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BREVE DESCRIZIONE DEL CASO

PROCEDIMENTO: N.6403/03 Genova

USO DEI MATERIALI

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PARTE CALUNNIATRICE: l' assistente sociale Silvia Miano (Sesta Godano, La Spezia) non laureata mentre al legge prevede la laurea e due sue amiche, incaricate al pubblico servizio, Corso Fiorella e Paola Gargano, proprietarie di un'azienda commerciale che riceve in affidamento bambini certa "cooperativa Gulliver" - le quali nell'arco del procedimento hanno mentito ai magistrati di essere "operatrice sociale" e "autista" del comune di Sesta Godano, nascondendo il fatto di avere azienda commerciale del tipo carcerario, appunto casa famiglia – istituto, nella quale la fonte di reddito e la merce sono i bambini

TESTIMONI E PROVE DELLA PARTE CALLUNIATRICE: la parte calunniatrice non ha presentato né testimoni né alcun altro tipo di prova, nessun atto di proprio ufficio;

IMPUTATI - CALUNNIATI : la dr.ssa Olga Babenko, cittadina estone, l'unica estranea ai fatti in quanto non identificata dai Carabinieri nel luogo dei fatti perché assente nel momento quando sarebbero accaduti, e altre 5 persone, tutti cittadini italiani (tra cui l’ex coniuge della dr.ssa Babenko e altre persone sconosciute del tutto e conosciute poco) - tutti già assolti tranne la dr.ssa Babenko nonostante è l'unica estranea ai fatti
 
PARTE LESA DAI REATI DELLE CALUNNIATRICI SILVIA MIANO, FIORELLA CORSO E PAOLA GARGANO: la dr.ssa Olga Babenko e la sua famiglia, l'ex coniuge della dr.ssa Babenko, gli altri coimputati, i giornalisti rimanenti nel luogo dei fatti che sono stati aggrediti, identificati e minacciati di non scrivere articoli

PARTE LESA DAI REATI DEI MAGISTRATI PARTECIPI DEL PROCEDIMENTO IN QUESTIONE: la dr.ssa Olga Babenko e la sua famiglia (le calunnie, diffamazioni e falsità dei magistrati e la loro omissione di prendere in considerazione e valutare le testimonianze e le prove ledono l'onore di tutta la famiglia)

MAGISTRATI COINVOLTI CHE HANNO VIOLATO LA LEGGE E SONO GIA' STATI QUERELATI:
Filippo Santarella - giudice di pace, di Genova (falso ideologico nel testo della sentenza, omissione di descrivere le testimonianze e le prove assunte durante il procedimento e di valutarle – compreso l'omissione di trascrivere la testimonianza di un carabiniere assunta durante un'udienza, si presume che allo scopo di favoreggiamento della parte calunniatrice e per esprimere l'odio razziale);
Giuseppe Dagnino - giudice monocratico in funzione della corte d'appello, Genova (falso ideologico nel testo della sentenza – compreso l'omissione di trascrivere la testimonianza di un carabiniere assunta durante un'udienza, omissione di descrivere le testimonianze e le prove assunte durante il procedimento e di valutarle, si presume, allo scopo di favoreggiamento della parte calunniatrice e per esprimere l'odio razziale);
Sabrina Monteverde - pubblico ministero responsabile per indagini, Genova (omissione delle indagini - omissione di atti d'ufficio, omissione di identificare e sentire le persone presenti nel luogo dei fatti nei momenti diversi come agenti di Polizia e Carabinieri; omissione di verificare la verità delle dichiarazioni della parte calunniatrice, omissione di chiedere gli atti d'ufficio dalla parte calunniatrice; falso ideologico in atti, si presume, allo scopo di favoreggiamento della parte calunniatrice e per esprimere l'odio razziale);
Altri pubblici ministeri genovesi in via di definizione, sono già stati querelati come ignoti da identificare.


