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3 febbraio 2009

ATTO VII - SECONDA UDIENZA – IL GIUDICE DR. FILIPPO SANTARELLA RIDE E SI DIVERTE



SECONDA UDIENZA – IL GIUDICE FILIPPO SANTARELLA RIDE E SI DIVERTE ASCOLTANDO LA PARTE CALUNNIATRICE E NON PRENDE IN CONSIDERZIONE LA TESTIMONIANZA DEL CARABINIERE CONTRARIA ALLA PARTE CALUNNIATRICE

AVVOCATI OMETTONO DI FARE LE DOMANDE ALLA PARTE CALUNNIATRICE E I CITTADINI CALUNNIATI NON HANNO IL POTERE DI INTERVENIRE A CAUSA DELLA LEGGE DIFETTOSA E INGIUSTA

Il 27/03/2008 è stata effettuata la seconda udienza dedicata all’ascolto della parte accusatrice.

Delle persone calunniate erano presenti solo io e la sig.ra A.A., in ruolo di Pubblico Ministero era una certa Dr.ssa Lombardo e non la Sabrina Monteverde.
Prima dell’udienza in corridoio d’attesa le Miano, Corso e Gargano rileggevano la loro querela del 11/08/2003 e si accordavano vivacemente e rumorosamente sulle dichiarazioni da fare. Non mi hanno riconosciuto e si erano accomodati vicino a me. Quanto il mio avvocato mi ha chiamato per nome si erano alzate tutte rosse e spostate in fondo del corridoio.


Avvocato Mario Scopesi mi copre degli insulti e giudice e p.m. non intervengono per la tutela di miei diritti, della legalità e di buon costume in generale

L’udienza è iniziata con insulti e diffamazioni nei miei confronti da parte dell’avvocato della Miano Silvia di nome Mario Scopesi. L’avvocato si è permesso di affermare che io avrei una tendenza a delinquere (!), compiendo il reato di falso ideologico doloso e di diffamazione, in quanto dagli atti del processo sapeva perfettamente non sono mai stata condannata nella vita mia e che ho già vinto due processi a mio carico (in base delle calunnie dell’assistente sociale Margerita Sadowsky e don Rocca Rinaldo), dimostrando la mia buona fede, onestà e il rispetto della legge. Nei processi penali gli imputati hanno il dovere di presentare la certificazione delle condanne penali o di assenza degli stessi. Avevo presentato certificati di assenza delle condanne rilasciati sia dalle Autorità Estoni sia dalle Autorità Italiane. Quindi, da parte dell’avvocato è stato un’offesa consapevole e dolosa del mio onore e della reputazione con lo scopo di ingannare il giudice e il Pubblico ministero e di diffamarmi davanti tutti i presenti.


Ripreso da parte del mio avvocato sul fatto di mentire spudoratamente e dolosamente, lo Scopsi si è "giustificato" che ritiene che in Italia le querele presentate dai cittadini sono reati e che le querele che ho fatto io contro reati della Miano Silvia sarebbero secondo lui reati – con tutto ciò che la Miano non ha mai fatto una controquerela. Giudice aveva chiesto se la Miano abbia mai fatto qualche querela e se si sentiva lesa da qualche mia querela, su di che lo Scopesi con un sorriso storto chiariva che no. A questo punto il giudice ha cominciato a ridere e a sorridere, divertendosi e omettendo di riprendere l’avvocato per le menzogne, falso ideologico e offese del mio onore e della reputazione in danno alla Giustizia. Anche la Pubblico Ministero ha omesso di provvedere nei confronti della menzogna dell’avvocato e delle offese nei miei confronti.
Né giudice né pubblico ministeroné avvocato Bracco non hanno chiesto dall’avvocato Scopesi di porrmi le scuse immediate, dovute in questa occasione. Tutte queste persone mi davano la "signora" sul posto di "dottoressa" umiliandomi e mettendo sullo stesso livello della Miano, la cui non è laureata. Mi sembrava di essere in mezzo ai razzisti-estremisti e omissioni del giudice e della p.m. non erano altro che descriminazione razziale basato sull’odio razziale.
L'avvocato Bracco era rimasta inerte e non ha provveduto per la mia difesa, io in qualità della persona accusata non avevo il diritto di parola, appena volevo proteggere il mio onore la p.m. diceva in maniera non rispettosa che non ho diritto di parlare (!!!). Dopo l'idienza avevo chiesto all'avvocato Bracco di provvedere con querela per ingiuria/diffamazione contro lo Scopesi e per altro ravvisabile (tipo falsa testimonianza o falsa dichiarazione alle autorità), l'avvocato mi prometteva però dopo non ha fatto nulla.

