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15 aprile 2009

INTERVALLO 4 - DESCRIZIONE DEL FALSO IDEOLOGICO E MENZOGNE SCRITTE DAL GIUDICE FILIPPO SANTARELLA NELLA SENTENZA


INTERVALLO 4 – DESCRIZIONE DEL FALSO IDEOLOGICO E MENZOGNE SCRITTE DAL GIUDICE FILIPPO SANTARELLA NELLA SENTENZA EMESSA IN NOME DELLA MIANO SILVIA E IN DANNO AL POPOLO ITALIANO E GIUSTIZIA

Nelle condizioni della testimoniazna esplicita in mio favore da parte del carabiniere e testimoni il giudicie doveva per forza compiere il reato di falso ideologico per accusarmi e per proclamarmi colpevole. Qua sotto segue l’estratto del falso del giudice, non pubblico le foto della sentenza in quanto contiene troppi dati personali altrui. Su richiesta, comunque, mostro tutta la documentazione.

Il decreto in questione contiene una serie di falso ideologico, in particolare:

1) "Provata la penale responsabilità degli imputati" (pag. 3)
2) "il tentativo della conciliazione falliva malgrado ci fosse la disponibilità della Miano a rimettere la querela e quella di alcuni imputati di accetare ciò, poerché la Babenko si rifiutava di risovere pacificamente la controversia" (pag. 4)
3) "A detta della Miano, la Babenko … disse delle parolacce tra cui "troia" – "ecco la venditrice dei bambini" (pag.4)
4) "L’appuntato dei CC testimoniava… in piazza della Vittoria dove c’erano più persone con due bambini" (pag.5)
5) "L’imputata Babenko testimoniava ricordando le precedenti vicende 2001, tra cui lo sfratto dalla casa demaniale, il ricovero in una struttura, il provvedimento di affidamento disposto dal tribunale dei minori dei due soui figli ed altre vicende culminate con la decisione del tribunale dei minori di Genova di restituire i minori alla madre, in preesenza del console estone, per il successivo rimpatrio in Estonia. Come convenuto con il console e le assistenti sociali, la consegna sarebbe avenuta in piazza della Viittoria alle 17.30" (pag.5)
6). "I bambini … l’hanno abbracciata" (pag.5)
7). "Tutto ciò premesso, è stato ampiamente testimoniato che dalle 17.00 alle 18.00 del giorno 10/08/2003, in piazza della Vittoria, una decina di persone svolse una mnaoifestazione di protesta contro il tribunale dei minori di Genova e contro assistenti sociali…" (pag.6)
8). "Era presente ai fatti il console dell’Estonia, il padre dei bambini Mercier ed alcuni loro amici quali l’ …, che fotografò il loro arrivo, il giornalista Galliani del Secolo XIX con il fotografo, …" (pag.6)
9) "All arrivo in piazza, …, come da accordi presi con la Babenko, in ottemperanza a quanto disposto dal tribunale dei minori di Genova, trovarono sul posto la Babenko, il Mercier, il console ed alcune persone che protestavano e le insultavano ad alta voce e tutti insieme, dicendo: "Eco la venditrice dei bambini – guardate la minigonna, miss Pechino – fate un lavoro sporco –hai violato i diritti dsei minori- vaffanculo andatevene via facce da troia- maledette, maledette" etcc." (pag. 6)
10) "La Babenko, foretemnte risentita per la sottrazione dei figli ed autrice di numeriose denunce nei confronti di rappresentanti pubblici e della Miano per asserita negata assitenza…"
11) "… è credibile che all’arrivo dei figli, nel prelevarli, abbia pronunciato, fra l’altro, la frase offensiva "Ecco al a venditrice dei bambini – vergognati – guardate com’è con la minigonna" (pag.6).
12) "L’assistente Gargano ricordava la frase pronunciata dalla Babenko alla Miano, che aveva un vestito cinese: "La troia di Pechino" (pag. 6)
13). "L’assistente Corso ricordava che erano state accolte dalla Babenko con: "Vergognatevi troie"
14) "La A… è stata facilmente identificabile perché trattasi di unica donna di 50/60 anni con un cartello" (pag.6)
15) " L’altra è la Babenko è conosciuta dalle assistenti sociali già da tempo. A detta della Miano questa disse: "maledette, maledette, faccie da troie" e le offese e le invettive furono confermate anche se in modo generico dalle altre due assistenti e dall’appuntato CC Costanza, che riferiva di avere ascoltato le seguenti frasi: "tornate a zappare la terra – voi del tribunale dei minori non averte modo di esistere -–siete delle rovina famiglie" (pag. 6-7).
16) "Il racconto dei fatti
fornito dalla Miano è credibile, puntuale e esaurente" (pag.7).

Altre dichiarazioni non vere:

- il mio ex marito si indica come ex convivente
- le Corso e Gargano si indicano come assitenti sociali mentre non lo sono, sono un’operatrice e un’autista, incaricati ad un pubblico servizio e non pubblici ufficiali
- che la Miano sarebbe affidataria di miei figli

Omissioni:

1. Nella sentenza non si indica che la Miano non ha presentato nessun documento del suo ufficio ne alcun decreto del tribunale dei minori per provare il proprio detto mentre il lavoro di un’assistente sociale si basa sulla formazione degli atti inziando dallo studio socio-economico della famiglia richiedente, visite domiciliari, e finendo con la redazione di un proggetto d’assistenza orientato alla risoluzione della situazione con offetta di più vie di risluzione possibili (art. 3,16 L. 328/2000).
2. Non si indica che la Miano, e nessun altro assistente sociale, non ha mai effettuato una visita domiciliare alla mia famiglia, e quindi, non poteva rilasciare alcun tipo di dichiarazione sul posto di abitazione della mia famiglia.
3. Non si indica che la Miano non ha mai effettuato uno studio della mia famiglia previsto dalle leggi, e quindi, tutte le sue dichiarazioni sul conto della mia famiglia sono bugie basate sulla fantasia malsana e il reato di falso ideologico.
4. Non si indica che ho contestato ogni parola della Miano presentando atti di prova e indicando le azioni da intraprendere per acquisire ulteriori prove indispensabili per stabilire la verità dei fatti (ho presentato una nota del Demanio attestante che il Demanio non ha mai preso l’immobile in possesso e non c’entra con l’occupazione dell’immobile tramite reato di violazione di domicilio e con il furto dei beni; una lettera del comune di Sesta Godano attestante che non avevo documenti personali il 10/08/2003, citazione con il difetto di nullità del tribunale dei minori e due decreti con difetto di nullità emmessi irregolarmente e illegalmente, non aventi efficaccia legale; richiesta atti presentata al tribunale dei minori; richieste atti presentati alla Miano Silvia e al comune di Sesta Godano; materiale fotografico attestante la consegna dei bambini e in particolare il fatto che non avevo preso la bambina per la mano ma l’avevo in braccio e la baciavo e che le Gargano e Corso erano arrivati sul posto della consegna prima e nel momento delal consegna si trovavano dietro alla mia famiglia – direzione opposta da dove sono arrivati bambini il che attesta che non erano arrivato sul posto contemporaneamente con la Miano; la piantina del posto e la dinamica degli eventi. Ho chiesto al giudice di porre le domande non fatte alla mia controparte e di richiedere gli atti dal comune di Sesta Godano e dal tribunale dei minori; due testi scitti dalal Miano con dichiarazioni diverse da quanto detto sull’udienza). Non si elencano le menzogne della Miano da me smontate tramite atti di prova.
5. Non si indica che il sindaco del comune di Sesta Godano ha omesso di presentare gli atti al giudice per l’udienza del 14/05/2008, richiesti ai sensi dell’art. 391 quanter C.P.P.) compiendo il reato di rifiuto di atti d’ufficio (art. 328 C.P.).
6. Non sono state indicate le contraddizioni nel racconto della Miano e il contrasto con dichiarazione delle sue dipendenti e del carabiniere.
7. Non si indica che al carabiniere non sono state fatte le domande indispensabili per capire la verità dei fatti, per capire se ha assistito a qualcosa o se il verbale è stato scritto esclusivamente dalle parole della Miano, se ha visto bambini sul posto. La testimone Corso ha dichiarato di non avere sentito le frasi contro il tribunale dei minori, il che potrebbe confermare che il verbale è stato scritto solo dalle parole della Miano.
8. Non si indica la mia versione dei fatti.
9. Non si indica la testimoniazna del carabiniere nel mio favore (che non sono stata identificata) e che questa testimoniazna del carabinieri ha evidenziato che la Miano dichiara dolosamente il falso sul fatto di mia identificazione essendo consapevole che io non sono stata identificata.
10. Non si elencano le contrassiozi tra Le Miano, Corso, Gargano e il loro contrasto con quanto dichiarato dal carabiniere.
11. Non is indica che il carabiniere non ha sentito imprecazioni e parolacce a differenza da quanto dichiarato dalla Miano.
12. Non si indica che io non facevo parte del gruppo di persone accusate.
13. Non si indica che nessuno di miei parenti e amici presenti sul posto è stato identificato, che sono state identificate solo persone estranei alla mia famiglia.
14. Non si indica che le Corso e Gargano hanno dichiarato di "non ricordare" se avevo detto qualcosa o meno nonostante nel momento della consegna si trovavano dietro alle mie spalle (la prova delal foto) e hanno perfettamente sentito tutto quello che avevo detto, tra cui le parole d’amore verso figli.
15. Non si indica che dalle foto si vede che le Corso e Gargano nel momento delal consegna si trovavano dietro alle spalle di mia famiglia – nella direzione opposta da dove sono arrivati i bambini e che quindi le donne non erano arrivate contemporaneamente sul posto della consegna ma in momenti separati. Le donne erano arrivate insieme solo fino alle file dei bus parcheggiati che separavano il posto della consegna dalla piazza della Vittoria.
16. Non si indica che a causa di scarsa conoscenza e mancanza dei contatti io non ero in grado di riconoscere la Miano e viceversa, infatti dai racconti delle persone identificate sembra che la Miano ha scambiato sig.ra A.A. con me.
17. Non si indica che due miei testimoni hanno esplicitamente testimoniato contro la Miano, contestando il reato di calunnia e falso ideologico della donna, in particolare, che io non ero affatto agitata, che non avevo detto alcun tipo di parolacce e/o imprecazioni, che nessuno delle persone presenti aveva pronunciato insulti, che non esisteva "una marea di persone coi cartelli" ne una donna sola con un cartello. Non si indic che lio ex marito hja testimoniato che io non ho mai usato nella mia vita il linguaggio volgare da bassifondi e imprecazioni usati dalla Miano e sue colleghe.
18. Non si indica che il mio terzo testimone è stato ritenuto sovrabbondante e non è stato sentito, in quanto la testimoniazna di primi due è stata ritenuta valida, esaurente ed affidabile.
19. Non si indica che la Miano stessa ha affermato che tutte le persone che l’avrebbero insultato sono stati identificati mente io non lo sono stata e quindi non insultavo.
20. Non si indica il rapporto di dipendenza lavorativa dalla Miano delle Corso e Gargano e il fatto che essendo nelle dipendenze della Miano rischiano avere problemi al lavoro o addirittura di perderlo in caso di azioni contrarie all’interesse della Miano. Non è stato valutato il fatto che le Corso e Gargano hanno ritirato la querela.
21. Non si indica che le Miano, Corso e Gargano hanno cambiato la loro versione dei fatti, rilasciando dichiarazioni diverse ai carabinieri di Genova, ai carabinieri di Borghetto e sull’udienza, cioè nei momenti diversi del tempo.
22. Non si indica che gli avvocati della Miano Scopesi Mario e Barbara Terraglia mi hanno insultato sulle udienze oltrepassando il limitre del decoro professionale e di buon costume.
23. Non i indica che la Miano Silvia non è laureata mentre la legge italiana prevede che un assistente sociale deve essere laureato (D.M. 23/7/93) e quindi la Miano svolge il mestiere abusivamente e non è in grado di svolgere per la mancanza di un percorso di studio adeguato (lo stile ludico dello scrivere e il linguaggio gergonale-idiomatico usato per documenti ufficiali si evidenziano da una lettera della Miano alla giudice Giuliana Tondina dell’agosto 2002, allegata agli atti).