MAGISTRATI DELLA CORTE DI CASSAZIONE CHE HANNO VIOLATO LA LEGGE AI QUALI E' STATA INVIATA LA RICHIESTA DI OSSERVARE LA LEGGE E SI E' IN ATTESA DELLA RISPOSTA:
Giuliana Ferrua, Pietro Dubolino, Mario Rotella, Paolo Antonio Bruno, Maria Vessichelli, O. Cedraniolo (nel testo della sentenza si indica solo la "O" senza nome intero) - falso ideologico nel testo della sentenza, rifiuto di descrivere nel testo della sentenza le prove e le testimonianze assunte durante il procedimento e di valutarle – compresa la testimonianza di un carabiniere sentito, omissione di querelare i propri colleghi genovesi in seguito alle notizie dei reati avuti dagli atti del procedimento e della procedere con le querele contro la parte calunniatrice in base delle prove già assunte durante il procedimento per i reati di calunnia, falso ideologico ripetuto, rifiuto di atti d'ufficio, ecc.)



REATO ATTRIBUITO: ipotetiche e non provate ingiurie che, secondo la calunniatrice assistente sociale Silvia Miano del comune di Sesta Godano (La Spezia), non laureata, e due sue amiche Fiorella Corso e Paola Gargano partecipi del reato di calunnia, le attività precise delle quali non sono state ancora del tutto chiarite in quanto hanno dichiarato falso contrastante, imprenditrici-padrone dell'azienda commerciale privata - istituto per minorenni di nome "Gulliver", sarebbero state dette nel momento della liberazione dal sequestro e la restituzione dei figli della dr.ssa Babenko e del suo allora coniuge italiano, rapiti dalle calunniatrici suindicate nello stile dei gangster e con abuso di potere e della posizione sociale (reato di sequestro di persona con l'estorsione del denaro); si precisa che la liberazione dei bambini è avvenuta per strada in un luogo affollato di altro passaggio e non in un ufficio statale - per l'appunto con le modalità come fanno vedere nei film sui gangster. Le ipotetiche frasi "ingiuriose": “Ecco la venditrice dei bambini! Guardate com’è con la minigonna!” – attribuita alla dr.ssa Babenko (l'indicazione sulla minigonna si riferisce all'abbigliamento dell'assistente sociale Silvia Miano non laureata e vestita in modo mini-lucido-colorato-appariscente inadatto per avvicinarsi ai minori); “Vergognatevi”, “Maledette”, “Stupida, fai cose da stupida”, “Miss Pechino, hai violato la convenzione dei diritti del fanciullo” – attribuite agli altri coimputati). Si precisa che il reato di sequestro dei bambini è stato compiuto dalle Miano, Corso e Gargano nel 2003 e il sequestro è durato 45 giorni, il riscatto richiesto era di 300 000 (trecento mila) euro; i bambini sono stati liberati grazie agli interventi delle Forze dell'Ordine italiane ed Europee. La calunniatrice Silvia Miano nel momento preciso della consegna dei bambini non si trovava sul posto della consegna ma era rimasta nascosta in mezzo ai pullman parcheggiati in più file o da qualche altra parte ed era uscita dopo un po' di tempo – già dopo avvenuta consegna dei bambini e dopo la partenza della famiglia della dr.ssa Babenko dal luogo dei fatti; la Miano era accompagnata da alcuni carabinieri genovesi dalla stessa chiamati allo scopo di creare caos, intralciare la consegna e per intimidire i giornalisti a non pubblicare articoli. Prima dell'arrivo della Miano sul luogo dei fatti erano già andati via: la famiglia della dr.ssa Babenko (zii, nonni, cugini, ecc), i rappresentanti delle Autorità (per esempio, il Console Estone), i rappresentanti delle Forze dell'Ordine che si occupavano del reato di sequestro dei bambini ed erano presenti nel momento della consegna per garantire pubblica sicurezza, amici e compagni scolastici dei bambini, i rappresentanti di alcuni partiti politici.

Nessuno della famiglia della dr.ssa Babenko, ad eccezione dell'allora coniuge, né nessuno dei rappresentanti delle forze dell'Ordine presenti nel momento della consegna né il Console Estone sono stati identificati dai carabinieri genovesi nel luogo degli eventi, in quanto non presenti ai fatti.