"Memoria" calunniatoria e diffamatoria dell’avvocato Scopesi

Lo Scopesi non si era limitato di insultarmi verbalmente ma ha anche consegnato al giudice e al p.m. una specie di "memoria", nella quale ha elencato una parte di istanze, esposti, querele, ricorsi e altro presentato da mia famiglia in seguito all’occupazione della mia abitazione da parte dei criminali, deviando lo stato reale delle cose e ommetendo di indicare i fatti contrari all’interesse della Miano. Istanze sono state indicate come lettere, querele come esposti o lettere, ricorsi nella sede civile come "denunze" o esposti, e altro del genere. L’avvocato ha accuratamente omesso di indicare i nomi delle persone da me querelate e gli articoli penali dei reati esplicitamente denunciati. Lo Scopesi ha volutamente falsificato il contenuto dei documenti da lui descritti.

L’avvocato ha indicato il falso sull’esistenza dei processi pendenti a mio carico, nascondendo accuratamente che io avevo già vinto questi processi (sempre quei due processi in base delle calunnie della Margerita Sadowsky e don Rocca Rinaldo).

Nella memoria sono presenti anche insulti pesanti molto sporchi nei miei confronti, fatti con evidente odio razziale. Appena ho avuto questa "memoria" ho fatto querela penale contro lo Scopesi per reati di ingiuria, falso ideologico, diffamazione e altro ravvisabile senza aspettare che lo faccesse avvocato d'ufficio.

Lo Scopesi ha usato insulti contro di me in quanto non aveva alcuna prova in favore della sua assistita e ha scelto di insultarmi, offendendo l’onore e la reputazione mia e di tutta la mia famiglia. Altri coimputati non sono stati insultati – il che conferma amcora una volta che le azioni dell’avvocato sono state guidate dall’odio razziale ed erano indirizzati a provocare l’odio nei miei confronti anche nel giudice stesso e nei tutti altri italiani presenti.

Forse lo Scopesi pensava che non capisco l’Italiano ed era sicuro di potermi insultare senza che mi accorgessi.
La "memoria" è di 10 pagine, 10 pagine di invenzioni, falsità e gioco di fantasia malsana – ma quanto tempo bisognava perdere per scriverla!? Un lavorone che richiede parecchio tempo!

Come si vede lo Scopesi si era buttato nel promuovere gli interessi della Miano Silvia in maniera molto calda, personale e altamente altruistica, abbassandosi di aggiungere le proprie menzogne alle menzogne della Miano – di solito gli avvocati non mentono per loro clienti, limitandosi a riferire solo menzogne dei loro clienti senza essere coinvolti… La Miano si dichiara di essere una donna sposata… bohh… situazione curiosa dal punto di vista psicologico.

Lo Scopesi ha omesso di consegnare una copia della "memoria" in questione a me e al mio avvocato subitosull’udeinza, per questo non l’avuto subito. L’avvocato Bracco doveva preparare una memoria di risposta, però non l’ha mai fatto, in seguito si era giustificata che la "memoria" non riguardava le questioni di causa.

