere-testimone – liberandomi da ogni responsabilità e da ogni accusa come persona estranea ai fatti.

Atri due testimoni sentiti, un giornalista del giornale “Il Secolo XIX” e un barista, dichiaravano esplicitamente che nessuno ha insultato nessuno sul luogo della consegna, che c'era l'atmosfera di festa per la liberazione dei bambini dalle mani dei criminali, che l'atmosfera si era deteriorata esclusivamente dopo l'arrivo della Miano accompagnata dai Carabinieri e il fermo per l'identificazione.

Le dipendenti della Miano, le Corso e Gargano, interrogate, dichiaravano di non ricordare se io avrei ingiuriato o no, nonostante la prova fotografica attesta che nel momento della consegna si trovavano dietro alle mie spalle a distanza di alcuni metri e hanno sentito ogni parola. Le Corso e Gargano entravano in contraddizione con la Miano e con il Carabiniere, evidenziando il reato di falso.

La Miano era entrata in contraddizione con sé stessa, con Carabiniere, con testimoni, con le sue dipendenti e con prove fotografiche e documentali. La Miano e il sindaco del comune di Sesta Sodano si erano rifiutati di presentare atti d'ufficio della Miano in conferma delle sue affermazioni menzognere, false, diffamatorie e deliranti contro al mia famiglia, il che equivale al reato dell'art. 328 c.p.. Il rifiuto di fornire atti d'ufficio in conferma del proprio dichiarato attesta esplicitamente menzogne e il reato di falso ideologico da parte della Miano. Il giudice Santarella ha omesso di richiedere forzatamente atti dal comune.

Il mio ex coniuge testimoniava esplicitamente che io non uso il linguaggio primitivo e volgare a me attribuito dalla Miano, visto anche che sono laureata e la Miano non lo è, e la conseguente differenza culturale e sociale.

La “ciliegina sulla torta” consiste nel fatto che la Miano ha dimenticato l'accusa a me attribuita – come potete rileggere nel verbale dell'interrogazione. Il che attesta che io non avevo mai detto la frase a me attribuita e la Miano, altrimenti l'avrebbe ricordato, e che non ha subito alcun danno.
Alla calunniatrice Miano non sono state chieste prove in conferma dei danni subiti, il rimborso danni le è stato regalato senza dovere di provarlo.

Nelle vostre sentenze avete dimenticato di indicare la testimonianza del Carabiniere in mio favore e contro la Miano e le sue dipendenti, la mia estraneità ai fatti, la testimonianza del giornalista del “Secolo XIX” in mio favore e contro la controparte, la testimonianza del barista in mio favore e contro la controparte, il fatto che il giornalista e barista erano testimoni miei, l'esistenza del testimone in mio favore non sentito per “sovrabbondanza delle prove”, la testimonianza del mio ex coniuge in mio favore, il rifiuto da parte vostra di sentire il Console Estone, le contraddizioni e contrasti tra Miano/Corso/Gargano e il Carabiniere-testimone, il rifiuto di fornire atti d'ufficio per provare proprie affermazioni da parte della Miano. Avete dimenticato di descrivere il luogo della consegna e il materiale di prova fotografica.


Qual'è il motivo di un tale vostro comportamento nei miei confronti? La mia controparte vi ha pagato o ricompensato in qualche altra maniera? Come mai avete discriminato il Carabiniere e il giornalista del “Secolo XIX” non trascrivendo le loro testimonianze in mio favore nelle vostre sentenze?

* * *

Con la presente vi invito pubblicamente di adempiere la legge italiana sui requisiti delle sentenze - art. 546 C.P.P., e di correggere le vostre sentenze piene di omissioni, falsità e vostre menzogne personali contrarie alle prove acquisite, e in particolare:

- chiedo di indicare le conclusioni mie – assoluzione per non aver commesso fatto con la condanna della controparte per la calunnia, che non avete indicato;
- chiedo di inserire nelle sentenze la concisa esposizione dei motivi di fatto e di diritto su cui la decisione è fondata, indicando le prove assunte che devono essere poste a base della decisione, tra cui testimonianze di Carabiniere, giornalista, barista, mio ex coniuge; la testimonianza scritta di miei figli, prove fotografiche e documentali: la piantina del posto della consegna dei minori, fotografie, articoli giornalistici, comunicati stampa delle associazione per la difesa dei diritti umani, la nota del Demanio che attesta che la mia abitazione non è stata mai sigillata o “presa” dal Demanio ma occupata dai delinquenti tramite reato di violazione del domicilio, la lettera del comune di Sesta Godano attestante che nella data del 10/08/2003 non avevo documenti personali, e quindi, non potevo viaggiare a attraversare frontiere; la documentazione del tribunale minorile di Genova attestante l'inesistenza dei decreti aventi efficacia legale; altri documenti prodotti;
- chiedo di valutare tutte le prove, tra cui le contraddizioni tra la mia controparte, il loro contrasto con testimonianza del Carabiniere e di altri testimoni; il fatto di dipendenza lavorativa delle Corso/Gargano dalla Miano e il rischio di perdere il lavoro in caso di disubbidienza agli ordini della stessa;
- chiedo di inserire nelle sentenze l'elenco delle contraddizioni della mia controparte e l'elenco di contrasti con la testimonianza del Carabiniere,
- chiedo di inserire nel testo delle sentenze il fatto che la mia controparte si era rifiutata di presentare atti di proprio ufficio per provare proprie affermazioni diffamatorie relativi alla mia famiglia;
- chiedo di specificare per quale ragione avete omesso di mettere la mia controparte (Miano/Corso/Gargano) a confronto in seguito alle contraddizioni importanti tra di loro durante l'interrogatorio;
- chiedo di inserire nel testo delle sentenze il fatto che le Miano/Corso/Gargano hanno cambiato la versione dei fatti per ben tre volte e hanno fatto dichiarazioni diverse ai Carabinieri di Genova, ai Carabinieri di Borghetto di Vara e durante l'interrogatorio sull'udienza.



Non perdo tempo per elencare tutte le vostre menzogne personali, contrari alle prove assunte, vi chiedo di correggerle in base di atti giudiziari. Prendete in attenzione che non mi avete mai chiesto quali sentimenti avevo nel momento di liberazione dei figli dal sequestro, però mi avete attribuito sentimenti che non avevo – attribuendomi esattamente quelli che aveva la Miano e le sue complici che perdevano il frutto di loro reati: i bambini rapiti e la possibilità di guadagnare sulla pelle dei bambini.