Discriminazione razziale e istigazione all’odio razziale

Come si vede dal testo delal sentenza alla Miano si dedicano 32 righe di testo piene di falso ideologico non conferato dalle prove e delle dichiarazioni denigranti e offensive nei confronti della mia famiglia. Sull’udienza ho contestato ogni frase della Miano (in quanto non ha detto nulla di vero, mentendo patologicamente anche quando non ce ne era bisogno), presentando la mia versione dei fatti del tutto contraria addibita dalle prove documentali e delle indicazioni per assunzione delle ulteriori prove. Il giudice aveva il dovere di indicare la mia versione dei fatti, invece sul posto della versione mia ha indicato la versione della Miano (!) – il che è un atto disonesto e altamente discriminatorio, è una totale mancanza di rispetto nei miei confronti.
A me si dedicano solo 14 righe, nelle quale non si indica la mia versione dei fatti e non si indica che mi sono dichiarata innocente in quanto estranea ai fatti (non identificata dai carabinieri) e calunniata e offesa dal comportamento della Miano e delle falsità dette nei confronti miei e della mia famiglia, del linguaggio di bassifondi italiani al livello di una persona non laureata (come lo è la Miano) a me attribuito.
Un tale trattamento nei miei cofnrotni attesta che il giudice istiga gli italiani ad odiare gli stranire e ne da l’esempio esplicito.

Specificazione dei fatti:

1) "Provata la penale responsabilità degli imputati" (pag. 3)
In realtà è stata provata la mia totale estraneità ai fatti tramite testimonianza del carabiniere, dei testimoni e dalla parte calunniatrice stessa (il carabiniere testimoniava che non sono stata indicata dalla Miano e identificata, che non appartenevo al gruppo di persone accusate; la Miano stessa dichiarava che tutti quelli che avrebbero insultato sono stati identificati – è io non lo ero; 2 testimoni a carico dichiaravano di non ricordare se avevo detto qualcosa o meno anche se si trovavano non lontano dietro alle mie spalle nel momento di consegna e hanno visto e sentito tutto, in particolare le parole d’amore verso bambini; la Corso diceva anche di non ricordare se la Miano è stata insultata; 2 testimoni a discarica hanno esplicitamente testimoniato che io non ho insultato nessuno e non ero agitata e che nessuno ha insultato nessuno sul posto della consegna, che c’era l’atmosfera di festa per l’arrivo dei bambini e che l’atmosfera si era deteriorata solo quando era arrivata la Miano accompagnata dai carabinieri da lei stessa chiamati). La testimonianza di miei primi due testimoni è stata ritenuta chiara, precisa e puntuale al punto tale che il terzo testimone non è stato sentito ed è stato dichiarato "sovrabbondante". Anche il mio ex marito (nonostante siamo in conflitto per causa di separazione) ha testimoniato in mio favore, specificando che il linguaggio a me attribuito non corrisponde al mio livello di cultura e che da quando mi conosce non ho mai detto una sola imprecazione, parolaccia e/o espressione volgare da bassifondi. E’ stato provato il reato di calunnia della Miano nei miei confronti e la mia buona fede e innocenza. Non sono state provate le responsabilità penali neanche delle altre persone.

2) "il tentativo della conciliazione falliva malgrado ci fosse la disponibilità della Miano a rimettere la querela e quella di alcuni imputati di accetare ciò, poerché la Babenko si rifiutava di risovere pacificamente la controversia" (pag. 4)
La mia controparte l’assistente sociale Miano era disposta a ritirarere la querela solo ed esclusivamente in cambio di denaro e delle lettere delle scuse dalle persone da lei falsamente accusate mentre la legge prevede: "la remissione della querela non può essere sottoposta sotto termini o condizioni" (art. 152 comma 4 C.P.). E’ stata la Miano che non ha voluto rifiutarsi dal denaro e dalle lettere delle scuse in qaunto voleva guadagnare calunniando le persone con abuso della professione. Sulla sentenza deve essere indicato che io mi ero rifiutata di pagare alla Miano e di scrivere le lettere delle scuse per reati mai compiuti, in quanto tali azioni mi causano danni sia materiael sia alla reputazione e all’onore, però ero disponibilissima alla riconcigliazione, e che il tentativo era fallito a causa del comportamento della Miano.
3) "A detta della Miano, la Babenko … disse delle parolacce tra cui "troia" – "ecco la venditrice dei bambini" (pag.4)
La Miano non aveva detto che io avevo pronunciato la frase "ecco la venditrice dei bambini" ne "troia" – questa frase non è presente nel verbale dell’udienza in quanto la Miano non mel’ha contestato. La Miano ha detto: "…abbiamo incontrato la Babenko, che ha preso i bambini insieme a Mercier e nel tratempo insultava… LA SIGNORA BABENKO ERA MOLTO AGITATA, HA PRESO SUBITO LA BAMBINA PER MANO, HA DETTO DELLE PAROLACCE, IL SIGNOR MERCIER FACEVA DI TUTTO PER AGITARLA ANCORA DI Più. NON RICORDO QUALE OFFESA SPECIFICA MI RIVOLSE LA BABENKO. NON RICORDO GESTI OFFENSIVI DA PARTE DELLA BABENKO."
Quando la p.m. ha chiesto quale frase di preciso mi contestava e se ricordava il capo di imputazione la Miano ha risposto solo: "RICORDO DELLA FRASE DELLA BABENKO CHE MI HA RIVOLTO DI CUI IN CAPO DI IMPUTAZIONE. L’altra donna presente e che è stata identificata in mi apresenza ha detto "maledette, maledette, ricordo i nomi la signora si chiamava A., tutte furono identificate in mia presenza".