Ascolto della parte calunniatrice e del carabiniere-testimone

Dopo aggressioni verbali nei miei confronti da parte dello Scopesi sono stati sentiti calunniatrici Miano, Corso e Gargano e carabiniere-testimone. A queste persone non sono state fatte domande utili per chiarire la verità dei fatti, in particolare qundo entravano in contraddizione tra di loro e contro sé stessi. Ascoltando contraddizioni e falsità deliranti il giudice Santarella rideva apertamente nonostante la questione riguarda il sequestro e trattamenti disumani e degradanti a due bambini.
Il 22/01/2008 aveva inviato un'e-mail all'avvocato Bracco con l'elenco delle domande da fare alla controparte e al carabiniere con lo scopo di evidenziare la verità dei fatti. L'avvocato Bracco mi assicurava che ha preso domande in considerazione e che aveva preparato anche tante altre domande. Sull'udienza, però, l'avvocato non ha fatto nessuna di queste domande alla controparte, ledendo gravemente i miei diritti. Sentendo le dichiarazioni della controparte e del carabiniere nella testa apparivando ulteriori domande indispensabili ai sensi della rivelazione della verità. Io suggerivo alcune domande al mio avvocato, però non le ha fatte.
Purtroppo in Italia le persone imputate non hanno il diritto di porre le domande ai testimoni e a i propri calunniatori/accusatori, il che rappresenta una gravissima mancanza nel diritto italiano, in quanto vanno lesi diritti alla difesa, all’indagine, alla definizione della verità e alla giuistizia in generale.
L'art. 498 p.1 C.P.P. prevede: "Le domande sono rivolte direttamente dal pubblico ministero o dal difensore che ha chiesto l'esame del testimone". Cittadini accusati di fatto non hanno diritto alla difesa quando avvocati lavorano male o addirittura tradiscono.
L'art. 6 p.3 lett.D della L. 848/1955 (convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo) invece prevede: "In particolare, ogni accusato h adiritto di ESAMINARE E FAR ESAMINARE i testimoni a carico ed ottenere la convocazione e l'esame dei testimoni a discarico nelle stesse condizioni dei testimoni a carico".
Come si vede, c'è un gravissimo contrasto in danno ai cittadini accusati e al dirritto alla difesa tra due leggi italiane: codice di procedura penale e la convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo. L'esame della parte accusatrice è stato omesso e conseguentemente è stato leso il mio diritto ad un equo processo.

La pubblico ministero aveva le domande che suggerivano le risposte e tutti gli avvocati presenti, tranne quelli della Miano, protestavano a voce alta, chedendo la p.m. di rispettare la legge e di non fare le domande contententi le risposte e conducenti le persone di fare le risposte volute dalla p.m.. Pressioni particolari sono state fatte nei confronti del carabiniere: la p.m. l'aveva obbligato a confermare di avere assistito a tutti gli eventi descritti nel verbale sul posto di chiedere se il verbale è stato scritto interamente dalle parole della Miano o se ha assistito a qualcosa. Il carabiniere inizialmente cofermava tutto richiesto dalla p.m. e dopo specificava di non ricordare (sic!).

Prima di sentire la parte calunniatrice e il testimone non è stata chiarita la dinamica degli eventi anche se era sstata da me depostiata agli atti insieme con la piantina del posto - si vede che la parte calunniatrice veniva favoreggiata e tutti gli elementi a suo sfavore venivano "scartati" senza motivazione prevista dalla legge.
Il testo seguente si basa sul verbale dell’udienza. Purtroppo il verbale non rispecchia tutte le cose dette (io stendevo il mio e dopo ho paragonato i due scritti, quello del tribunale è solo 1/30 o anche meno di tutto il detto). Il che attesta che cittadini devono venire con le attrezzature di registrazione sulle udienze per tutelare i propri diritti, in quanto cancellire possono omettere l'importante e anche cambiare le frasi a proprio piacimento.
Nonostante situazione inequa e ingiusta il carabiniere esplicitamente testimoniava la mia estraneità ai fatti (non sono stata indicata con un dito e identificata, non ero presente sul posto degli eventi), la Miano diceva esplicitamente che tutte le persone che l'avrebbero insultata sono stati indentificati conducendo sempre alla mia estraneità ai fatti in quanto non identificata, testimoni a carico affermavano di non ricordare se avevo detto qaulcosa e una delle due addirituttura di non ricordare se la Miano è stata insultata e che tutte le persone che avrebbe insultato sono stati identificati e non si erano allontanati dal posto degli eventi - mentre io ero andata via dopo 5 minuti.