In particolare chiedo di indicare nel testo:
  1. Il fatto che la calunniatrice Miano ha dichiarato che tutte le persone che l'avrebbero ingiuriato sono state identificate, e il Carabiniere testimone ha testimoniato che io non sono stata identificata e di non avermi mai visto, attestando con ciò la mia totale estraneità ai fatti denunciati dalla Miano e l'infondatezza delle accuse;
  2. Il fatto che nessuno di miei molteplici familiari presenti nel momento della consegna è stato identificato; che nessuno dei genitori dei compagni scolastici di amici di miei figli è stato identificato;
  3. Il fatto che nel momento quando era arrivata la Miano sul luogo della consegna, circa 15-20 minuti dopo la consegna, agenti di polizia e carabinieri che lottavano per la liberazione dei bambini dalle mani dei sequestratori erano già andati via, come tante altre persone presenti nel momento della consegna;
  4. Il fatto che le dipendenti della Miano, già inattendibili come testimoni in quanto complici del reato di sequestro di miei figli e come dipendenti della Miano soggetti alle sue volontà, hanno dichiarato di NON RICORDARE se io avevo ingiuriato o meno, nonostante la prova fotografica attesta che nel momento della consegna si trovavano dietro alle mie spalle a distanza di alcuni metri; (Corso: “NON RICORDO SE LA BABENKO ABBIA INSULTATO LA MIANO”, “Non ricordo se la Miano abbia interloquito con chi scattava foto, non ricordo se è stata ingiuriata” ; “Ci sono state parolacce i insulti. NON RICORDO LE PAROLACCE. QUALCUNO HA INGIURIATO. NON RICORDO FRASI PRECISE”. Gargano: “IO CONOSCEVO LA SIGNORA BABENKO. NON RICORDO SE HA DETTO QUALCOSA. … LA SIGNORA BABENKO MI ERA STATA INDICATA COME LA MADRE DEI BAMBINI, PRIMA DEI FATTI AVEVO INCONTRATO SOLO IL SIG. MERCIER”
  5. Il fatto che il giornalista del “Secolo XIX” ha testimoniato in mio favore, dichiarando che io non ho insultato né ingiuriato nessuno nel momento della consegna dei figli;
  6. Il fatto che il barista ha testimoniato in mio favore, dichiarando che io non ho insultato né ingiuriato nessuno nel momento della consegna dei figli;
  7. Il fatto che il mio ex coniuge ha testimoniato che io non ho ingiuriato nessuno e che il linguaggio a me attribuito dalla Miano corrisponde al livello della cultura della Miano e non al mio livello di cultura; che non ho mai imprecato né usato linguaggio osceno – né prima del matrimonio né dopo;
  8. Il fatto che la parte calunniatrice non ha presentato nessun testimone e nessuna prova del proprio dichiarato, la Miano è sola che mi calunnia di avere pronunciato ingiurie, persino le sue dipendenti Corso e Gargano hanno dichiarato di non ricordare (contrariamente a quello che hanno dichiarato nella querela del 11/08/2003);
  9. Il fatto che la Miano ha dimenticato la frase a me attribuita e sulle domande insistenti della pubblico ministero: “Signora, ma lei ricorda almeno la frase attribuita alla sig.ra Babenko in capo di imputazione? La può dire, per cortesia?” ha risposto così: “RICORDO DELLA FRASE DELLA BABENKO CHE MI HA RIVOLTO DI CUI IN CAPO DI IMPUTAZIONE. L’ATRA DONNA PRESENTE E CHE è STATA IDENTIFICATA IN MIA PRESENZA HA DETTO “MALEDETTE, MALEDETTE”. RICORDO I NOMI, TUTTI FURONO IDENTIFICATI IN MIA PRESENZA(verbale pag.9). Neanche le Corso/Gargano ricordavano la frase da loro attribuitami nella querela;
  10. Il fatto che la prova fotografica attesta che nel momento della consegna la mia figlia mi era saltata in braccia e la abbracciavo e baciavo, e non “avevo preso bambino per la mano e ingiuriavo” - come aveva mentito la Miano;
  11. Il fatto che la prova fotografica attesta che le Miano/Corso/Gargano erano arrivate insieme solo fino alle file dei pullman, in mezzo alle file dei pullman si erano divise, nel momento della consegna la Miano non era insieme con le Corso/Gargano, e che, quindi, le donne non potevano essere insultate “tutte insieme e subito” in quanto arrivate sul posto della consegna in momenti diversi; su nessuna delle foto della consegna si vede la Miano, si vedono solo Corso e Gargano;
  12. Il fatto che io non conoscevo le Miano/Corso/Gargano e non ero in grado di riconoscerle, anche loro non conoscevano me e non erano in grado di riconoscermi; il fatto che la Miano non ha presentato atti di proprio ufficio per provare che poteva conoscermi; il fatto che il 29/05/2003 la Miano aveva organizzato un'aggressione su di me, colpendo un'altra donna al posto mio proprio perché non mi conosceva al punto tale di potermi riconoscere; (il mio figlio maggiore ha indicato nella sua testimonianza scritta che la Miano aveva detto anche a loro di non essere in grado di riconoscere me e il mio l'allora coniuge);
  13. Il fatto che i criminali hanno fissato la consegna dei bambini in un luogo pubblico movimentato e non in un ufficio dello Stato;