4) "L’appuntato dei CC testimoniava… in piazza della Vittoria dove c’erano più persone con due bambini" (pag.5) - al carabiniere non è stata fatta la domanda se sul posto c’erano bambini o meno, non si sa se li ha visti, il carabiniere ha solo letto il verbale e non è stato chiarito se il contenuto del verbale era stato interamente trascritto dalle parole della Miano o se il carabiniere ha visto qualcosa. In più c’era un uomo con un bambino per la mano, indicato dalle Miano, Corso e Gargano, quindi la quantità dei bambini dovrebbero essere tre. Comunque, la questione non è stata chiarita nell’arco del dibbatimento in quanto al carabiniere non hanno fatto domande indispensabili per capire meglio la situazione.
5) "L’imputata Babenko testimoniava ricordando le precedenti vicende 2001, tra cui lo sfratto dalla casa demaniale, il ricovero in una struttura, il provvedimento di affidamento disposto dal tribunale dei minori dei due soui figli ed altre vicende culminate con la decisione del tribunale dei minori di Genova di restituire i minori alla madre, in preesenza del console estone, per il successivo rimpatrio in Estonia. Come convenuto con il console e le assistenti sociali, la consegna sarebbe avenuta in piazza delal Viittoria alle 17.30" (pag.5)
Io avevo fatto dichiarazioni diverse, non ho mai dichiarato quello che ha scritto il giudice. Le dichiarazioni suindicate attribuite a me in realtà sono dichiarazioni della mia controparte Maino. E’ la testimoniazna della Miano e non la mia.
Io avevo esplicitamente dichiarato, confermando il mio detto con atti e documenti: che la mia famiglia non ha mai avuto alcun tipo dello sfratto in quanto la casa è stata occupata da un gruppo di criminali tramite reato di violazione violenta del domicilio (art. 614 C.P.), che il Demanio non c’entra nulla con l’occupazione illegale dell’immobile in quanto l’immobile non è stato mai preso in possesso (allegando agli atti una nota del Demanio); di non essere mai stata "ricoverata" in alcun tipo di strutture – cioè di non avere mai accettato la proposta di ospitalità a pagamento presso il centro Benedeto Acquarone di Chiavari in quanto le condizioni proposte erano contrarie al buon costume e alla morale familiare (offrendo al giudice di verificare l’inesistenza degli atti di visita domiciliare alla mia famgilia da parte di un assistente sociale e conseguente impossibilità di rilasciare dichiarazioni sun conto di mia famiglia); che non esiste un decreto del tribunale dei minori avente l’efficaccia legale e che due decreti emessi sono stati emessi illegalmente in base della citazione con il difetto di nullità e quindi anche essi nulli (allegando la citazione, due decreti con realte di notifica e querele per reati dei giudici nella modalità illegale di emissione dei decteti); di non avere mai avuto alcun decreto del tribunale dei minori con la "disposizione" di restituirmi i figli in presenza del console – offrendo al giudice di richiedere gli atti dal tribunale dei minori per evidenziare l’inesistenza di un simile decreto; che il "rimpatrio" dei bambini non poteva essere attuato in quanto loro patria e l’Italia – poteva quindi esistere solo espatrio in esilio; che nella data 10/08/2003 non poteva esistere alcun tipo di partenza in quanto i nostri documenti personali erano in possesso della Miano e la donna si era rifiutata di restituirli (allegando agli atti una lettera del comune di Sesta Godano); di avere avuto le trattative private per la liberazione dei bambini con la presidente del tribunale dei minori e non avere alcun tipo di contatto con l’assistente sociale Miano e console estone (chiedendo al giudice di ricercare gli atti che potrebbero confermare il contrario: lettere, tabulati telefonici), di non avere avuto alcun tipo di accordo con queste persone; che la consegna è stata fissata per 17.55 (allegango agli atti un comunicato stampa con l’ora indicata).
Nella mia testimonianza ho accuratamente contestato tutte le menzogne, le bugie e il falso ideologico della Miano e ho presentato la mia versione dei fatti, evidenziando le contraddizioni tra le Miano, Corso, Gargano e il Carabiniere, sottolineando il fatto di differenze nelle dichiarazioni del 10/08/2003, del 11/08/2003 e del 27/03/2008 delle Miano, Corso e Gargano, allegando la dinamica della consegna dei bambini e la piantina del posto.
Il fatto che sul posto delle dichiarazioni mie sono state indicate quelle della Miano rappresenta un trattamento non pari, è un falso ideologico esplicito e discriminazione razziale.
Sulla sentenza deve essere obbligotariamente trascritto quello che avevo detto io senza deviare e cambiare le parole e il significato del detto.
6) "I bambini … l’hanno abbracciata" (pag.5)
Nell’arco dell’udienza è stato chiarito che i bambini si erano corsi verso di noi con le urla e pianto strazianti e ci hanno saltato in braccia, noi abbiamo abbraciato loro e loro hanno abbaracciato noi, stringendo fortemente con tutto l’amore, l’abbraccio è stato reciproco e non da parte di una parte sola – il che si attesta dalle foto.
7) "Tutto ciò premesso, è stato ampiamente testimoniato che dalle 17.00 alle 18.00 del giorno 10/08/2003, in piazza della Vittoria, una decina di persone svolse una manifestazione di protesta contro il tribunale dei minori di Genova e contro assistenti sociali…" (pag.6)
Il carabiniere ha testimoniato di non avere visto alcun tipo di manifestazione, lo stesso testimoniavano tutte le persone sentite tranne la Miano. "Una marea di persone coi cartelli" è stata vista (delirio o menzogna dolosa?) solo dalla Miano, le Corso e Garagano hanno visto solo una donna con un cartello (però non hanno detto cosa sarebbe stato scritto su questo cartello - sic!). Nessun giornale ha pubblicato foto di presunta manifestazione e non ci sono stati interventi della questura di Genova che si trova a distanza dei 30 metri dal posto della consegna. Nell’arco dell’ascolto delle persone è stato provato il contrario – che non esisteva alcun tipo di manifestazione e che c’era un forte caos dovuto ad alto passaggio di gente (stazione ferroviaria, fermata e parcheggio dei bus, zona di interesse turistico, centro storico, bar, negozi). Il giudice doveva indicare "ampie prove".

