(LE PROPORZIONI NON SONO OSSERVATE NON AVENDO IO UNA PREPARAZIONE SPECIFICA PROFESSIONALE IN DISEGNO-PLANIMENTIRIA)
Le foto sono state scattate con una macchina fotografica di modello vecchio con rullino e dopo caricate tramite scanner, per questo la qualità dell'immagine e di colore è molto scarsa. I volti delle persone estranei agli eventi sono stati oscurati. Le foto sono state scattate e preparate per la pubblicazione da testimoni diversi.
Foto 1: Miano Silvia e le sue amiche/colleghe Corso Fiorella e Gargano Paola stanno portando i bambini dalla piazza della Vittoria al posto della consegna e sono arrivate fino alle file dei pullman dal lato della piazza - come si vede, la gente che si trovava sul posto della consegna (sul marciapede della lunga fermata finale dei bus) non poteva vederli. Nella foto si vedono alcuni pullman di tre file di pullman e macchine. Lo specchio nel lato sinistra della foto attesta che il fotografo fotografava stando in mezzo ai due pullman .
Nel momento di sequestro entrambi bambini avevano sandali estivi di pelle fine della marca "Timberland" sui piedi, i quali non sono stati restituiti, come tutti gli altri vestiti, in quanto rubati con uso della forza dalle donne ritratte sulle foto (tramite reato di rapina). Si vede il colore innaturale biondo acceso dei cappelli tinti dei bambini, avendo io i capelli color castano e il padre dei bambini color nero, i bambini hanno il colore naturale castano.
Il sacco con la scatola gialla non si vede sulle foto successive, non è presente sulla foto nr. 4, non si sa cos'è e dove era finito, come pare, è rimasto nelle mani della Miano che non è presente in altre foto.
La foto attesta che io non "avevo preso la bambina per la mano", ma la bambina mi era saltata in braccio e stava in braccio. L'immagine di una donna con occhiali (con camicia color azzurro) attesta che sul posto si trovavano più donne e non solo gli uomini (come è stato falsamente dichiarato dalla Miano).DINAMICA DELLA CONSEGNA DEI BAMBINI
La posizione di tutti i soggetti e oggetti sul posto della consegna e nei dintorni può essere visionata sulla piantina del posto allegata.
L’evento può essere suddiviso in 4 fasi: prima della consegna, la consegna e la partenza dal posto della consegna, il tempo dopo la consegna fino all’arrivo dei Carabinieri, eventi dopo l’arrivo dei Carabinieri.
16.00 circa – arrivo della mia famiglia sul posto della consegna (io, mio ex marito (all’epoca marito), nonni dei bambini, zii e zie, alcuni cugini). C'eravamo accomodati ai tavolini esterni di un bar che si trova sul marciapede del posto della consegna lungo 30-50 metri, davanti al quale si fermano i bus. Sulla fermata c'erano tanti bus (una ventina in totale) e macchine parcheggiati in 3 file, tanti bus arrivavano e tanti partivano, c'era un continuo movimento di persone, un caos.
17.30 – arrivavano giornalisti italiani e europei, rappresentanti delle istituzioni compreso Carabinieri e agenti di Polizia in borghese (per garantire l'ordine e una normale consegna dei bambini), rappresentanti di partiti e associazioni, cittadini curiosi venuti in seguito ai notiziari TV. Abbiamo rilasciato alcune interviste ad alcune TV e giornali. Sul posto erano arrivati anche alcuni compagni di classe del bambino e amichette/i della bambina coi loro genitori e parenti.
17.45 – i membri di mia famiglia si erano messi in posizione d'attesa lungo tutto il marciapiede di 30-50 metri con lo scopo di non perdere l'arrivo dei bambini (non si sapeva dalla quale direzione sarebbero arrivati). A causa di caos c'era il rischio di fallimento della consegna - la Faganelli avrebbe potuto giustificarsi di non averci trovato. Uno dei testimoni sentiti ha dichiarato di avere girato con la macchina fotografica intorno e mezzo ai bus per fotografare l’arrivo dei bambini, di avere visto dopo un po' di tempo l'arrivare di 3 donne coi bambini dalla piazza della Vittoria e di avere scattato la foto nel momento del loro arrivo fino alle file dei pullman che dividevano la fermata dalla piazza (foto allegata). Il testimone e altre persone che hanno visto l'arrivo di tre donne dal lato della piazza della Vittoria hanno pensato che fossero agenti di Polizia.