La dr.ssa Babenko non è stata identificata in quanto non presente nel luogo dei fatti il che si attesta dal verbale dei carabinieri genovesi però in tutti gli atti e sentenze successivi è stato falsamente trascritto che la dr.ssa Babenko sarebbe stata presente e identificata.

Copia del verbale dei carabinieri dal quale si vede che la dr.ssa Babenko non è stata indicata dalla Silvia Miano a scopo di identificazione né identificata: 

Estratto della querela delle Silvia Miano, Fiorella Corso e Paola Gargano del 11/08/2003 con attribuzione delle accuse e con falsa dichiarazione che la dr.ssa Babenko sarebbe stata identificata dai carabinieri:



E' esplicito il reato di falso ideologico sull'identificazione della dr.ssa Babenko che non è stata identificata. Tutti i pubblici ministeri e i giudici avevano dovere di procedere contro le Miano e Corso per il reato di falso ideologico.

Invece il giorno prima, ai carabinieri genovesi, le Miano, Corso e Gargano avevano dichiarato che le frasi per loro ingiuriose sarebbero state quelle:



Reato di violenza privata contro i giornalisti (minacce di danni ingiusti in caso di pubblicazione di articoli):



Già i carabinieri indaganti dovevano inquadrare i reati di falso ideologico e di violenza privata contro giornalisti da parte delle Miano e Corso. Però hanno omesso di farlo.

Chi non sapesse, il Codice della Privacy permette di trattare i dati personali e sensibili quando si tratta delle notizie di rilevante interesse pubblico, La liberazione dei bambini dal sequestro è la notizia di assai rilevante interesse pubblico, visto che i gangster-rapinatori dei bambini erano assistente sociale pubblico ufficiale e altri pubblici ufficiali e incaricati al pubblico servizio.


PRECISAZIONE SULLA FRASE ATTRIBUITA ALLA DR.SSA BABENKO:
Prendendo in considerazione che l’assistente sociale Miano vendeva i bambini da lei rapiti alla famiglia d'origine a prezzo di 300 000 euro, compiendo le azioni consapevoli di vendita dei bambini e di estorsione del denaro, ed essendo quindi la venditrice dei bambini-merce, la stessa è veramente la venditrice dei bambini, e quindi, la frase attribuita alla dr.ssa Babenko non può essere inquadrata come ingiuria ma solo come la descrizione delle attività "lavorative" dell’assistente sociale (che è un pubblico ufficiale) e delle sue complici. La minigonna è stata dall'assistente sociale indossata con lo scopo preciso di mostrare le parti del corpo che di solito rimangono coperte a tutti gli uomini, le donne e i bambini (chi voleva attrarre la Miano dipende dal suo orientamento sessuale, la questione dell'orientamento sessuale della Miano non è stata approfondita nelle sedi processuali), per attrarli e per avere la loro valutazione. Il dizionario italiano non prevede una terminologia alternativa alle attività commerciali di chi vende bambini rapiti e la frase in sé non rappresenta reato.

TESTIMONI E PROVE DELLA DR.SSA BABENKO:

1. Un carabiniere già sentito sull'udienza che testimoniava che la dr.ssa Babenko non è stata identificata in quanto non indicata dalle calunniatrici nel luogo dei fatti e non presente nel luogo dei fatti;

2. Un altro carabiniere collega del primo presente ai fatti non ancora sentito;

3. Il verbale dei carabinieri attestante l'identificazione delle persone nei luogo dei fatti dal quale risulta chiaramente che la dr.ssa Babenko non è stata identificata in quanto non si trovava nel luogo dei fatti quando sono accaduti;
4. La dichiarazione della stessa calunniatrice Silvia Miano che tutte le persone che l'avrebbero insultata sono state identificate - il che prova che la dr.ssa Babenko non l'ha insultata in quanto non identificata;

5. Due testimoni sentiti in udienza: un giornalista e un proprietario di un bar scelti a caso dall'elenco delle persone identificate sul posto dai Carabinieri i quali testimoniavano che nel luogo dei fatti non ci sono stati insulti;
6. Un testimone presente occasionalmente ai fatti non identificato dai carabinieri, presente sull'udienza che però non è stato sentito in quanto ritenuto sovrabbondante a causa della testimonianza esaurente del carabiniere e di altri 2 testimoni suindicati sentiti;