8). "Era presente ai fatti il console dell’Estonia, il padre dei bambini Mercier ed alcuni loro amici quali l’ …, che fotografò il loro arrivo, il giornalista Galliani del Secolo XIX con il fotografo, …" (pag.6).
Le persone elencate dal giudice non sono amici del console estone, non sono amici del mio ex marito (ad eccezione del testimone sig. G. A.), nessuno di nostri amici presenti sul posto è stato identificato, sono state identificate solo persone estranei alla nostra famiglia, sconosciute o conosciute pochissimo.

9) "All arrivo in piazza, …, come da accordi presi con la Babenko, in ottemperanza a quanto disposto dal tribunale dei minori di Genova, trovarono sul posto la Babenko, il Mercier, il console ed alcune persone che protestavano e le insultavano ad alta voce e tutti insieme, dicendo: "Eco la venditrice dei bambini – guardate la minigonna, miss Pechino – fate un lavoro sporco –hai violato i diritti dei minori- vaffanculo andatevene via facce da troia- maledette, maledette" etcc." (pag. 6)
Non c’è nessuna prova che la Miano aveva avuto accordi e contatti con me (lettere raccomandate A. R. , tabulati telefonici), io avevo esplicitamente dichiarato di non avere avuto alcun tipo di contatti con la Miano e con il console. Agli atti non è stato allegato un decreto del tribunale dei minori descritto dal giudice (io avevo esplicitamente testimoniato che a me i decreti del genere non sono stati notificati), il carabiniere non ha sentito le frasi indicate dal giudice ma frasi del tutto diverse ("tornate zappare la terra e altro") e non è stato chiarito se le ha sentite veramente o le ha trascritte dalle parole delal Miano, inoltre testimoniava che io non facevo parte del gruppo accusato non essendo stata indicata con un dito e identificata; nessuno di Corso, Miano e Gargano ha fornito la versione dei fatti del genere; la frase "ecco la venditrice dei bambini" non è stata detta nell’arco del dibattimento; le Corso e Gargano si trovavano dietro alle mie spalle nel momento della consegna, e quindi vedendomi bene (guardi foto), hanno dichiarato di non ricordare se avevo detto qualcosa o meno anche se in realtà hanno sentito ogni parola detta da me e dal mio ex marito e altri nostri parenti, una delle due ha detto di non ricordare neanche se la Miano è stata insultata o meno; due testimoni testimoniavano esplicitamente che nessuno aveva pronunicato insulti e parolacce, che c’era atmosfera di festa per l’arrivo dei bambini.