Dichiarazioni della Gargano Paola – autista

La Gargano Paola è una donna estremamente primitiva, di corporatura molto robusta, abbondante di corpo, la cui ha lo stile di comportamente maschile. A differenza del 2003 la Gargano ha tagliato via i capelli e aveva il taglio da uomo.
La donna non capiva bene la lingua italiana, per esempio non sapeva cosa significa il verbo "identificare", quindi le venivano fatte domande in forma molto primitiva, per esempio "identificare" le è stato spiegato come "i carabinieri hanno guardato i Suoi documenti?".
La donna ha più volte ripetuto la parolaccia "troia/troie", dimostrando una forte abitudine e domestichezza all’uso delle parole del genere.
Ho sentito il sentimento di orrore pensando che i miei figli sono stati in compagnia di questa donna nel periodo di sequestro e che hanno passato una giornata intera in sua compagnia in giorno della consegna. Il giudice, invece, ha cominicato a ridachiare, gli sembrava buffo e divertente, che una tale donna ha avuto in possesso i miei figli senza un regolare permesso del tribunale dei minori. Non credo che il giudice avrebbe permesso a questa donna di avere accesso ai propri figli o nipotini.
Alla Gargano non è stato chiesto il motivo del ritito della querela, il motivo per il quale non ha ripetuto la versione dei fatti presentata da lei stessa nella querela ai Carabinieri il 11/08/2003, anche se l’aveva riletta immediatamente prima dell’udienza nel corridoio in unità con le Miano e Corso. Non le è stato chiesto di collocare i presunti insulti nelle quattro fasi degli eventi e di disegnare la piantina del posto indicando tutti gli spostamenti. Il che era logicamente indispensabile per chiarire la verità. Nessuno degli avvocati-difensori ha insistito per la definizione di questi fatti.
La Gargano rispondeva sulle domande della Pubblico Ministero senza raccontare prima i fatti spontaneamente, in quanto non era in grado di esporre i fatti in forma di un racconto libero (purtroppo, le domande non si indicano sul verbale):


"Eravano tutti insieme, io, la Miano, la Corso, i due bambini, la madre dei bambini, il console estone con altra gente che non conoscevo. Ci hanno accolto in malomodo con atteggiamento di sfida. Molta confusione. Molte parole forti. C’era una signora con un cartello, un uomo che scattava le foto."

"IO CONOSCEVO LA SIGNORA BABENKO. NON RICORDO SE HA DETTO QUALCOSA. RICORDO LE FRASI MA NON CHI LE HA PRONUNCIATE. LE PERSONE ERANO 4 O 5, IO ERO UN PO’ DISTACCATA. HO SENTITO UNA FRASE INDIRIZZATA ALLA SIGNORA MIANO CHE AVEVA UN VESTITO STILE CINESE "LA TROIA DI PECHINO". UN SIGNORE CON UN BAMBINO PER LA MANO HA SPUTATO PER TERRA E HA DETTO "BRUTTE TROIE". NON HO SENTITO NULLA DAL SIGNORE CHE SCATTAVA LE FOTO, GLI HO CHIESTO PER PIACERE DI NON FARE FOTO".