7. Un testimone dei fatti non invitato per omissione del Pubblico Ministero e dell'avvocato assegnato d'ufficio - il Console Estone; la dr.ssa Babenko aveva richiesto di sentirlo in quanto figura istituzionale importante e testimone affidabile presente nel momento preciso della consegna dei bambini;

8. Una decina di rappresentanti di forze dell'Ordine tra Carabinieri e agenti di Polizia che seguivano il reato di sequestro dei bambini dall'inizio e che accompagnavano la famiglia della dr.ssa Babenko; non presenti ai fatti quando era arrivata la Miano accompagnata da altri carabinieri;

9. Fotografie della consegna dei bambini;

10. Planimetria del luogo della consegna dei bambini;
11. Alcuni atti provanti il reato duraturo e ripetuto di falso ideologico della parte calunniatrice e, di conseguenza, la sua inclinazione a delinquere;

12. Documentazione attestante l'inesistenza del processo presso un tribunale minorile e l'inesistenza dei decreti e/o provvedimenti aventi efficacia legale e che potrebbero essere eseguiti, prodotta a scopo di dimostrare che l'assistente sociale Miano non è mai stata affidataria dei minori e che ogni dichiarazione in tal senso è reato di falso ideologico doloso;

12. Istanze e richieste di atti al comune di Sesta Godano ai quali il comune non risponde compiendo il reato di rifiuto e omissione di atti d'ufficio.



TESTIMONI SENTITI NELLE UDIENZE: un carabiniere (invitato dal pubblico ministero e dalla dr.ssa Babenko), un giornalista del giornale "Il Secolo XIX", un proprietario di un bar - tutti hanno solidamente testimoniato contro le calunniatrici Miano / Corso / Gargano e in favore della dr.ssa Babenko. I magistrati si rifiutano dolosamente di trascrivere queste testimonianze nei testi delle loro sentenze nonostante il carabiniere è testimone del pubblico ministero;



TESTIMONI IMPORTANTI NON SENTITI: il Console d'Estonia e gli Agenti di Polizia e i Carabinieri che accompagnavano la famiglia della Dr.ssa Babenko nel momento della consegna dei bambini allo scopo di garantire l'ordine pubblico e l'incolumità ai minori, i quali erano andati via dal luogo della consegna insieme alla famiglia dopo che i bambini sono stati consegnati (altri due carabinieri testimoni erano arrivati sul posto della consegna insieme alla Miano quando questi testimoni erano già andati via);



PRIMA UDIENZA PRESSO IL GIUDICE DI PACE DI GENOVA DR. FILIPPO SANTARELLA

Tentativo di trattazione, la parte calunniatrice estorce il denaro e lettere delle scuse dalle persone calunniate, nonostante la legge prevede che il ritiro della querela deve essere incondizionato, il giudice omette di osservare la legge e non spiega alla parte calunniatrice che il ritiro deve essere incondizionato e non tramite l'estorsione di denaro. La parte calunniatrice si rifiuta di ritirare la querela gratis, pretendendo il denaro.



SECONDA UDIENZA PRESSO IL GIUDICE DI PACE DI GENOVA DR. FILIPPO SANTARELLA

Viene interrogata la parte calunniatrice - le Miano, Corso e Gargano - e sentito il testimone della dr.ssa Babenko e del pubblico ministero: un carabiniere.

La Miano entra in contraddizione e confusione tali che il giudice Santarella inizia a ridere, non riuscendo a trattenersi (la donna dichiara che sul posto della consegna c’era “una marea di persone coi cartelli, in questa marea di persone c'erano solo due donne”, poco dopo sostiene che “c’erano 4 o 6 persone”, poco dopo dice che “c’era una sola donna con un cartello”, e altro simile). La Miano non riesce a ricordare la frase attribuita alla dr.ssa Babenko, usa invece più volte imprecazioni del tipo “troia”, “faccia da troia”, mostrando l'inclinazione e dimestichezza con tale linguaggio. Il suo racconto è pieno di menzogne e falsità, la donna non presenta nessun atto di proprio ufficio per provare le proprie affermazioni, tra cui l’affermazione delirante e falsa di essere affidataria (sic!) dei minori e non criminale-rapinatrice, ed entra in contraddizione con prove fotografiche, con la propria querela, con le proprie complici del reato e con il carabiniere.