10) "La Babenko, fortemente risentita per la sottrazione dei figli ed autrice di numeriose denunce nei confronti di rappresentanti pubblici e della Miano per asserita negata assitenza…"
Il giudice non mi ha chiesto che tipo di sentimenti avevo, quindi "fortemente risentita" è una sua menzogna inventata con lo scopo denigratiorio miei confronti e di espressione dell’odio raziale. Entrando in ambito dei sentimenti è stato omesso di indicare che io sentivo i sentimenti di goia, felicità e vittoria in quanto avevo liberato i miei figli dalle mani dei sequestratori ed i bambini erano vivi e senza menomazioni fisiche invalidanti (prendendo in attenzione che il 24/07/2003 alle 10.00 circa la Miano aveva promesso di uccidere bambini o di danneggiarli). I miei sentimenti di gioia, felicita e vittoria devono essere indicati sul posto di "risentimento", e per il "risentimento" deve essere specificato che non avevo l’emozione di irritazione (il dizionario italiano Zingarelli definisce "risentimento": "Reazione di sdegno o di irritazione provocata da un ingiuria, un’offesa e sim.") ma di gioia di aver vinto contro criminalità. Quello che riguarda la Miano e le sue colleghe-dipendenti, in unità con le quali la stessa ha compiuto reati di sequestro e sottrazione di miei figli, si deve precisare che le stesse avevano sentimenti di perdità del frutto dei reati da loro compiuti, i quali potrebbero essere "ira", "agitazione" o "rabbia" (usando le parole usate dalla Miano stessa) e desiderio di causare danni e di vendicarsi – risentite erano proprio loro.
Non ho fatto "denunce" ma querele. Non ho mai fatto una querela per "asserita assistenza negata" ma per reati di rifiuto degli atti d’ufficio, diffamazione, calunnia, discriminazione razziale e altro (artt. 314, 323, 328, 479, 367/368, 595, 572, 574, 605 e altro del C.P. e l’art.3 L. 654/1975"). "Assistenza negata" è il linguaggio della Miano e non mio. Per esempio, il negato accesso alla scuola materna alla mia figlia non rientra in categoria "assistenza negata" ma "discriminazione razziale" e "rifiuto degli atti d’ufficio". Il falso nelle lettere della Miano inviate al tribunale dei minori sono "diffamazione", "falso ideologico" e "calunnia" e non "assistenza negata". Esecuzione di un decreto irregolare e non avente efficaccia legale del tribunale dei minori è un reato di "sottrazione dei minori", "arresto illegale dei minori" o "sequestro di persona". E così via. Non ho mai detto parole "assistenza negata" – una tale espressione non appartiene al mio lessico – avevo detto "rifiuto e omissione degli atti d’ufficio – art. 328 C.P.".
La quantità delle querele corrisponde alla quantità dei reati compiuti nei miei confronti, numerose querele – numerosi reati subiti, questa numerosità attesta la quantità dei reati della Miano e una forte abitudine a compiere reati.

11) "… è credibile che all’arrivo dei figli, nel prelevarli, abbia pronunciato, fra l’altro, la frase offensiva "Ecco al a venditrice dei bambini – vergognati – guardate com’è con la minigonna" (pag.6).
Viste le testimonianze nel mio favore, comporesa qualla del mio ex marito, tale affermazione non è assolutamente credibile. E’ l’ingiuria e offesa al mio onore, le frasi del genere poteva pronunicare solo un’italiana dei bassifondi senza laurea e non io. E’ una frase al livello di una persona non laureata come lo è la Miano e le sue dipendenti. Nell’arco del dibbatimento non è stato neanche provato che la Miano si era avvicinata a me, io non la conoscevo e non potevo sapere chi era, lei non conosceva me al punto di scambiare sig.ra A.A. per me sul posto della consegna, non eravamo in grado di riconoscere l’una l’altra. Dalle foto di vede che io abbracciavo e baciavo i miei figli, avevo la bocca occupata, non potevo pronunciare, su nessuna delle si vede la Miano – il che esclude completamente che avrei rivolto la parola alla Miano.

12) "L’assistente Gargano ricordava la frase pronunciata dalla Babenko alla Miano, che aveva un vestito cinese: "La troia di Pechino" (pag. 6)
Falso doloso, la Gargano, la cui è un’autista dipendente della Miano e non un’assitente, non ricordava la frase suindicata ma ha detto: (giardi il verbale):
"IO CONOSCEVO LA SIGNORA BABENKO. NON RICORDO SE HA DETTO QUALCOSA… LA SIGNORA BABENKO MI ERA STATA INDICATA COME LA MADRE DEI BAMBINI, PRIMA DEI FATTI AVEVO INCONTRATO SOLO IL SIG. MERCIER. RICORDO LE FRASI MA NON CHI LE HA PRONUNCIATE. HO SENTITO UNA FRASE INDIRIZZATA ALLA SIGNORA MIANO CHE AVEVA UN VESTITO STILE CINESE "LA TROIA DI PECHINO". NON RICORDO SE LA FRASE ESATTA SIA STATA "MISS PECHINO HAI VIOLATO LA CONVENZIONE DEI DIRITTI". RICORDO CHE SONO STATE DETTE FRASI INGIURIOSE MA NON NEL DETTAGLIO. HO SENTITO LE FRASI INGIURIOSE DI CUI NON RICORDO LE PAROLE ESATTE NE CHI DEI PRESENTI LE ABBIA PRONUNICATE".
E anche: "NON MI SEMBRA DI AVERE VISTO LA SIGNORA MIANO CON QUALCUNO" – il che attesta che la Miano era da sola, non si era avvicinata a nessuno e non parlava con nessuno, e quindi non poteva essere insultata.

13) "L’assistente Corso ricordava che erano state accolte dalla Babenko con: "Vergognatevi troie"
Falso dolosissimo, la Corso, un’operatrice dipendente della Miano e non un’assistente, in realtà ha detto: In realtà la Corso ha detto "NON RICORDO SE LA BABENKO ABBIA INSULTATO LA MIANO NE RICORDO SE L’ABBIA FATTO IL MERCIER" (guardi il verbale). E ancora (verbale): " Ci sono state parolacce e insulti. NON RICORDO LE PAROLACCE. Dicevano "Vergognatevi" e insultavano anche "Troia", poi ricordo qualcuno che ha sputato. TUTTI HANNO DETTO QUALCOSA. QUALCUNO HA INGIURIATO. HO SENTITO VOCI DI DONNA CHE INGIURIAVA MA NON SO DIRE CHI FOSSE, C’ERA MOLTA CONFUSIONE. NON RICORDO FRASI PRECISE "
E alla fine: "Non ricordo se la Miano abbia interloquito con chi scattava foto, non ricordo se è stata ingiuriata." , mettendo in dubbio se la Miano è stata veramente ingiuriata.
14) "La A… è stata facilmente identificabile perché trattasi di unica donna di 50/60 anni con un cartello" (pag.6)
Il carabiniere ha esplicitamente testimoniato di non avere visto crtelli ne una donna con un cartello. La stessa cosa testimoniavano due testimoni sentiti e tutte le persone calunniate, la Miano invece ha visto "una marea di gente coi cartelli", la marea di uomini tra cui una sola la donna – sig.ra A.A.?