Come si vede dalla foto della consegna, la Gargano si trovava dietro alla mia famgilia nel momento della consegna, il che corrisponde al "io ero un po’ distaccata". Prima che apparissero i bambini la Gargano e la Corso di trovavano sul marciapiede vicino a me e mio ex marito, a destra da noi, venendo sul posto della consegna prima della Miano, lasciando la Miano e bambini dietro o in mezzo di tre file di pullman e autoveicoli. Quando i bambini sono apparsi sul posto della consegna da dietro uno dei pullman, noi c’eravamo corsi incontro a loro e loro incontro a noi, c’eravamo incontrati già sulla strada, le Gargano e la Corso si sono rimaste sul marciapede e si trovavano di fatto dietro di noi, alla distanza di 2-3 metri, come sembra dalla foto. Nel momento dell’arrivo dei bambini eravamo vicino, se io o mio ex marito avessimo detto qualcosa contro la Miano, la cui non consocevamo e di cui avremmo pensato che sarebbe un’agente di forse dell’ordine se l’avessimo vista, loro l’avrebbero perfettamente sentito. Preciso anche che abbiamo fatto delle esclamazioni tipo "tesoro, amore di papà/mamma" quando abbiamo visto bambini, però nessuna delle donne ha riferito queste frasi.

"NON RICORDO SE HA DETTO QUALCOSA" è una pura menzogna, in quanto stando dietro di me la Gargano doveva sentitre tutto, in particolare le espressioni d’amore espressi verso bambini.

Affermazione sull’attegiamento di sfida attesta le paure interne psicologiche della Gargano, in quanto le persone, che le ha viste arrivare dalla piazza della Vittoria verso le file dei pullman, ha pensato che fossero agenti di Polizia e salvatrici dei bambini dalle mani dei sequestratori. L’affermazione della Gargano attesta la comprensione e consapevolezza della stessa della gravità dei reati compiuti.
Dalla Gargano non è stato chiesto di specificare cosa la stessa intendeva sotto "l’attegiamento della sfida" e come mai ha valutato la situazione in un tale strano modo visto che sul posto era un via-vai di gente e caos.


Rispondendo sulla domanda del P.M.:

"NON MI SEMBRA DI AVERE VISTO LA SIGNORA MIANO CON QUALCUNO" – il che contradice alla frase inziale "Eravano tutti insieme, io, la Miano, la Corso, i due bambini, la madre dei bambini, il console estone…".


"Mercier, lo avevo già consociuto, non ricordo cosa ha detto ma l’atteggiamento era lo stesso degli altri, era un tono concitato, non ricordo se ha fatto delle offese, non sono in grado di dirlo per via della concitazione".
Se abbraciava i figli, l’atteggiamento non poteva essere "lo stesso degli altri".

"Ho sentito la donna con il cartello dire "Ci avete portato via i bambini, avete violato le convenzioni". Ho sentito frasi ingiuriose nei confronti del … (illegibile, forse "gruppo"). Non sono in grado di dire se la signora con il cartello abbia pronunciato frasi ingiuriose nei confronti della Miano".

"I contestatari erano 4 o 6. C’erano anche altre persone che aspettavano la corriera".

Le risposte della Gargano alle domande degli avvocati (anche le domande degli avvocati non sono trascritte sul verbale):
"RICORDO CHE SONO STATE DETTE FRASI INGIURIOSE MA NON NEL DETTAGLIO".
Ricordano che "i contestatari erano 4 o 6" la Gargano poteva tranquillamente ricordare i dettagli. In caso contrario non poteva ricordare la quantità dei "contestatari".

"HO SENTITO LE FRASI INGIURIOSE DI CUI NON RICORDO LE PAROLE ESATTE NE CHI DEI PRESENTI LE ABBIA PRONUNICATE".
Rispondendo sulla prima domanda (guardi su) la Gargano ha risposto: "HO SENTITO UNA FRASE INDIRIZZATA ALLA SIGNORA MIANO CHE AVEVA UN VESTITO STILE CINESE "LA TROIA DI PECHINO". UN SIGNORE CON UN BAMBINO PER LA MANO HA SPUTATO PER TERRA E HA DETTO "BRUTTE TROIE"".

"NON RICORDO SE LA FRASE ESATTA SIA STATA "MISS PECHINO HAI VIOLATO LA CONVENZIONE DEI DIRITTI".

