QUARTA UDIENZA CON IL GIUDICE FILIPPO SANTARELLA – SENTENZA IN NOME DELLA MIANO SILVIA – GIUDICE PROCURA IMPUNITà ALLA MIANO DOPO AVERE CONSTATATO I SUOI REATI DI CALUNNIA, FALSO IDEOLOGICO E DIFFAMAZIONE
La terza udienza è stata fatta il 15/05/2009. Delle persone calunniate ravamo presenti io, mio ex marito e sig.ra A.A.. Non so il nome della pubblico ministero, la stessa era in un abbigliamento sportivo come per dire "qua si sputa sulla legge", infatti il sospetto era diventato realtà appena la donna aveva cominicato a leggere proprie considerazioni da un foglio.
La donna ha fatto una seire di affermazioni contrari alle prove acquisite nel dibattimento, confermando affermazioni deliranti e non veirtieri della Miano (per esempio che la mia abitazione sarebbe "presa da Demanio" mentre ho presentato un documento attestante che il Demanio non c’entra nulla con l’occupazione dell’immobile da parte dei criminali; che io "non avevo impedimenti per partire fuori l’Italia" il 10/08/2009 nonostante avevo presentato le copie di una istanza mia con richiesta degli atti al comune e la risposta del comune nella quale si indica chiaramente che non ero in possesso dei documenti di miei figli nella data indicata ed è omessa l’informazione sui documenti personali miei; ha fatto affermzioni sui decreti del tribuinale dei minori in realtà inesistenti senza richiedere la verifica negli atti del tribunale come da me chiesto sull’udienz precedente).
La p.m. non accennava una parola sul fatto che il carabiniere aveva testimoniato in mio favore di non avermi mai visto e che non sono stata indicata con un dito e identificata, che non appartenevo al gruppo di persone descritto nell’arco del dibattimento, che la stessa Miano ha affermato che quelli che avrebbero insultato sono stati identificati tutti ed io invece non lo sono stata, che due testimioni a carico hanno testimoniato di "non ricordare" se io avevo detto qualcosa o meno, che nessuno di quelli che avrebbero insultato si erano allontanati dal posto mente io mi ero allontanata dopo 5 minuti, e che sono stati sentiti due testimoni da me invitati i cui hanno esplicitamente testimoniato in mio favore (che la Miano mente ed è una calunniatrice) e che il terzo testimone è stato mandato via in quanto ritenuto "sovrabbondate".
Non una parola sul fatto che il comune di Sesta Godano ha omesso di fornire al giudice gli atti richiesti necessari per stabilire la verità dei fatti e del fatto che tale comportamento è il reato di rifiuto degli atti d’ufficio (art.328 C.P.).
La p.m. ha fatto tante affermazioni sui fatti verità dei quali non è stata stabilità nell’arco del dibattimento, di fatto dichiarando il falso ideologico.
Non ho visto ancora il testo depositato agli atti da questa p.m., appena l’avrò ho intenzione di presentare una querela penale per il falso idoeologico, diffamazione, discriminazione raziale e altri reati compiuti nei miei confronti (anche se so già adessso che la querela sara insabbiata la faccio lo stesso il che servirà per dimostrare il modo di fare della malagiustizia italiana).
Avvocata della Miano di nome Barbara Terraglia si è abbassa ad insultarmi
Questa volta la Miano era difesa da Barbara Terraglia sul posto di Mario Scopesi. Questa donna non ha fatto altro che coprirmi degli insulti al livello di bassifondi pronunciando seguenti frasi (non osservando le regole di etichetta nel darmi "dottoressa" e usando solo "signora": "Signora Babenko è fannulona! Non ha mai lavorato, vive con sussidio del comune!" E altro del genere. Tutto ciò sapendo la verità dagli atti comunali dove sono stati depositati il mio libretto di lavoro estone, copie tradotte e legalizzare degli titoli di studio e altro richiesto per la concessione della residenza (circa 1,5 kg di documenti, tra cui anche certificati di assenza delle condanne penali e delle malattie infettive, veneree e mentali, idoneità igienica e di grandezza dell’abitazione familiare ecc. – ai cittadini stranieri onesti comuni chiedono una quantità esagerata di documentazione per concedere la residenza). Dagli stessi atti comunali risulta che la mia famiglia non ha mai ricevuto alcun tipo di sussidio e/o di aiuto dal comune (i lettori possono fare una richiesta delle fatture e/o ricevute al comune di Sesta Godano, con la presente autorizzo il trattamento di miei dati personali con lo scopo della richiesta degli atti suindicati).
Quando Barbara Terrraglia mi ha insultato né giudice né p.m. non hanno provveduto, dimostrando che tribunale italiano permette di compiere impunemente il reato di ingiuria e di offendere l’onore degli stranieri. Se avessi insultato io la Miano, una delle sue dipendenti-colleghe o gli avvocati della Miano come l’hanno fatto loro sicuramente il giudice e p.m. avrebbero subito provveduto nei miei confronti. Non ho voluto fare un esperimento in quanto pronunciare insulti è sporcare il proprio onore e dignità personale, lo lascio fare agli assistenti sociali e avvocati italiani senza abbassarmi fino a loro livello.
Il giudice si pronuncia in nome della Miano Silvia e non in nome della giustizia
Ognuna persona onesta aspettava la condanna alla Miano per il reato di calunnia e falso ideologico però il tribunale italiano non ha gli scopi di punizione dei criminali e della Giustizia.
Il giudice ha deciso che mio ex marito e altre due persone di tutti i calunniati non sono colpevoli "per mancanza delle prove" e io e altre due persone siamo colpevoli (sic!!!).
Preciso ancora una volta che il carabiniere ha esplicitmamente testimoniato che io non c’entro con altre persone in quanto non identificata e non indicata dalla Miano come persona da identificare e la Miano stessa ha dichiarato che tutte le persone che avrebbero insultato sono stati identificati – il che attesta esplicitmante la mia totale estraneità ai fatti. Altre persone sono state indicate e identificate, io no. Il mio nome non è presente sul verbale dei carabinieri. Il mio nome è stato aggiunto all’elenco dei nomi delle persone accusate con puro scopo di espressione dell’odio razziale e di peresecuzione razziale. La condanna nei miei confronti testimonia solo ed esclusivamente l’odio e discirminazione razziale.
Sull’udienza il giudice non ha indicato alcun motivo per giustificare la sua decisione contraria alle prove acquisite nel dibattimento, bisognava aspettare la sentenza.
Il comportamento dei giudici e dei p.m. coinvolti attesta esplicitamente il legame illecito tra il potere politico (l’assistente sociale Miano Silvia e comune di Sesta Godano) e il potere giuridico (giudice e p.m.). In base delle prove chiare, concordate ed esplicite aqcuisite nell’arco di dibattimento la Miano doveva essere condannata per il reato di calunnia e tutti i cittadini calunniati dovevano essere dichiarati innocenti. Però non è stato così. Si chiede perché? Per quale motivo? E’ evidente che con le prove esplicite a carico la Miano doveva essere condannata per calunnia. Il giudice e la p.m. hanno deciso di favoreggiare la Miano e di procurarle l’impunità. Si può presumere che sicuramente siano stati contatti privati tra la Miano e la p.m. e il giudice, non credo che loro hanno violato la legge e hanno procurata l’impunità alla Miano per propria inziativa, si può sospettare uno scambio di favori. Qualcuno può fornire un altro motivo?
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