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15 maggio 2008

ATTO PRIMO - OMISSIONI, SBAGLI E FALSO NELLA RELAZIONE DEI CARABINIERI DEL 10/08/2003

(la copia della relazione si trova nell'Atto II)


I carabinieri che il 10/08/2003 erano arrivati sul posto della consegna dei bambini alle 18.15 circa in seguito alla telefonata della Miano alle ore 17.50 hanno steso una relazione di servizio. Sembra cosa può essere di negativo in una relazione di servizio per una persona che non ha commesso alcun reato? Il negativo può essere il FALSO IDEOLOGICO, omissioni e gli sbagli involontari dei Carabinieri, mancato controllo della verità del dichiarato dal denunciante.

Nella loro relazione i Carabinieri di Genova hanno indicato le dichiarazioni dell'assistente sociale come fatti veri, dimenticando di sottolienare "secondo l'assistente sociale, però non si sa se è vero".

Sono state identificate 8 persone indicate dalla Miano con il dito puntato in viso, però nessuno di loro è stato subito sentito, sul verbale si indica solo la versione dell'assistente sociale e non ci sono le versioni dei fatti di queste persone, come non ci sono le versioni di altre persone non identificate presenti sul posto. In particolare, non è stata subito verificata la verità della dichiarazione dell'assistente sociale relativamente al desiderio di mio ex marito di salire sul pullman (il che era un falso) e sul fatto di autoproclamarsi di essere affidataria dei minori nelle condizioni di assenza dei decreti aventi efficacia legale.

Il falso ideologico consapevole dei Carabinieri consiste nell’indicare un elenco di nomi e proclamare che sarebbero stati fatti accertamenti in base dei quali si evidenziava che queste persone facevano parte dell’associazione "Gesef" (Genitori separati dai figli). Gli accertamenti presso associazione avrebbero dimostrato che le persone elencate non facevano parte dell’associazione. Non è chiaro il motivo di questo falso.

Inoltre i Carabinieri scrivono: "da ulteriori accertamenti si poteva accertare che la protesta era stata anteriormente preparata, in quanto il Mercier sapeva perfettamente la data e l’ora di partenze di bambini in questione". Io per esempio non sapevo nulla di alcun tipo di protesta (contro che cosa???) e non avevo notato alcun segno di protesta da parte di nessuno dei presenti, inoltre, come sembra, nessuno aveva presentato la richiesta di protestare o manifestare in Questura di Genova e se fosse esistita qualche protesta non autorizzata dalla Questura sarebbero subito arrivati gli agenti di Polizia (la Questura con ufficio Gabinetto di Genova si trova a distanza di 30-50 metri dal posto della consegna, sull’altro lato della strada). I Carabinieri non hanno descritto presunti "ulteriori accertamenti" e in che cosa consisteva la presunta protesta e chi protestava e contro che cosa. L’ora e il posto della consegna dei bambini sapeva tutta l’Italia in quanto l’hanno detto in TV e alla radio nei notiziari, il sequestro dei bambini è stato seguito anche dai mass-media internazionali in quanto le violazioni delle leggi da parte del Tribunale dei minori e Servizi sociali sono stati eclatanti fino all’inverosimile.

Quali accertamenti sarebbero stati fatti per affermare che "la protesta è stata anticipatamente preparata"? Perché al verbale non si allegano le copie degli presunti accertamenti? Questi "accetamenti" sono solo le dichiarazioni deliranti della Miano Silvia?

Non ho visto Carabinieri chiamati dalla Miano, ero con Carabinieri e agenti di Polizia in borghese i cui seguivano il caso, ero andata via prima che arivassero. Credo che i cittadini identificati dai Carabinieri chiamati dalla Miani protestavano contro il comportamento arrogante e aggressivo dell’assistente sociale Miano, la cui maleduicatamente ha indicato loro con un dito, puntandolo in viso, contro il fermo da parte dei Carabinieri, contro false accuse.

"Si fa presente che la Miano e la Corso si riservavano la facoltà di sporgere la regolare denuncia querela nei confronti dei restanti giornalisti, sopra menzionati, nel caso in cui fossero stati pubblicati articoli e/o foto scattate da quest’ultimi, che potevano ledere la privacy delle interessate nonché del console dell’Estonia, non presente al nostro arrivo, ma testimone dei fatti accaduti", - in base di questa frase scritta dai Carabinieri si può capire che giornalisti venivano minacciati di non svolgere il dirito di cronaca pena persecuzione giudiziaria tramite querele. Preciso anche che il Codice della Privacy permette di usare liberamente i dati personali dei pubblici ufficiali e dei responsabili ai pubblici servizi nei casi di particolare interesse pubblico, in particolare nei casi di malfunzionamento dei pubblici servizi e con scopi della giustizia e della tutela dei minori.

Nel verbale dei Carabinieri chiamati dalla Miano nella parte inziale si indica "in quanto segnalato un dissidio tra una donna dichiaratasi assistente sociale che era in compagnia di due bambini a lei affidati ed i genitori di quest’ultimi che erano in compagnia di alcuni giornalisti".Più avanti: "gli scriventi provvedevano ad identificare le persone indicate dalla richiedente dell’intervento: ….", nell’elenco delle persone identificate io non sono indicata (infatti, non c’ero), non c’è una parola sui bambini, nella cui compagnia si trovava la Miano e sulla loro madre, il che fa pensare che vi sono stati anche altri bambini e altra madre con la Miano. Non è chiaro se Carabinieri hanno visto bambini e i loro genitori o no. Il fatto non è stato chiarito neanche sulle udienze. Una vera parodia sulla giustizia.

Con tanta tristezza si può concludere che i Carabinieri non hanno svolto le indagini dovute sul posto per verificare subito le dicharazioni della Miano e non hanno descritto la situazione con la precisione. Indicando solo le dichiarazioni della Miano i Carabinieri hanno discriminato gli altri cittadini interessati e hanno favoreggiato la Miano.

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