"LA SIGNORA BABENKO MI ERA STATA INDICATA COME LA MADRE DEI BAMBINI, PRIMA DEI FATTI AVEVO INCONTRATO SOLO IL SIG. MERCIER. I BAMBINI LI ABBIAMO CONSEGNATI APPENA ARRIVATI. IL PULLMAN è PARTITO DOPO CIRCA 30 MINUTI. I CARABINIERI SONO INTERVENUTI DOPO UN PO’. MI SEMBRA CHE FOSSERO PRESENTI ALLA PARTENZA DEL PULLMAN."In questa frase la Gargano afferma che non mi conosceva, che non mi ha mai incontrato, che io le sono stata indicata da qualcuno (non è stato chiesto da chi). Invece rispondendo sulle prime domande la Gargano ha detto: "IO CONOSCEVO LA SIGNORA BABENKO". Una tale contraddizione attesta il fatto di falso dichiarazioni. Prima mi conoscevva, dopo io le sono stata indicata da qualcuno come madre. Non le è stato chiesto dove e quando avrebbe "incontrato" il mio ex marito. Cinque minuti sono sembrate alla donna di essere l’intera mezz’ora, cos’ succede solo nei casi della coscienza sporca.
Prima la Gargano dice che i Carabinieri erano arrivato dopo un po’ dopo la partenza del pullman e dopo che le sembra che fossero presenti alla partenza del pullman.

E ancora le risposte della Gargano:

"CON LA PRESENZA DEI CARABINIERI SI SONO CALMATE LE ACQUE"

"SI TUTTO IL GRUPPO AVEVA L’ATTEGIAMENTO DI SFIDA E HO SENTITO VOCI DI UOMINI E DONNE" .


"NON POSSO ATTRIBUIRE LE FRASI ALLE PERSONE PERCHé NON LE CONOSCO".Invece il 11/08/2003 la Gargano ha chiaramente e dettagliatamente attribuito le seguenti frasi alle persone da lei querelati: "ECCO LA VENDITRICE DEI BAMBINI, VERGOGNATI, GUARDATE COM’E’ CON LA MINIGONNA!", "MISS PECHINO, HAI VIOLATO LA CONVENZIONE PER I DIRITTI DEI BAMBINI E LA SENTENZA DEL TRIBUNALE, NON HAI ESEGUITO LA SENTENZA DEL TRIBUNALE", "Maledette", "VAFFANCULO, FACCE DI TROIA", "STUPIDA FAI LE COSE DA STUPIDA", "FATE SCHIFO, FATE UN LAVORO SPORCO, VERGONATEVI" – ad ogni persona è stata attiribuita la frase specifica. Sotto la querela c’è la sua firma. Prima dell’udienza nel corridoio d’attesa la Gargano ha riletto la propria querela in unità con le Corso e Miano, perché non ha ripetuto e non ha confermato davanti al giudice il dichiarato ai Carabinieri il 11/08/2003??? Nel 2003 nella versione dei fatti presentata ai Carabinieri di Borghetto di Vara solo la signora A.A. è stata accusata di dire la frase "faccie da troia", invece nel 2008 sono state accusate le persone imprecisate.
Dopo l’arrivo dei Carabinieri la Gargano ha passato più di un ora nella compagnia delle persone indicate con il dito dalla Miano, discutendo (immagino) sulle questioni di comportamento aggressivo della Miano. In questi casi le persone si ricordano e come! Non si ricordano solo dopo brevi incontri di 5-10 minuti quando non si parla tanto.
Nell’arco della testimonianza la Gargano è stata più volte avvertita dal giudice dell’obbligo di dire la verità, però il giudice lo diceva ridacchiando…