"Verso le sei" – l’assistente sociale Miano Silvia, educatrice Fiorella Corso e l’autista Garagano Paola arrivano sul posto della consegna con un pulmino o macchina (indicazione "verso le sei" è stata dichiarata dalle donne ai Carabinieri di Borghetto di Vara il 11/08/2003).
17.50 – l’assistente sociale Miano chiama ai Carabinieri di Genova, dichiarando il falso di essere affidataria dei bambini e di avere avuto “un dissidio” (cioè prima di consegnare i bambini e senza sapere che sul posto c’erano già agenti di Polizia e carabinieri in borghese), chiedendo un intervento per impedire ai giornalisti di effettuare il diritto di cronaca. L’ora della chiamata (17.50) si indica nella relazione dei Carabinieri di Genova. Si precisa che la Miano non poteva vedere il posto della consegna dal lato della piazza Vittoria in quanto pullman parcheggiati chiudevano la visuale.
Come si deduce dalle foto, la Miano coi bambini si era nascosta in mezzo ai bus e la Gargano e la Corso proseguivano ed uscivano da dietro di uno dei bus sul posto della consegna, si mettevano sul marciapede non lontano da me e mio ex marito (a destra da noi) e non lontano dalla nonna (a sinistra dalla stessa). Loro non si erano presentate, nessuno dei presenti sapeva chi erano e loro non conoscevano me e il mio ex marito né nessuno dei nostri familiari, infatti non si erano avvicinate a nessuno di mia famiglia. Da una delle foro si vede che nel momento dell'abbraccio tra noi e i figli le Corso e Gargano si trovavano dietro a noi (posizione opposta dalla quale erano arrivati bambini, il che attesta che non erano arrivate coi bambini) e la Miano non c’era con loro. Infatti sull’idienza la Gargano ha dichiarato: "Io ero un po’ distaccata", La Corso: "Io ero poco più distante". Logicamente, nessuno delle persone presenti sul posto della consegna rivolto loro una parola in quanto nessuno sapeva chi erano.
17.54 – 17.55 – la Miano ha indicato ai bambini dove andare e ha ordinato loro di camminare ed uscire da dietro dei bus sul posto della consegna, forse rimanendo lei stessa dietro al bus senza farsi vedere. La Miano ha detto anche ai bambini di non conoscerci e di non essere in grado di riconoscerci sul posto. I bambini sono apparsi davanti al bus da soli, non accompagnati da nessuno (come sembra la Miano voleva evitare le foto dei giornalisti, infatti l’unico chi l’ha fotografato coi bambini è stato uno dei testimoni, il cui si trovava non sul posto della consegna (fermata) ma dal lato della piazza). Dopo essere usciti da dietro del bus i bambini ci hanno subito visto e piangendo a voce alta si erano corsi verso noi, noi eravamo corsi verso bambini, l’abbraccio è avenuto davanti al bus nello spazio tra uno dei bus e il bordo di marciapiede. Da una delle foto si vede che in questo momento le Gargano e Corso erano sul marciapiede dietro a noi e non dietro ai bambini vicino al bus o coi bambini, il che attesta che non erano arrivati contemporaneamente coi bambini, ma prima. Su nessuna delle foto si vede la Miano o le sue colleghe avvicinarsi a noi per presentarsi o per parlare. La Miano non ha chiesto neanche una firma attestante la consegna, il che era il suo dovere di pubblico ufficiale, visto anche che non conosceva la mia famiglia (!) e non sapeva con chi si abbracciavano bambini e con chi sono andati via (la Miano ha conosciuto la mia famiglia meglio solo dopo la consegna dei bambini – incontrandoci sulle udienze).
Il fatto che la Miano non era presente sul posto della consegna nel momento delal consegna si attesta con la sua dichiarazione che io “avrei preso il bambino per la mano” invece le foto attestano che tenevo la bambina in braccio e la vaciavo.
