Il
primo decreto illegale e non avente efficacia legale del tribunale
minorile di Genova
Tornando
alla descrizione della preparazione del reato di sequestro dei
bambini, in seguito alla ripetuta concussione o corruzione da parte
della Giannina Roatta nei mesi aprile-maggio 2003, il 6/06/2003
alcuni magistrati del tribunale minorile emettevano il primo decreto
illegale e avente in partenza il difetto di nullità a causa del
mancato rinnovo della citazione con il difetto di nullità e a causa
di non corripsondenza del decreto ai requisiti previsti dalle leggi.
Eccone il contenuto: "Riunito nella camera di consiglio
nella persona dei signori: dott. Annamaria Faganelli presidente,
Marina Besio giudice, Lucia Spada componente privato, Francesco
Ciulla componente privato; vista la segnalazione del servizio sociale
relativa ai minori BABENKO ANDREI e BABENKO VALENTINA; rilevata
l’impossibilità di inserimento in struttura con la madre; PQM
conferma l’affidamento dei minori al comune e dispone il loro
inserimento in idonea struttura, anche con l’ausilio della forza
pubblica".
Nel
decreto non si indica l'affidatario nonostante è previsto dalla
legge. Ciò si spiega dal fatto che più assistenti sociali e loro
complici volevano i bambini in possesso e si rivolgevano al tribunale
con richieste di emettere decreti illegali in loro favore, in più
non esisteva un ricorso previsto dalla legge di un assistente sociale
– al posto del ricorso al tribunale sono state fornite epistole
private deliranti variopinte di Silvia Miano, di don Pierluigi
Sambuceti e dei Simone Sturla e Giuseppe Grigoni. In più c'erano
lettere della Giannina Roatta nelle quali si indicava persino il
testo desiderato. Come si vede, i magistrati minorili lasciavano i
gangster a decidere tra di loro chi di loro sarebbe diventato
affidatario e possessore dei bambini.
La
legge prescrive requisiti ben precisi per i decreti di affidamento
dei minorenni, l'affidatario deve essere indicato chiaramente e
precisamente e devono essere descritte le condizioni dell'affidamento
e il progetto di rientro dei minori in famiglia. Una comunicazione
segreta di un servizio sociale anonimo non può essere la base
decisiva.
In
quanto il decreto prevede la detenzione carceraria dei bambini in un
carcere privato (struttura) le conclusione del pubblico ministero
relative alla deprivazione della libertà personale sono
obbligatorie. Il decreto non contiene la motivazione della detenzione
carceraria dei bambini in un carcere privato – non ci sono accuse
né contro i bambini né contro i genitori.
Il
decreto è stato scritto senza un'udienza e senza un processo
previsto dalla legge.
I
nomi dei bambini non corrispondono ai loro nomi, il nome del
maschietto è stato russificato.
Il
decreto in questione è la prova del reato avvenuto di corruzione o
concussione dei magistrati.
In
un paese civilizzato i magistrati autori di un simile illegale
decreto sarebbero già in galera e avrebbero perso a vita il diritto
di esercitare in un pubblico ufficio.
Agenti
di Polizia sequestrano i bambini in base del decreto non avente
efficacia legale e omettono di querelare i magistrati che hanno
emesso il decreto illegale e senza un processo previsto dalla legge
Il
decreto irregolare non è stato trasmesso per la notifica regolare ma
inserito subito nella banca SDI dove vanno i decreti non notificati,
come capisco è stato un trucchetto per rendere la situazione
improvvisa per la nostra famiglia e per ridurre l'efficacia delle
azioni immediate di difesa. La citazione mi è stata notificata
tramite convocazione sull'appuntamento prefissato, idem tanti altri
atti giudiziari relativi alla liberazione dell'immobile e per altre
questioni, solo questo decreto non è stato notificato come solito.
Il
decreto mi è stato notificato al mattino del 30 giugno 2003. Nella
banca SDI non esistevano altri decreti da notificare.
Gli
agenti di Polizia che l'hanno notificato erano consapevoli che il
decreto è illegale, che non ha efficacia legale e non può essere
eseguito - uguale come lo ero io e i magistrati, però lo eseguivano
con abuso di potere – come veri criminali. Si rifiutavano di
procedere immediatamente con la querela penale contro i magistrati
estensori del decreto, compiendo il reato di omissione di atti
d'ufficio e di favoreggiamento ai magistrati-delinquenti.