La Miano dichiara che tutte le persone che l'avrebbero insultato, sono state identificate dai carabinieri da lei chiamati, liberando con ciò la dr.ssa Babenko da ogni responsabilità, in quanto non identificata dai carabinieri e non presente sul posto nel momento dell’arrivo dell’assistente sociale (che è arrivata sul posto 15-30 minuti dopo la consegna dei bambini, quando la famiglia era già andata via).



Affermazioni della Miano sull'identificazione:





La signora Babenko era molto agitata, ha preso subito la bambina per mano, ha detto delle parolacce, il signor Mercier faceva di tutto per agitarla ancora di più, c'era un gran confusione, Mercier mi ha detto “Guardati – vergognati miss Pechino” reputasi del vestito che indossavo, la signora ci ha dato delle troie, Mericer si era rivolto a me con quella frase come se avessi un vestito poco consono. Io ricordo che c'era una signora con un cartello, che non era la Babenko, tra i 50 e i 60 anni che ci disse “Vaffanculo facce da troia” e disse qualche frase sul tribunale dei minori e del lavoro sporco che facciamo, le persone sono state identificate queste persone”.

Alla domanda della pubblico ministero “Mahh, ricorda almeno la frase attribuita alla signora Babenko in capo di imputazione, la può dire?”, la Miano aveva risposto così: “Ricordo la frase della Babenko che mi ha rivolto al cui al capo di imputazione, l'altra donna presente e che è stata identificata in mi presenza mi ha detto “Maledette, maledette”, ricordo i nomi , la signora si chiamava Anna, tutti furono identificati in mia presenza”.

Le coautrici della querela e calunniatici Corso e Gargano - sentite come testimoni di sé stesse, hanno fatto dichiarazioni contrarie a quelle della Miano, dichiarano di “non ricordare” se la dr.ssa Babenko aveva detto qualcosa o meno, mentre la prova fotografica attesta che le donne si trovavano dietro alle spalle della famiglia della dottoressa e hanno visto e sentito tutto, tra cui le parole d’amore verso figli. Anche le Corso e Gargano usano più volte imprecazioni “troia” e “faccia da troia”, senza avere un minimo di decoro e di buon costume, mostrando una dimestichezza all’uso delle imprecazioni e del linguaggio osceno, indegno per una donna.

Estratto dall'interrogazione della Corso:



Non ricordo se la Miano abbia interloquito con chi scattava foto, non ricordo se è stata ingiuriata. Non ricordo se Babenko abbia insultato la Miano ne ricordo se l'abbia fatto il Mercier. Quelli che ho visto erano tutti lì, non ho visto nessuno allontanarsi”.


Non ricordo frasi nei confronti delle istituzioni o del tribunale dei minori”.
Estratto dall'interrogazione della Gargano:



Io conoscevo la signora Babenko, non ricordo se ha detto qualcosa, riocordo le frasi ma non chi le ha pronunciate”.

La signora Babenko mi è stata indicata come la madre dei bambini, prima dei fatti avevo incontrato solo il sig. Mercier”.


Le calunniatrici erano entrate in contraddizione con le proprie affermazioni precedenti ai carabinieri di Genova e ai carabinieri di Borghetto di Vara, dimostrando di essere disoneste, bugiarde e di compiere il reato di falso ideologico e di falsa testimonianza davanti alle Autorità Giudiziarie.

Il carabiniere sentito ha testimoniato che le Miano/Corso/Gargano mentono e compiono reati di calunnia, diffamazione e falso ideologico, offrendo la versione dei fatti ben diversa. Il carabiniere ha testimoniato che la dr.ssa Babenko non è stata identificata e che non si trovava sul posto, essendo totalmente estranea ai fatti, di non averla mai visto, mentre le altre persone calunniate sono state identificate tutte.