  14. Il fatto che il luogo di consegna era indefinito, lungo 40-50 metri, una fermata di pullman in Piazza della Vittoria, che sul luogo erano parcheggiati una ventina dei pullman in più file, che dividevano il centro della piazza dalle fermata sotto i portici; tanti pullman arrivavano e partivano in continuazione, vi era un fiume di passeggeri e turisti;
  15. Il fatto che non esistono decreti aventi efficacia legale del tribunale dei minori che potrebbero essere eseguiti, e che la Miano non era e non è affidataria di miei figli, ma sequestratrice, e che il prezzo di riscatto richiesto era trecento mila euro; (ho presentato prove documentali);
  16. Il fatto che da un lato della piazza si trova la Questura e non vi sono stati interventi a causa delle manifestazioni non autorizzate; che la prova fotografica attesta che sul luogo della consegna nel momento della consegna non c'era alcun tipo di manifestazione né persone coi cartelli, né “persone assiepate”, che il Carabiniere sentito non ha visto persone con cartelli; che la parte calunniatrice non ha presentato foto dei manifestanti né foto di cartelli né foto di “gruppo di persone”;
  17. Il fatto che la prova fotografica attesta che sul luogo di consegna erano presenti più donne, e la quantità non era due donne sole – come ha mentito la Miano - ma di più;
  18. Il fatto che la Miano non aveva mai effettuato una visita domiciliare alla mia famiglia, compiendo il reato di omissione di atti d'ufficio, e qualsiasi sua dichiarazione sul domicilio di mia famiglia è falso doloso, in particolare, non sono mai stata “ricoverata” in istituti, case-famiglia, case protette, e luoghi simili – di che ha dato testimonianza anche il mio ex coniuge (la testimonianza scritta è negli atti);
  19. Il fatto che la Miano e i suoi avvocati Mario Scopesi e Barbara Terragnia mi hanno coperto di nefandi insulti, ingiurie e diffamazioni non relativi alle questioni del procedimento senza presentare un documento di prova né testimoni; per esempio, la Terragna, dopo avere dichiarato il falso diffamante che io vivrei “con sussidi del comune di Sesta Godano”, si era rifiutata di presentare ricevute fiscali del ricevimento dei sussidi da parte mia;
  20. Il fatto che la mia abitazione familiare non è stata mai “sigillata” o “presa” dal Demanio – di che ho presentato come prova una lettera del Demanio allegata agli atti – ma è stata occupata dai criminali tramite il reato di violazione del domicilio nel periodo di una breve assenza di mia famiglia;
  21. Il fatto che le Miano/Corso/Gargano hanno cambiato la versione dei fatti per ben 3 (tre) volte, facendo affermazioni diverse il 10/08/2003, il 11/08/2003 e sull'udienza di interrogazione, compiendo il reato di false dichiarazioni alle A.G.;
  22. Il fatto che la Miano non ha presentato prove di avere subito danni, anzi la Miano non ricordava minimamente le frasi indicate nella querela del 11/08/2003;
  23. Il fatto che tutte le persone calunniate e i testimoni hanno dichiarato che avevano sentimenti di festa e di vincita del bene sul male, nessuno di loro aveva sentimenti di rabbia o era teso o agitato, che la situazione era diventata tesa solo dopo l'identificazione da parte dei Carabinieri e minacce della Miano rivolte ai giornalisti di non pubblicare articoli – quando la mia famiglia non si trovava più sul posto;
  24. I miei sentimenti erano: grande e profondo amore per i figli, gioia e felicità per la loro liberazione, mi sembrava di volare in cielo dalla gioia. I sentimenti di rabbia, di agitazione, di ira per avere perso il frutto di reati – i bambini sequestrati – erano sentimenti delle Miano, Corso e Gargano e non sentimenti miei o di membri della mia famiglia.
Vi invito di correggere le vostre sentenze, sperando in vostro buon senso e che potrò evitare di chiedere interventi delle Autorità Internazionali per convincervi di farlo.

In fede,
Olga Babenko

(Avviso di consegna tramite Posta Certificata governativa
Il giorno 07/05/2011 alle ore 01:45:08 (+0200) il messaggio
"PUBBLICA RICHIESTA AI GIUDICE FILIPPO SNATARELLA E GIUSEPPE DAGNINO DI CORREGGERE FALSITA' E MENZOGNE NELLE SENTENZE DEL PROCEDIMENTO N. 6403/03" proveniente da "
olga.babenko@postacertificata.gov.it" ed indirizzato a: "prot.tribunale.genova@giustiziacert.it"
e' stato consegnato nella casella di destinazione.
Identificativo messaggio: B844BF4B.00001AEB.C7B2D5FF.353EA4D5.posta-certificata@cecpac.posteitaliane.it

Ricevuta di accettazione
Il giorno 07/05/2011 alle ore 01:51:18 (+0200) il messaggio
"Alcuni documenti in allegato alla pubblica richiesta ai giudici
Santarella e Dagnino di correggere il falso nelle sentenze" proveniente da "olga.babenko@postacertificata.gov.it"
ed indirizzato a:
prot.tribunale.genova@giustiziacert.it (posta certificata)
e' stato accettato dal sistema ed inoltrato.
Identificativo messaggio: )