I
miei figli sono stati arrestati con la forza e portati in una
direzione sconosciuta.
Gli
agenti di Polizia delinquenti e rapinatori dei miei figli dicevano
che per loro non esiste la legge, che la legge sono loro e che
possono compiere tutti reati che vogliono in quanto non saranno mai
puniti.
Mi
hanno tenuto in arresto illegale tutto il giorno anche se nei miei
confronti non esistevano decreti di limitazione di libertà personale
e non esistevano i motivi di fermo/arresto, in questa maniera gli
agenti di Polizia delinquenti cercavano di impedirmi di contattare
subito le Autorità Giudiziarie, invano, perché l'avevano fatto
tutte le persone presenti nel momento dell'arresto dei bambini – la
gente era veramente indignata.
Gli
agenti di Polizia coinvolti hanno compiuto tutti i reati in presenza
di giornalisti internazionali.
Dopo
l’intervento dei giornalisti, dell'Ambasciata del mio paese e di
alcune altre autorità italiane ed internazionali, gli agenti di
polizia avevano concordato di restituire i bambini il giorno
seguente, nel loro ufficio, in presenza di “un assistente
sociale di Genova” la quale dovrebbe fare da "garante
della consegna" e da "simbolo della civiltà
italiana", inoltre da testimone della consegna e dello stato
dei bambini.
Silvia
Miano, Fiorella Corso e Paola Gargano sequestrano i bambini con le
modalità da gangster al posto di fare le garanti della consegna
Il
giorno seguente, il 1/07/2003, la consegna promessa dei bambini non è
stata effettuata nonostante la mia famiglia ha aspettato il giorno
intero davanti alla porta dell'ufficio dove doveva avvenire la
consegna.
Sesta
Godano non c'entra nulla con Genova però al posto di un assistente
sociale genovese nel luogo dei fatti si era presentata di nascosto
l'assistente sociale del comune di Sesta Godano Silvia Miano e due
sue amiche – padrone dell'azienda imprenditoriale casa-famiglia
“Gulliver” Fiorella Corso e Paola Gargano.
Queste
donne hanno effettuato il sequestro dei miei figli nello stile dei
gangster, portandoli via dal posto con una macchina coi vetri
specchiati senza che i presenti s'accorgessero di nulla. L'Italia è
stata svergognata al livello internazionale, in quanto sul posto
erano presenti tantissimi giornalisti dai paesi diversi che volevano
assistere alla consegna dei bambini e volevano verificare che gli
agenti di polizia che li avevano sequestrati/arrestati il giorno
prima non li avessero fatto del male.
Ovviamente,
nel 2003 nessuno sapeva che erano Silvia Miano, Fiorella Corso e
Paola Gargano a rapinare i bambini dal luogo della consegna -
l'abbiamo saputo anni dopo, quando i complici del reato avevano
cominciato ad accusare l'un l'altro per giustificare sé stessi e per
incolpare gli altri complici.
Dopo
la liberazione dal sequestro, i bambini hanno raccontato che erano
stati imprigionati in una macchina-furgone coi vetri specchiati scuri
e passando davanti alla nostra famiglia che aspettava davanti agli
uffici della Polizia, la Miano aveva ordinato di fermare la macchina
e diceva ai bambini: “Guardare come siete cattivi, siete
bambini talmente di merda che anche i vostri genitori non vi vogliono
più e non vi salutano neanche” (è il gergo preciso
della Miano con omissione delle imprecazioni oscene relative alle
parti intime del corpo). La bambina piccola non capiva che attraverso
i vetri specchiati non potevamo vedere all'interno della macchina e
ha avuto una crisi isterica di pianto con la perdita del sangue dal
naso e seguente svenimento. Quando i bambini hanno cominciato ad
urlare e a chiamarci, tentando invano di uscire dalla macchina, le
donneMiano, Corso e Gargano hanno aumentato al massimo il volume
dello stereo e li hanno picchiati in modo brutale “sfogando” le
loro anime abominevoli e nefande.