15) " L’altra è la Babenko è conosciuta dalle assistenti sociali già da tempo. A detta della Miano questa disse: "maledette, maledette, faccie da troie" e le offese e le invettive furono confermate anche se in modo generico dalle altre due assistenti e dall’appuntato CC Costanza, che riferiva di avere ascoltato le seguenti frasi: "tornate a zapare la terra – voi del tribunale dei minori non averte modo di esistere -–siete delle rovina famiglie" (pag. 6-7).
Io non ero conosciuta dalle "assistenti sociali", infatti sull’udienza ho presentato il fatto che il 29/05/2003 le Miano e Corso hanno organizzato un’aggressione su di me e hanno colpito (con una puntura con dei farmaci paralizzanti) un’altra donna sul posto mio proprio perché non mi conoscevano e hanno sbagliato il destinatario dell’aggressione. Prima della consegna la Miano ha detto anche ai miei figli di non essere in grado di riconoscere me e il mio ex marito in quanto ci ha visto per pochi attimi poche volte nella vita (3 volte me e 2 mio ex marito, in tutte queste occasioni la donna compieva reati) e, logicamente, non riusciva a ricordarci.
La Gargano prima diceva di conoscermi e dopo si correggeva che "conosceva solo mio ex marito: "IO CONOSCEVO LA SIGNORA BABENKO. … LA SIGNORA BABENKO MI ERA STATA INDICATA COME LA MADRE DEI BAMBINI, PRIMA DEI FATTI AVEVO INCONTRATO SOLO IL SIG. MERCIER" (verbale).
Il mio ex mairto è stato indicato come "presunto padre dei bambini" in quanto la Miano non conosceva neanche lui e non era sicura nella scelta delle persone.
Alle donne non sono state fatte le domande precise con lo scopo di chiarire in quale maniera mi conoscevano, le date e le occasioni, dalla Miano non è stato chiesto di presentare la copia del diario degli eventi – la scheda della mia famiglia, la quale la stessa aveva il dovere di redigere Nessuno ha verificato se mi conoscevano o meno. Sentita sull’udienza ho chiaramente presentato il fatto di assenza e di insufficienza di contatti tra me e la Miano e le sue dipendenti per il riconoscimento reciproco, tra cui la Gargano non l’ho mai visto né parlato; la Corso l’ho intravista una volta sola per pochi attimi e viceversa.
Si precisa anche che la Miano ha dichiarato che io sarei stata identificata dai Carabinieri, mentre non lo ero, il che attesta che non mi conosceva e la stessa aveva scambiato Sig.ra A.A. per me e l’aveva indicato ai Carabinieri essendo sicura che fossi io.
Il carabiniere non confermava la versione dei fatti della Miano, ne in maniera esplicita ne in maniera generica, presentando invece i fatti e le frasi del tutto diversi, uguale le Corso e Gargano. Il Carabiniere ha confernato la mia versione dei fatti e non quella della Miano: testimoniando che io non sono stata identificata e non appartenevo al gruppo delle persone accusate dalla Miano – dichiarandomi estranea ai fatti e smontando con ciò qualsiasi tipo di accusa nei miei confronti. La testimonianza del Carabiniere ha evidenziato le menzogne della Miano sul fatto di mia identificazione (la Miano ha affermato che io sarei stata identificata come persona particolarmente agitata, il che è anche offesa del mio onore da parte della Miano e il reato di falso ideologico). Inoltre il Carabiniere ha fornito le frasi del tutto diverse da quelle fornite dalla Miano: "Tornate zappare la terra, voi del Tribunale dei minori non avete il modo di esistere, siete delle rovina famiglie", e la Corso gli contraddiceva: "NON RICORDO LE FRASI NEI CONFRONTI DELLE ISTITUZIONI O DEL TRIBUNALE DEI MINORI" (guardi il verbale). Il Carabiniere inoltre non ha confermato l’uso dell’imprecazione "troia" e delle altri imprecazioni più volte ripetute dalle Miano, Corso e Gargano nel corso dell’udienza con tanta agiatezza e dimestichezza.
Il Carabiniere non ha visto né "marea di gente coi cartelli" né una donna sola con un cartello, a differenza della Miano & C°.
La Miano ha dichiarato: "LE DONNE ERANO DUE, LA BABENKO E UN'ALTRA SIGNORA… L’ATRA DONNA PRESENTE E CHE è STATA IDENTIFICATA IN MIA PRESENZA HA DETTO "MALEDETTE, MALEDETTE", NON RICORDO QUALE OFFESA SPECIFICA MI RIVOLSE LA BABENKO". Il che attesta che la Miano non aveva detto che io avrei detto "Maledette, maledette, facce da troia". Le Corso e Gargano, operatrice e autista, dipendenti della Miano, non hanno confermato il racconto della Miano neanche il forma generica, etrando in contraddizone con le dichiarazioni della Miano e del Carabiniere (guardi il verbale). Tutti i due hanno dichiarato di non ricordare se io avevo detto qualcosa, mentre dalle foto del momento della consegna emerge che le stesse stavano dietro alle mie spalle nel momento della consegna e non con la Miano (la cui era rimasta in mezzo alle file dei pillman) e quindi hanno sentito ogni parola da me detta, in particolare le frasi d’amore verso bambini. La foto attesta anche che le donne non potevano essere insultate contemporaneamente in quanto le Corso e Gargano erano arrivate sul posto della consegna prima della Miano, lasciando la Miano coi bambini in mezzo alle file dei pullman.