Testimonianza del Carabiniere - testimone del Pubblico Ministero e della Dr.ssa Babenko - sul fatto di mancata identificazione della Dr.ssa Babenko, in quanto assente nel luogo dei fatti nel momento quando sono accaduti:


Non ricordo la Babenko. Non vedo nella mia relazione il nome della Babenko. Non la vedo.”
Una foto di prova:
 

La foto attesta che la Miano non era presente nel momento della consegna e non ha neanche visto com'è avvenuta la consegna in quanto la dr.ssa Babenko non “aveva preso la bambina per la mano” ma la teneva in braccio e la baciava, avendo al bocca addirittura occupata il che non le permetteva di comunicare a tanto meno di ingiuriare.



TERZA UDIENZA PRESSO IL GIUDICE DI PACE DI GENOVA DR. FILIPPO SANTARELLA

Vengono ascoltati la dr.ssa Babenko, il suo ex coniuge, alcuni degli coimputati, i testimoni della dr.ssa Babenko scelti a caso dall'elenco delle persone identificate dai Carabinieri nel luogo dei fatti: un giornalista e un proprietario di un bar. Il terzo testimone è mandato via senza essere sentito, in quanto ritenuto sovrabbondante viste tutte le prove già assunte per stabilire la verità dei fatti cioè in favore della dr.ssa Babenko: la testimonianza del carabiniere e le testimonianze del barista e del giornalista.

La dr.ssa Babenko presenta prove documentali dei reati della parte calunniatrice, compreso foto e testimonianze scritte, la planimetria del luogo della consegna, istanze e atti pertinenti alla situazione.

I testimoni testimoniano chiaramente che la parte calunniatrice ha mentito alle Autorità Giudiziarie, che la dr.ssa Babenko non ha pronunciato alcun tipo di ingiurie né prima della consegna dei minori né dopo; che nessuno aveva pronunciato ingiurie sul posto della consegna. Uno dei testimoni ha presentato foto da lui scattate nel luogo della consegna nel momento della consegna.

Estratto del verbale della testimonianza del giornalista:




Non ho sentito insultare nessuno,,, c'erano i genitori dei bambini, ho parlato con loro, erano tranquillissimi, non li ho sentiti insultare nessuno...


"Non ho sentito insulti né parolacce. All'inizio la situazione era tranquillamente, poi la situazione s'era scaldata con l'arrivo dei carabinieri...”

L'estratto della testimonianza del barista:




Ero intorno alloro. Non ho sentito ne Mercier ne Babenko ingiuriare le assistenti. I genitori erano concentrati sui bambini”.


L’ex coniuge della Dr.ssa Babenko, cittadino italiano, dichiarava inoltre che la stessa non ha mai usato linguaggio primitivo e osceno attribuitole sull'udienza dall’assistente sociale non laureata e dal livello di cultura assai non brillante e dalle sue compagne dello stesso livello culturale, né prima del matrimonio, né dopo (in vista che le donne – che lavorano coi bambini (!!!) - sparavano” imprecazioni oscene senza un minimo di pudore).



QUARTA UDIENZA PRESSO IL GIUDICE DI PACE DI GENOVA DR. FILIPPO SANTARELLA

Dibattimento. La pubblico ministero (il nome è in via di chiarimento) insulta la dr.ssa Babenko, fa un discorso pieno di falsità denigranti, diffamazioni e ingiurie contro la famiglia della dottoressa, esprimendo il proprio odio razziale verso gli stranieri di razza bianca e compiendo il reato doloso di falso ideologico e di favoreggiamento alla parte calunniatrice; non parla delle prove acquisite, dichiara che per lei l’assistente sociale era affidataria dei minori anche se non esiste un decreto previsto dalla legge e avente efficacia legale del tribunale dei minori. Anche l’avvocata della parte calunniatrice, Barbara Terragna, si abbassa ad insultare la dr.ssa Babenko, dandole “fannullona che non ha mai lavorato” (sic!) e affermando che la dottoressa ricevesse sussidi dal comune per vivere, senza presentare però una ricevuta di prova del proprio asserito, compiendo reati dolosi di ingiuria e falso ideologico. Alla fine parlano avvocati difensori dei calunniati, ricordando che la parte calunniatrice non ha presentato prove del proprio asserito, che il carabiniere ha testimoniato contro la parte calunniatrice e che due testimoni della dr.ssa Babenko hanno confermato la versione del carabiniere e della dr.ssa Babenko; è stato rilevato che la dr.ssa Babenko è estranea ai fatti in quanto non identificata dai carabinieri, mentre la parte calunniatrice ha affermato che tutti quelli che l'avrebbero insultato sono stati identificati.