17. 57 – io, i miei parenti, amici di miei figli con loro genitori ed alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine i cui si occupavano delle indagini del reato di sequestro/sottrazione dei minori, cercavamo di corsa un bus per partire alle 18.00 - come pattuito con la Faganelli – e per garantire la sicurezza ia bambini, viste le minacce di uccisione dei bambini ricevute: nel caos di via-vai poteva succedere di tutto. Il console estone presente sul posto ha congratulato al volo la mia famiglia con la liberazione dei bambini dal sequestro e ha regalato una borsa di regali ai bambini da parte dell'ambasciata estone. L’assistente sociale Miano e le sue colleghe non si erano avvicinate alla mia famiglia, nessuno sapeva chi sono, qualcuno chi li ha viste dal lato della piazza coi bambini pensava che fossero agenti di Polizia. La Miano ha omesso di restituire vestiti e gioccatoli di miei figli e i nostri documenti personali rubati il 1/07/2003.
18.00 – un bus da noi scelto stava per partire, Sig.ra A.A. – una persona molto curiosa la cui mi ha conosciuto quando facevo lo sciopero della fame sotto il Tribunale dei minori chiedendo ai giudici di osservare la legge e di liberare i minori dal sequestro (nel periodo dal 19/07/2003 al 9/08/2003) - era salita di corsa sul bus, ha salutato bambini, era scesa di corsa e tornata sul posto della consegna in quanto era curiosa di vedere giornalisti e la televisione. Io, i miei figli, i miei parenti, amici di miei figli eravamo partiti via dal posto. Non ho visto quello che è accaduto dopo.
Sul posto della consegna tante persone non hanno neanche notato la consegna dei bambini in quanto tutto è avvenuto molto velocemente, in maniera “lampo”. Il caos incessante e via-vai di gente impedivano di vedere bene e di capire gli eventi. Fino ad oggi la genti mi chiama e si lamenta di "non avere visto niente".
18.00 – 18.10 – giornalisti intervistavano il console Estone, mio ex marito (il cui era rimasto per parlare con la Faganelli e per vedere se sarà consegnato l'atto/decreto di consegna dei minori), rappresentanti delle associazioni e istituzioni.
18.10 - 18.15 - La maggioranza delle persone i cui erano venuti specialmente per vedere la consegna dei bambini, vanno via. Sul posto rimangono alcuni giornalisti e le persone curiose, alcuni di loro dialogano tranquillamente, tra cui il mio ex marito, che ha un malore al cuore in seguito alle emozioni. Agenti di Polizia e carabinieri in borghese sono andati via.
Non si sa se il console Estone ha visto arrivare i Carabinieri, se ha assistito agli eventi seguenti o se è andato via prima.
18.15 circa – arriva la pattuglia di Carabinieri di Genova, i Carabinieri subito identificano la Miano e la Corso, omettendo di identificare la Gargano, e ascoltano la loro versione dei fatti e le richieste. Dopo di che le donne in compagnia dei Carabinieri vanno sul posto della consegna e al bar nelle vicinanze e iniziano ad indicare persone con le dita. La Miano ha urlato a voce alta: "Sono assistente sociale, sono assitente sociale!" - attirando l’attenzione di tutti i presenti. La Miano ha indicato con un dito puntato in viso tutte le persone che avevano macchine fotografiche. Non si sa con quale criterio sono state scelte persone che non avevano macchine fotografiche.
Tanti cittadini erano subito andati via, spaventati dall’aggressività della Miano e dal suo stato di rabbia patologica incontrollata, dalla necessità di dover testimoniare (nessuno vuole avere il fastidio di testimonianza). Altri, al contrario, erano atratti dal comportamento bizzarro della Miano e dall’arrivo dei Carabinieri e si sono avvicinati per curiosare (tra cui uno di miei coimputati-calunniati già assolto, il cui era arrivato sul posto già dopo la consegna, non vedendo niente di interessante era andato al bar, sentendo le urla strazianti e vedendo la macchina dei Carabinieri si era avvicinato per curiosare).