Dichiarazioni della Fiorella Corso – educatrice-operatrice

Anche la Corso ha dimostrato una dimestichezza con le imprecazioni, ripetendole più volte e volentieri. Anche alla Corso non è stato chiesto il motivo del ritito della querela e perché non ha ripetuto la versione dei fatti presentata da lei stessa nella querela ai Carabinieri il 11/08/2003, anche se l’aveva riletta immediatamente prima dell’udienza nel corridoio in unità con le Miano e Gargano. Non le è stato chiesto di collocare i presunti insulti nelle quattro fasi degli eventi e di disegnare la piantina del posto indicando tutti gli spostamenti. Alla Corso non sono state fatte le domande, neanche una. Si vede che il giudice e la Pubblico Ministero non volevano arrivare alle utleriori contraddizioni nelle dichiarazioni. Dal mio punto di vista è stato un puro e aperto favoreggiamento alla Miano. Io sussuravo al mio avvocato le domande che volevo porre alla donna, però l’avvocato non ha voluto farle.

Ecco la dichiarazione–racconto della Corso:

"Ero con la Miano e con la Gargano in piazza della Vittoria dove abbiamo incontrato il console, c’era la Babenko e il Mercier e un’altra decina di persone, forse 15. Ricordo queste persone per attegiamenti irruenti nei nostri confronti. Ci sono state parolacce e insulti. … Riconosco presente in aula sola la Babenko, c’erano forse più donne. .. ricordo solo la signora col cartello. Dicevano "Vergognatevi" e insultavano anche "Troia", poi ricordo qualcuno che ha sputato".
Alla Corso non è stato chiesto cosa intende con "attegiamenti irruenti" e in quale maniera qualcuno poteva sapere che lei e le colleghe erano dei Servizi sociali e non agenti di Polizia. Se la Corso ha riconosciuto me, allora lei doveva riconoscere anche la sig.ra A.A., in qunto ha visto questa signora più tempo di averevisto me nella vita e ha perfino parlato con lei (la Corso ha visto me solo il 29/05/2003 per il tempo di 5 minuti, senza dirmi una parola, e mai più).

"NON RICORDO LE PAROLACCE. NON RICORDO LE FRASI NEI CONFRONTI DELLE ISTITUZIONI O DEL TRIBUNALE DEI MINORI. NON POSSO ESSERE CERTA AL 100% SE LA DONNA CON CARTELLO ABBIA INGIURIATO. TUTTI HANNO DETTO QUALCOSA. QUALCUNO HA INGIURIATO. HO SENTITO VOCI DI DONNA CHE INGIURIAVA MA NON SO DIRE CHI FOSSE, C’ERA MOLTA CONFUSIONE. NON RICORDO FRASI PRECISE."La parola "troia" è una parolaccia. La Corso è entrata anche in contraddizione con il Carabiniere realtivamente alle frasi contro il Tribunale dei minori.

"La persona che ha sputato era un uomo, era del gruppo davanti all’autobus. IO ERO POCO PIU’ DISTANTE, non mi ha sputato adosso, ha sputato verso dove eravamo noi. NON RICORDO GESTI OFFENSIVI NEI NOSTRI CONFRONTI. C’era qualche giornalsita o persone che scattavano fotografie, erano parecchie. Non ricordo se la Miano abbia interloquito con chi scattava foto, non ricordo se è stata ingiuriata."La Corso attesta che al momento della consegna "era poco più distante", cioè conferma la situazione ritratta dalla foto del momento di consegna. Non è stato chiarito se l’uomo abbia sputato prima dell’arrivo dei Carabinieri o dopo. Se un uomo dal gruppo davanti all’autobus (cioè uno dei passegeri) abbia sputato verso le Corso e Gargano nel momento di consegna dei bambini, lo sputo allora era diretto anche verso la mia famiglia e verso i miei figli – noi ervamo più vicino al bus delle Corso/Gargano, le cui erano sul marciapiede dietro le nostre spalle. Caso strano, non avevo visto sputare nella mia direzione… bohhh… si vede, ero troppo occupata dei figli o l’epsiodio sià avvenuto dopo l’arrivo dei Carabinieri, quando non ero già presente. All’inizio delle dichiarazioni la Corso aveva elencato i presunti insulti (guardi su), però alla fine ha detto della Miano: "non ricordo se è stata ingiuriata."