Le
Miano, Corso e Gargano hanno preso con la forza (compiendo il reato
di rapina) i soldi, i telefonini, i vestiti e i beni personali dei
miei figli (fino ad oggi non restituiti), effettuando la
perquisizione corporea non autorizzata dalle autorità giudiziarie e
conducibile ad atti di pedofilia.
Nel
primo luogo di detenzione (secondo la Miano, presso un istituto
religioso di Voghera, secondo i bambini – in un carcere in una zona
di boschi e monti, forse proprio nell'azienda istituto-casafamiglia
“Gulliver”, non invano due padrone dell'azienda erano venuti in
persona per partecipare nel reato di rapina) i bambini sono stati
subito legati per evitare che si muovessero, parlassero e dessero
qualsiasi tipo fastidio, e, ovviamente, per evitare che chiedessero
aiuto a qualcuno. Il posto di detenzione era insalubre e inadatto ai
minori, i bambini venivano tenuti insieme con malati mentali,
tossicodipendenti e altri personaggi pericolosi adulti.
Durante
il sequestro, i bambini sono stati più volte spostati da un'azienda
all'altra, portati negli appartamenti privati, forse sono stati per
alcuni giorni anche nell'azienda “Centro Benedetto Acquarone” di
Chiavari. Di sicuro, sono stati nell'azienda “Gulliver” - non
invano nel loro sequestro hanno partecipato due padrone di
quest'azienda.
I
capelli dei bambini sono stati tinti in un colore biondo vivace per
evitare il riconoscimento e per assecondare gusti particolari di
qualche "secondo padre" (acquirente?) che voleva dei
bambini russi. I miei figli sono stati costretti tramite percosse di
dichiarare in lingua italiana di essere russi mentre non lo sono
affatto e non abbiamo neanche un parente russo e neanche un parente
di razza slava in genere. Anche nel decreto illegale del tribunale
minorile di Genova al posto del nome vero del mio figlio si indica il
nome russo “Andrei”.
La
Miano e gli altri complici di reato ripetevano ai bambini che loro
"non hanno un padre solo come tutti gli altri bambini, ma
due" e la solita frase dei rapinatori di bambini di
tutti i paesi e di tutti i tempi: "i vostri genitori non
vi vogliono, voi siete bambini cattivi, e per questo che i vostri
genitori non vi chiamano e non vengono a vedervi".
Come
vedete, il comportamento dei sequestratori dei miei figli e le
torture attuate per abbattere la psiche e la resistenza dei bambini
corrispondano esattamente al comportamento del famigerato rapinatore
dei bambini belga di nome Marc Dutroux del quale hanno parlato tanto
i mass-media. Tutti i rapinatori dei bambini usano le stesse tattiche
indipendentemente se sono cittadini privati o pubblici ufficiali
rappresentanti dello Stato.
La
presidente del tribunale per i minorenni si rifiuta di dimostrare gli
atti relativi all'emissione del decreto illegale, di collaborare e di
osservare la legge
Il
3/07/2003 l'allora presidente del tribunale minorile di Genova tale
Anna Maria Faganelli, si rifiutava in presenza di testimoni di
dimostrare gli atti del procedimento segreto ed illegale in base del
quale è stato creato il decreto illegale del 6/06/2003, di indicare
il posto di detenzione dei minori, di fornire i dati personali
dell’affidatario-sequestratore dei minori, di provvedere per la
tutela dei minori liberandoli immediatamente dalla detenzione
carceraria illegale e di osservare la legge in generale. Tengo a
precisare che la legge italiana è molto giusta e molta buona e
tutela molto bene i bambini e i magistrati sono mantenuti dal popolo
per osservarla e per farla applicare.
Dopo
il rifiuto della Faganelli di osservare la legge la situazione si era
definitivamente classificata come reato doloso di sequestro di
persona e di sottrazione dei minori con abuso d’ufficio e del
potere.
Nella
stessa giornata, il 3/07/2003, facevo la seconda querela per il
sequestro e la sottrazione dei minori, querelando i
magistrati-delinquenti che avevano emesso il decreto illegale del
6/06/2003 e che si rifiutavano di osservare la legge; la querela è
stata subito inviata anche alle Autorità internazionali (la prima
querela è stata presentata il 1/07/2003 contro gli agenti di Polizia
e contro gli ignoti complici).