SENTENZA DEL GIUDICE DI PACE DI GENOVA DR. FILIPPO SANTERELLA

Il giudice assolve l'ex coniuge della dr.ssa Babenko e un coimputato cittadino italiano per “mancanza di prova” (sic!) e condanna la dottoressa e altri 2 cittadini italiani, scrivendo nel testo della sentenza falso ideologico e menzogne, contrari alle prove acquisite, pur di favoreggiare la parte calunniatrice e per procurarle l’impunità per il reato di calunnia. Il giudice ha omesso di indicare che la dr.ssa Babenko è completamente estranea ai fatti secondo le testimonianze del carabiniere e della parte calunniatrice stessa, che in più ha due testimoni sentiti e un testimone mandato via senza essere sentito. La versione dei fatti della dr.ssa Babenko non si indica, come non si indicano i testimoni e le prove documentali, si trascrive falsamente solo la versione della parte calunniatrice, la parte calunniatrice si indica come affidataria dei minori, mentre non lo era; il giudice mente che le colleghe della parte calunniatrice avrebbero confermato la versione dei fatti della calunniatrice al posto di descrivere le contraddizioni. La sentenza viola l’art. 546 c.p.p (requisiti delle sentenze).



UDIENZA D’APPELLO DAVANTI AL GIUDICE MONOCRATICO GIUSEPPE DAGNINO, IN FUNZIONE DELLA CORTE D’APPELLO

L’udienza dura circa quaranta minuti, parlano solo avvocati. Si sottolinea l’estraneità della dr.ssa Babenko ai fatti in quanto non identificata dai carabinieri, la testimonianza a favore del carabiniere e di due testimoni sentiti, il cambio della versione dei fatti delle calunniatrici, le contraddizioni e il rifiuto di presentare atti d'ufficio della calunniatrice.

Il giudice Dagnino proclama innocenti due cittadini italiani e la dr.ssa Babenko la proclama colpevole, dando l’esempio dell’odio razziale e della persecuzione degli stranieri non delinquenti in Italia. La sentenza è piena del falso delirante, la versione della dottoressa non si indica, i suoi testimoni si indicano nelle righe dedicate ad un altro calunniato, si nasconde la testimonianza del carabiniere, non si spiega in quale maniera sono stati assolti cittadini non aventi testimoni e la dottoressa è stata condannata avendo ben 3 testimonianze di propria innocenza, tra cui quella del carabiniere! Anche questa sentenza non corrisponde ai requisiti previsti dalla legge per le sentenze, l’art. 546 c.p.p., anche il giudice Dagnino ha violato la legge e ha compiuto reato di omissione di atti d’ufficio, falso ideologico e favoreggiamento alla parte calunniatrice con lo scopo di procurare l’impunità per reati compiuti.


Inoltre, alla parte calunniatrice non è stato chiesto di provare il danno subito, mentre cittadini semplici non appartenenti alla casta dei favoreggiati-raccomandati hanno sempre il dovere di provare i danni subiti in tutti i processi. Come mai la Silvia Miano non è uguale agli altri cittadini e non deve provare danni subiti? Perché questa donna non deve essere trattata in misura uguale agli altri cittadini? Se la donna non ricorda di cosa aveva accusato/calunniato gli innocenti, di quali danni si può parlare?