I Carabinieri hanno identificato tutte le persone indicate dalla Miano, ritirando i documenti. Indicando sig.ra A. la Miano ha affermato che sarei io, dopo avere visonato documenti della sig.ra A. la Miano ha capito che non ero io. In seguito all’identificazione si era formato il gruppo di persone descritto dalle Miano, Corso e Gargano. "Il gruppo" erano le persone da cui i Carabinieri hanno prelevato documenti personali con lo scopo di identificazione. Queste persone di fatto sono state fermate dai Carabinieri e non potevano andare via. Loro stavano intorno ai Carabinieri attendendo la restituizione dei documenti, per questo sono diventati gruppo.
Sig.M., il cui si era avvicinato per curiosare, sentendo le urla e vedendo la macchina dei Carabinieri, ha ricevuto un dito in viso dalla Miano e l’accusa di aver compiuto qualche reato non meglio precisato, in seguito di che i Carabinieri gli hanno preso i documenti. Logicamente, il cittadino si era indignato di una tale situazione, "Se ritenente che sono un criminale arrestatemi addesso, portatemi pure in caserma", - ha esclamato più volte. In totale la Miano ha indicato con il dito 7 persone, tutti questi cittadini erano indignati del trattamento ricevuto, si era creata la situazione tesa tra loro e carabinieri.
I carabinieri hanno omesso di raccogliere la versione dei fatti dai cittadini identificati, limitandosi di trascrivere solo il dichiarato dalla Miano senza controllare la verità di questo dichiarato.
La Miano era vestita in un abito mini, color nero lucido con dei fiori color rosso acceso, che brillava nella luce del sole, e aveva un trucco pesante nero-rosso – il suo abbigliamento e lo stato d’ira isterico sono stati valutati dai giornalisti e dalle persone presenti come incompoatibili con il lavoro dell’assistente sociale e non adatti alla situazione (sul posto c’erano ancora presenti alcuni rappresentanti delle autorità internazionali e giornalisti stranieri, forse sul posto rimaneva ancora il console d’Estonia). C’è da precisare che la Miano non possiede la laurea prevista dalla legge per poter svolgere il lavoro di assistente sociale, il che le è stato detto da qualche persona, il che ha fatto arrabbiare la donna ancora di più.
La Gargano – una donna molto robusta e molto primitiva ha sfruttato la situazione per aggredire le persone con macchine fotografiche, in particolare a tentato di strappare la macchina fotografica dalle mani di uno dei testimoni, il cui è un uomo magrolino, almeno 5 volte meno robusto della Gargano. La Miano si era occupata del minacciare giornalisti e la gente che fotografava di non pubblicare gli articoli e le foto pena persecuzione tramite querele e processi ingiusti, compiendo il reato di violenza privata. La Miano si era calmata solo quando qualcuno dei presenti ha voluto chiamare il Pronto soccorso psichiatrico in quanto sembrava che necessitava un intervento medico-assistenziale per calmarla.
La Gargano non è stata identificata dai Carabinieri. Il console d’Estonia non è stato identificato. Anche io non sono stata identificata. Nessuno di miei parenti è stato identificato. Il che attesta che tutti noi non siamo stati indicati con il dito dalla Miano e dalle sue colleghe-dipendenti. Il che a sua volta attesta o che io o non ero presente sul posto o/e che la Miano non aveva alcun tipo di pretese contro di me. La Miano stessa ha dichiarato sull’udienza che tutte le persone che insultavano sono state identificate (guardi il verbale), liberandomi di ciò da qualsiasi tipo di accusa.
Mentre sul posto della consegna avvenivano questi eventi gli altri carabinieri e agenti di Polizia assumevano informazioni dai bambini.
19.30 – Carabinieri hanno restituito documenti personali alle persone da loro identificate e sono andati via. Le persone trattenute dai Carabinieri sono rimaste ancora un po’ sul posto, parlando dell’incredibile trattamento denigrante ricevuto e del fatto che il diritto di cronaca in Italia va opresso. La Miano e le sue colleghe anche rimanevano sul posto, aggredendo verbalmente le persone da lontano e tentando di provocare una lite, però venivano ignorate come se non esistessero, il che aumentava le loro rabbie e altri sentimenti malsani.
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Alcuni comunicati stampa delle associazioni per la difesa dei diritti umani





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