16) "Il racconto dei fatti fornito dalla Miano è credibile, puntuale e esaurente" (pag.7).
La Miano ha ommesso di allegare gli atti di proprio ufficio al proprio racconto anche se l’avevo chiesto sia sull’udeinza sia con la lettera raccomanadata il 1/04/2008 in corrispondenza con l’art. 391quater C.P.P., senza atti di prova un racconto non può essere credibile, puntuale ed esaurente.
La Miano non ha potuto collocare gli eventi nel tempo e spiegare la posizione delle persone sul posto della cosegna e le dinamicha della consegna. Quando sono state evidenziate le contraddzioni nelle dichiarazioni delle Miano, Corso, Gargano e il Carabiniere il giudice ha omesso di provvedere ai sensi degli artt. 211-212 C.P.P. per mettere queste persone a confronto per chiarire meglio i fatti. Le foto smontano alcune mezogne della Miano in maniera esplicita. In presenza delle contraddizioni e del rifiuto di rilasciare gli atti dell’ufficio da parte della Miano non si può neanche accennare ad un racconto "credibile, puntuale ed esaurente".
Alcune conttraddizioni pià oscene e indecorose della Miano sono:
- "SULLA PIAZZA DELLA VITTORIA ABBIAMO NOTATO UNA MAREA DI PERSONE CON I CARTELLI, HO CHIAMATO CARABINIERI PERCHE’ LI IDENTIFICASSERO" – "le donne erano solo due". Corso/Gargano avrebbero visto UNA SOLA DONNA CON UN CARTELLO. Il carabiniere e tutti gli altri non hanno visto una donna con un cartello ne una marea di persone coi cartelli. Il 10/08/2003 dei cartelli. Sulle foto allegate si vedono chiaramente altre donne.
- la mia identificazione: la Miano sapeva perfettamente che io non sono stata identificata in quanto il 10/08/2003 i carabinieri le hanno chiaramente spiegato che la donna indicata con un dito non sono io ma sig.ra A. Il mio nome non si indica sul verbale dei carabinieri – però la Miano ha mentito lo stesso, con il massimo dolo. Sapendo che io non sono stata identificata in quanto la Miano stessa aveva sbagliato la persona da puntare il dito contro (o perché non mi trovavo sul posto) la Miano affermava che le persone che avrebebro insultato sono state tutte identificate – liberandomi lei stessa da tutte le accuse in quanto non sono stata identificata.
- davanti al giudice la Miano ha dichiarato che avrebbe consegnato i bambini al console, invece nella relazione presentata il 1/04/2004 ad un altro giudice di un altro tribunale la Miano ha scrito che ha consegnato bambini alla madre "in presenza del console estone". Le foto attestano che mentre le donne arrivavano coi bambini fino alle file dei bus il console non c’era con loro.
- il 10/08/2003 la Miano ha affermato che avrebbe ricevuto insulti dal momento quando avrebbe rifiutato al "presunto padre dei bambini" di salire su un bus pubblico, cioè con me e figli e tutti gli altri parenti ed amici, sull’udienza la Miano ha affermato che "insulti erano partiti immediatamente" cioè in un momento non precisato e senza un motivo, senza che si presentasse o avvicinasse alla mia famiglia, senza che nessuno la conoscesse e mentre tutti i presenti che hanno visto le donne arrivare verso le file dei bus pensavano che lei e sue dipendenti fossero agenti di polizia e salvatrici dei bambini.
- menzogna del Demanio (che il Demanio avrebbe preso la nostra abitazione familiare e che addirittura avrebbe messo sigilli) attesta che la Miano mente in maniera patologica, al livello di patologia psichiatrica. Il 15/10/2001 la mia famiglia ha presentato alla Miano un’istanza scritta nella quale si indica esplicitamente che la casa è stata occupata dai criminali tramite sfondamento delle porte e atti violenti, nel mese di novembre 2001 lo stesso Demanio avvisava il comune che l’immobile è occupato dagli igonti e che il Demanio non ha mai preso l’immobile in possesso, nel mese marzo 2002 il difensore civico della Regione Liguria ha inviato una richiesta di osservare la legge al comune di Sesta Godano e in questa richiesta si indica ancora una volta che il Demanio è estraneo all’occupazione dell’immobile da parte dei criminali e che ha omesso di prendere l’immobile in possesso in quanto l’ex proprietario fallito si nasconde dalle autorità. Non si capisce il senso di questa menzogna della Miano, è una menzogna e falso ideologico esplicito per il puro gusto di mentire e di ingannare le autorità giudiziarie. Come abitante del posto la Miano anche conosce le voci che corrono sui criminali che hannno occupato l’immobile: che sono aramti, che vendono la droga, che hanno organizzato un giro di prostituzione nell’immobile, che vi ci sono ragazzine negli abiti succinti, che c’è un bimbo di nome Matteo o Mattia offerto per 30 euro da una donna straniera sporca e malandata… Inventarsi la menzogna sui sigilli supera ogni limite del inverosimile e dimostra esplicitamente la radicata abitudine di mentire della donna.

Segue lettera del Demanio che attesta l'inesistenza dei sigilli e l'estranietà del Demanio al fatto dell'occupazione abusiva della mia abitazione; questa lettera è stata consegnata al giudice:


Documenti attestanti il falso del Demanio sull'anzianità delal residenza del mio ex coniuge (dal 1988 e non dal 1994)



Lettera del comune di Sesta godano che attesta che nella data del 10/08/2003 non avevo documenti personali, in quanto il 1/07/2003 sono stati rubati dalla Miano Silvia & C°:


Di miei documenti personali la risposta non è stata data... chi li ha?

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Copia della sentenza (cliccate sopra per aprire nella grandezza A4)



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