Il
21/07/2003, un gruppo di magistrati del tribunale minorile emetteva
un altro decreto illegale, di nuovo senza rinnovare la citazione e
senza un processo previsto dalla legge. Il contenuto è un delirio
indegno dei magistrati. Questo decreto è stato emesso solo perché
la mia famiglia aveva attuato lo sciopero della fame con cartelli
“magistrati osservate la legge!”. Non abbiamo mai
avuto una risposta o un'udienza in seguito alle nostre istanze.
Ovviamente, i magistrati sono stati immediatamente querelati e il
loro comportamento segnalato al Miniaùstero della Giustizia e al
consiglio Superiore della Magistratura.
Anche
questo decreto non ha efficacia legale e ha il difetto di nullità, è
solo un altro reato da parte dei magistrati. Però nel testo
demenziale il comune di Sesta Godano è stato indicato come
affidatario dei minori e come complice dei reati, in più, al comune
venivano impartiti gli ordini precisi di organizzare la mia immediata
presenza nel posto di detenzione dei minori, inoltre l’assistente
sociale Miano Silvia doveva preparare la partenza dei minori in
esilio fuori dall’Italia (l’idea di partenza in esilio è
spuntata fuori perché la Faganelli riteneva che restituire i bambini
osservando la legge "sarebbe un esempio molto cattivo per
gli italiani, che assolutamente non si può dare").
Il
24/07/2003 Silvia Miano e Giorgio Traversone (l'allora sindaco di
Sesta Godano) si erano rifiutati di collaborare con i giudici e di
osservare il decreto del 21/07/2003 e la legge in generale,
nonostante le richieste specifiche telefoniche della giudice Marina
Besio di risolvere la situazione.
La
Miano e una sua compagna nel delinquere ancora non identificata mi
hanno chiesto il riscatto di 300 000 (trecento mila) euro in
contanti, con possibilità di riscattare un figlio solo per 150 000
(cento cinquanta mila) euro – così il reato di sequestro si è
trasformato in reato di sequestro con estorsione del denaro. La Miano
specificava che tale somma corrisponde al guadagno previsto che le
dovevano portare i miei figli, che lei aveva faticato tanto per
averli e che non aveva alcuna intenzione di perdere il guadagno
previsto; diceva anche che avrebbe affrontato tante spese per
compiere reati (ma io credo che mente, credo che abbia rubato denaro
comunale e non ha affatto usato del denaro proprio quando compieva i
reati, visto che riceve lo stipendio indebitamente cioè senza
adempiere gli obblighi della legge e il comune glielo permette senza
licenziarla e senza agire contro di essa nelle sedi legali).
La
Miano, la sua complice e il sindaco del comune di Sesta Godano sono
stati immediatamente querelati sia da me sia da mio l'allora marito
(alla Miano piace mentire che il mio ex coniuge non avrebbe mai fatto
querele contro di lei, in realtà le ha fatte).
Il
25/07/2003 ho impugnato simbolicamente il secondo decreto illegale
per chiudere ogni possibilità a chi ipoteticamente volesse dire che
il decreto potesse avere qualche efficacia legale – il decreto non
aveva l'efficacia legale in partenza.
Dopo
il rifiuto della Miano e del Traversone di collaborare coi
magistrati, era partita una trattativa privata per la liberazione dei
bambini con la presidente del tribunale minorile di Genova Anna Maria
Faganelli. E’ stata una vera trattativa come fanno vedere nei film
– di legalità e di legge non si parlava… è stata una trattativa
verace nello stile "western" – l'Italia è un vero “West”
nelle sedi giudiziarie, purtroppo. "Dell'interesse dei
minori qua non interessa a nessuno" – è la prima
frase dettami dalla Faganelli quando l'avevo vista per la prima volta
nella vita.
La
seconda consegna dei bambini viene pattuita per strada, con modalità
dei film sui gangster e non in ufficio statale
Nelle
trattative private non ufficiali la Faganelli aveva stabilito la
consegna dei bambini il 10/08/2003, alle 17.55, PER STRADA E NON IN
UN QUALSIASI UFFICIO STATALE, sulla piazza della Vittoria di Genova,
alla fermata dei pullman in vicinanza alla stazione ferroviaria - di
che non mi è stato fornito alcun decreto o alcun documento scritto.