In più, il giudice ha omesso di applicare le attenuanti, vista la nefandezza e odiosità dei reati compiuti dall’assistente sociale Miano: si tratta del sequestro di due bambini e dell’estorsione di 300 000 euro per la loro liberazione, la consegna dei bambini rapiti per strada in un luogo affollato nello stile dei gangster e non in un ufficio statale preposto per la difesa dei minori oppure in Ambasciata Estone o qualsiasi altro ufficio o struttura statale.



In più, non è stato preso in considerazione che la la Miano all'epoca vedeva i bambini ai genitori in cambio di 300 000 euro e, quindi, era proprio la venditrice dei bambini! Essendo la Miano un pubblico ufficiale, la frase si riferisce a come la stessa esercita il proprio mestiere.



UDIENZA ALLA CORTE DI CASSAZIONE (22/01/2010)

Giudici della corte di cassazione hanno rigettato il ricorso, omettendo di provvedere a garantire la trascrizione delle prove assunte e la loro valutazione, abbassandosi loro stessi a scrivere falsità ingiuriose contra la famiglia Babenko nel testo della loro sentenza, compiendo loro stessi il reato di omissione di atti d’ufficio, omissione della querela e di discriminazione razziale. Alla dr.ssa Babenko è stato negato l'avvocato d'ufficio previsto dalle leggi.

INVITO AI MAGISTRATI DELLA CASSAZIONE DI CORREGGERE LE FALSITA' IDEOLOGICHE NELLA LORO SENTENZA, DI TRASCRIVERE E VALUTARE LE PROVE E DI RENDERE LA SENTENZA CONFORME AI REQUISITI DI LEGGE

Il 19/12/2013 è stato inviata l'istanza ai magistrati estensori della sentenza e attualmente si attende la risposta.

INVITO AL PRESIDENTE DELLA CORTE DELLA CASSAZIONE DI FARE DA GARANTE DELLA CORREZIONE DELLA FALSITA' NELLA SENTENZA DELLA CASSAZIONE E PER L'ASSEGNAZION DELL'AVVOCATO D'UFFICIO

Il 6/02/2014 l'istanza è stata inviata al dr. Giorgio Santacroce – il presidente della corte di Cassazione.

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Come si vede, non solo la dottoressa Babenko ma anche il carabiniere-testimone e il giornalista-testimone sono stati discriminati e denigrati come cittadini, non essendo la loro testimonianza presa in considerazione alcuna e neanche indicata nei testi delle sentenze.

Cosa offre l'assistente sociale in cambio di tali favori? La possibilità di rapportarsi con i minori garantendo la privacy assoluta nell'azienda commerciale istituto casa-famiglia "Gulliver" gestito dalle sue complici? Chissà, chissà... ... ..

C’è da chiedersi, i magistrati stanno compiendo reati essendo corrotti dall’assistente sociale Miano Silvia, non laureata ed esercente il mestiere senza avere i requisiti previsti per la legge, o per motivi dell’odio razziale personale verso stranieri di razza nordica bianca??? I GIUDICI E I PUBBLICI MINISTERI DISONESTI COINVOLTI, A VOI LA RISPOSTA: PERCHÉ VIOLATE LA LEGGE!? SIETE STATI CORROTTI O SIETE PIENI DELL’ODIO RAZZISTA?

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Si precisa, che nel luogo della consegna dei bambini erano presenti rappresentanti delle Autorità Internazionali, e l’assistente sociale Silvia Miano, pubblico ufficiale, apparendo in un abito succinto stretto con spacchi nei quali si vedeva la parte superiore delle cosce (qualcuno dei testimoni affermava che si vedeva qualcosa di più), di colore nero lucido con fiori rosso-fuoco, che scintillava nella luce del sole, nel contesto relativo all'ambito dell'istituzione dei Servizi Sociali, ha umiliato l’Italia al livello internazionale, disprezzando i valori istituzionali e familiari italiani, senza parlare poi di buon costume in quanto tale abito è adatto solo alle discoteche e per le attività private a sfondo sessuale.



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Segue

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Dr.ssa Babenko: (0039) 340 27 41 271 - solo giovedì 10.00-12.00 e 16.00-18.00 (no SMS - no messaggi vocali); olgababenko@yahoo.it


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