Tutto sulla parola.
Io
ero contraria alla consegna dei bambini in un posto pubblico
affollato di altissimo passaggio come lo è la piazza della Vittoria
di Genova, avevo chiesto di organizzare la consegna nell'ufficio
della Faganelli stessa, nella Questura o in un altro ufficio dello
Stato. La Faganelli non ha voluto sapere nulla degli uffici e del
buon costume e della sicurezza dei bambini, volendo per forza fare la
sceneggiata teatrale della consegna davanti a tutta l'Italia in una
delle piazze più grandi del paese e nelle condizioni quando alcuni
dei complici del reato minacciavano di uccidere i bambini.
Alle
18.00 dalla piazza della Vittoria partivano alcuni pullman nelle
direzioni diverse interurbane, secondo condizioni imposte per la
consegna, dovevo prendere uno dei pullman per portare bambini via dal
posto della consegna. La condizione di 5 minuti è stata richiesta
per evitare un’immediata contestazione da parte di un medico o dei
giornalisti dei segni di maltrattamenti e di cattivo trattamento
ricevuti dai bambini durante il sequestro - infatti, i bambini sono
stati consegnati con lividi, cicatrici, ferite ancora aperte e non
medicate, con pidocchi in testa. Con capelli tinti. Con addosso
vestiti e scarpe di seconda mano e non con vestiti loro.
La
promessa verbale, fatta nella sede privata dalla Faganelli, di
consegnare i bambini il 10/08/2003 sulla piazza della Vittoria è
stata resa pubblica tramite mass-media e associazioni per la difesa
dei diritti umani. Per questo sul posto era venuta parecchia gente
curiosa, tutti volevano vedere "lo show" in diretta.
Nessuno
credeva in liberazione dei bambini, in quanto non esisteva conferma
scritta del tribunale minorile e il comune di Sesta Godano dal
24/07/2003 si era ufficialmente rifiutato di collaborare con i
giudici minorili e di osservare le indicazioni e gli ordini dei
giudici; la prima consegna fissata per il 1/07/2003 era già fallita.
Ricevevamo anche minacce telefoniche con la richiesta di "dimenticare
i figli" e di smettere di volerli indietro. I rappresentanti
delle forze dell'Ordine che svolgevano le indagini per sequestro dei
bambini, ci avevano avvertito che era poco possibile di rivedere i
bambini vivi, in quanto non si sapeva precisamente dove si trovavano
e il sindaco del comune di Sesta Godano Giorgio Traversone e
l'assistente sociale Silvia Miano dimostravano apertamente i
sentimenti di odio acuto e di ira nei confronti dei bambini e nei
confronti di tutta la mia famiglia.
Il
10/08/2003, sul posto della consegna era venuta tutta la mia
famiglia, tanti erano arrivati dall'estero, c'erano compagni
scolastici e amici dei bambini, c'erano anche tanti giornalisti e
rappresentanti delle associazioni e delle istituzioni e tante persone
curiose. Erano presenti anche i rappresentanti delle Autorità
Estoni, in caso di mancata consegna la mia famiglia avrebbe
proseguito con loro a presentare una querela particolare
all'Interpol. Sul posto c'erano più pullman in più file, alcune
macchine e moto. C'era gente che saliva e scendeva dai pullman in
arrivo e in partenza. Non si capiva di preciso dove era la fermata,
così i miei parenti si sono messi su tutta la lunghezza del
marciapiede davanti a tutti i pullman (40-60metri). Io e il mio ex
marito c'eravamo messi più-meno a metà della lunghezza del
marciapiede, al centro, davanti ad uno dei pullman. Non si sapeva
dalla quale direzione sarebbe arrivata la Faganelli coi bambini. A
causa della forte confusione non si capiva nulla.
All'ora
prefissata, 17.55, i bambini sono apparsi sul posto della consegna
uscendo da soli da dietro di uno dei pullman, per fortuna da dietro
di uno pullman vicino. Non abbiamo visto chi ha portato i bambini sul
posto, la visione era scarsa e la vista sulla piazza da dove sono
arrivati era coperta da più pullman e da altri mezzi. Nessuno si
era avvicinato a noi, nessuno ci ha chiesto di firmare l'atto della
consegna.
Dai
materiali giornalistici fotografici è stato ricostruito che le Corso
Fiorella e Paola Gargano – padrone-proprietarie dell'azienda
commerciale istituto per i minori “Gulliver”si trovavano nel
luogo della consegna in momento della consegna in mezzo ad altra
gente e che la Miano non c'era con loro.
I
bambini, appena ci hanno visto, hanno a cominciato correre verso di
noi e hanno saltato in braccia, piangendo a voce alta. "Torno
con il fucile per vendicarmi", - ha urlato il bambino
più grande, piangendo.
Non
abbiamo avuto tempo neanche di fare un lungo abbraccio e di calmare
per bene i bambini - bisognava salire sul pullman di fretta per
portare via i bambini in quanto gli agenti di polizia e carabinieri
ritenevano che c’erano troppi rischi di atti violenti contro
bambini sul posto e che non era sicuro di stare in mezzo a tanta
confusione.
Il
bambini erano troppo terrorizzati e non sono stati in grado di
indicare le persone che li hanno portato sul posto della consegna,
hanno solo raccontato che sono stati con una donna con un abito molto
colorato nero lucido con dei grandi fiori rossi, e quando la donna si
sedeva, si vedeva la biancheria intima perché l'abito era molto
corto e ricco di spacchi, il che faceva ridere i bambini (era la
Miano). In più, i bambini riferivano che tanti passanti chiamavano
questa donna "bella porcona". La “bella porcona” aveva
lasciato i bambini in mezzo ai pullman, ordinava di contare fino 100
e dopo dirigersi verso il marciapiede – il luogo della consegna.
Invece
la Gargano è stata definita dai bambini come “mostro babbione
nazista”.
La
consegna è avvenuta in un attimo, la maggioranza delle persone non
hanno capito né visto nulla.
Io
e i miei familiari non avevamo visto né la Faganelli né la Miano,
né Corso né Gargano - nessuno di loro si era avvicinato. Dopo la
consegna avvenuta dei bambini e dopo la partenza della nostra
famiglia dal luogo della consegna, il mio allora coniuge era rimasto
sul posto per vedere di trovare la Faganelli per sapere se doveva
firmare qualche pezzo di carta attestante la consegna perché non
riusciva a credere che non si doveva firmare nulla (qualche altro
decreto illegale, chissà...).
Dopo
circa una ventina di minuti o una mezz'oretta dopo la partenza della
mia famiglia, la Silvia Miano era apparsa nel luogo della consegna in
compagnia di alcuni carabinieri e aveva cominciato ad aggredire i
giornalisti e i fotografi che erano ancora rimasti sul posto e che
erano riconoscibili perché facevano appunti e avevano macchine
fotografiche. La Miano urlava minacciosamente e a voce alta, a
squarciagola: "Sono assistente sociale! Sono assistente
sociale! Sono assistente sociale! Sono assistente sociale!"
- così tutti i presenti hanno saputo della sua presenza e della sua
posizione sociale (dalla testimonianza di una professoressa aggredita
dalla Miano, la gente aveva scambiato la Miano e le sue amiche per
passeggiatrici in ricerca di clienti e nessuno riusciva a credere che
la Miano potesse essere un'assistente sociale pubblico ufficiale, per
questo la Miano ha urlato a squarciagola annunciando disperatamente
la propria posizione professionale - per evitare i simili disguidi
l'Italia dovrebbe introdurre la divisa per gli assistenti sociali e
anche per gli operatori sociali).
La
Miano aveva puntato un suo dito in viso ad alcune persone presenti
sul posto e ha chiesto ai Carabinieri di identificarli. Così sono
state identificate 8 persone presenti al momento dell'arrivo della
Miano (tra cui due non presenti nel momento della consegna dei
bambini in quanto arrivate dopo). Io non sono stata identificata dai
carabinieri in quanto non presente sul posto, nessuno di miei parenti
è stato identificato, e neanche i bambini. Della mia famiglia è
stato identificato solo il mio allora coniuge perché era rimasto là
ad aspettare/cercare la Faganelli.
Le
Miano, Corso e Gargano volevano strappare con la forza i rullini
dalle macchine fotografiche e minacciavano giornalisti dei danni
ingiusti nel caso di pubblicazione degli articoli sui giornali (reato
di violenza privata testimoniato dai carabinieri che accompagnavano
la Miano), cioè intimidivano i giornalisti e impedivano
all'esercizio del diritto di cronaca, previsto dalla legge italiana.
I
Carabinieri hanno trattenuto le persone sul posto per più di un ora.
La
Miano e le sue amiche complici del reato di sequestro dei bambini
avevano dichiarato ai Carabinieri di Genova menzogne di vario tipo:
che la Miano sarebbe affidataria dei nostri figli (senza confermare
il loro detto con un decreto regolare avente efficacia legale), che
esisterebbe un "dissidio" tra lei e i genitori dei bambini
(anche se io non mi trovavo sul posto).
La
menzogna più delirante era che mio ex marito “voleva salire sul
pullman per poter partire con i figli" e che la Miano gli
avrebbe rifiutato e che per questo motivo "veniva fatto oggetto
assieme alla Corso di insulti" tramite frasi: "TORNATE A
ZAPPARE LA TERRA, SIETE DELLE ROVINA FAMIGLIE, VOI ED IL TRIBUNALE
DEI MINORI NON AVETE MODO D'ESISTERE" (la citazione dalla
relazione dei Carabinieri relativa al racconto della Miano a loro).
Ovviamente,
il mio ex coniuge era libero di salire sull'autobus (e l'aveva
fatto), né quando eravamo tutti dentro al pullman né prima non ci
era avvicinata nessuna donna in un miniabito nero lucido tempestato
dai fiori rosso fuoco inadatto per avvicinarsi ai minori e alle
famiglie. Il mio allora coniuge era sceso dall'autobus per cercare la
presidente del tribunale dei minori di Genova in quanto la consegna
era pattuita con lei e ci aspettavamo lei.
Come
vedete, sono le solite menzogne demenziali facilmente smontabili
dalle prove – così è stato nella sede processuale.
Il
giorno seguente alla consegna, dopo avere visto dei reportage
giornalistici televisivi che criticavano il modo di vestirsi della
Miano, il suo scarso livello della morale e della preparazione
professionale, che la ritenevano completamente inadeguata al ruolo di
un assistente sociale in quanto patologicamente violenta e aggressiva
contro giornalisti, che criticavano aspramente anche le Corso e
Gargano per aggressione contro giornalisti - la Miano e le sue
complici Corso e Gargano sono andate dai Carabinieri di Borghetto di
Vara e hanno presentato la querela contro alcune delle persone
identificate sul posto e contro di me che non sono stata
identificata. Le criminali hanno cambiato la versione dei fatti detta
ai Carabinieri genovesi il giorno prima e hanno inventato nuove
menzogne. Tra tutte le persone calunniate dalle Miano, Corso e
Gargano io sono l'unica non identificata dai Carabinieri nel luogo
degli eventi in quanto assente nel momento dell'arrivo della Miano.
A
me è stata attribuita la frase: “Ecco la venditrice dei bambini,
guardate com'è con la minigonna” (è proprio ciò che pensa la
Miano di sé stessa!), ad altre persone: “Miss Pechino, hai violato
la convenzione per i diritti dei fanciulli – vergognati”,
“Stupida fai cose da stupida”, “Maledette”, ecc. Della frase
sul zappare la terra ed essere “rovinafamiglie” le calunniatrici
hanno dimenticato (durante l'interrogatorio processuale hanno
cambiato la versione dei fatti per la terza volta, dimenticando di
tutte queste menzogne e limitandosi delle imprecazioni che non sono
state neanche accennate nelle prime due versioni delle menzogne).
Le
tre calunniatrici dovevano essere subito processate d'ufficio per il
falso ideologico sia per avere cambiato la versione dei fatti sia per
avere fatto dichiarazioni menzognere alle Autorità Giudiziarie del
tipo che la Miano sarebbe stata affidataria di miei figli. Per
qualche motivo illegale non ancora chiarito le donne non sono state
processate - sarebbe interessante di sapere: con cosa hanno pagato
per non avere il dovuto processo?
Così
è nato il processo in questione.
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