"NON RICORDO SE LA BABENKO ABBIA INSULTATO LA MIANO NE RICORDO SE L’ABBIA FATTO IL MERCIER."
Come nel caso della Gargano, stando inizialmente a fianco di noi e dopo dietro le nostre spalle, la Corso ha sicuramente sentito tutto. Come la Gargano, la Corso non accennato una parola sulle frasi d’amore e d’affetto esclamate da noi ai bambini dal primo momento che li abbiamo visti.

"Quelli che ho visto io arano tutti lì, non ho visto nessuno allontanarsi. Era una confusione immensa, non so dire se erano 10 di preciso, non posso escludere nulla, sono passari 5 anni".
Bohh, ma 10 persone possono creare "confusione immensa"??? Se la Corso è cosi sicura che nessuno si è allontanato, come può affermare di non ricordare le frasi precise e le persone che le avrebbero detto? In quanto mi ero allontanata dopo 5 minuti con tutti i miei parenti, anche questa frase attesta la mia estraneità ai fatti.

Come la Gargano, la Corso non ha neanche accennato sulle frasi da lei stessa indicate e firmate nella querela del 11/08/2003: "ECCO LA VENDITRICE DEI BAMBINI, VERGOGNATI, GUARDATE COM’E’ CON LA MINIGONNA!", "MISS PECHINO, HAI VIOLATO LA CONVENZIONE PER I DIRITTI DEI BAMBINI E LA SENTENZA DEL TRIBUNALE, NON HAI ESEGUITO LA SENTENZA DEL TRIBUNALE", "Maledette", "VAFFANCULO, FACCE DI TROIA", "STUPIDA FAI LE COSE DA STUPIDA", "FATE SCHIFO, FATE UN LAVORO SPORCO, VERGONATEVI", attribuite a ogni persona precisa. Nel 2003 nella versione dei fatti presentata ai Carabinieri di Borghetto di Vara solo la signora A.A. è stata accusata di dire la frase "faccie da troia", invece nel 2008 sono state accusate le persone imprecisate.

Dichiarazioni dell’assistente sociale Miano Silvia

La Miano ha mentito e ha dichiarato il più disparato falso ideologico, come fa da anni nelle sedi diverse. Ometto di indicarte qua le menzogne sulle modalità di preparazione del reato di sequestro dei miei figli, le giustificazioni per vari reati e mezogne e bugie patologiche non rigiuardanti direttamente la consegna dei bambini. Queste bugie della Miano si elencano da parte, in quanto non credo che interessino qualcuno tranne me stessa e la mia famiglia. Indico qua sotto solo le dichiarazioni della Miano relativamente alla consegna dei minori fatte sull’udienza.

Inizialmente la Miano ha fatto un racconto nello stile libero:

"SULLA PIAZZA DELLA VITTORIA ABBIAMO NOTATO UNA MAREA DI PERSONE CON I CARTELLI, HO CHIAMATO CARABINIERI PERCHE’ LI IDENTIFICASSERO, L’OGGETTO DELLA PROTESTA ERAVAMO NOI, IL TRIBUNALE DEI MINORI, ERANO PRESENTI ALCUNI MEMBRI DELL’ASSOCIAZIONE DEI FIGLI DI GENITORI SEPARATI. QUELLI CHE SI SONO RIVOLTI A NOI ERANO ALMENO 10, QUELLI CHE CONOSCEVO ERANO SIGNORA BABENKO E SIGNOR MERCIER. HANNO INIZIATO AD INSULTARCI."Stesse college della Miano hanno dicharato di non avere visto una "marea di persone coi cartelli", ma una sola donna con un cartello, questa donna non è stata notata da nessun’altra persona, anche Carabinieri non l’hanno visto.
Il personale della Questura di Genova non si era accorto della "marea di gente coi cartelli" praticamente sotto lproprie finestre e non ha effettuato effettuato alcun intervento come è di consueto nei casi di manifestazioni abusive, le regole prevedono che i manifestanti devono avere il permesso della questura per manifestare, in particolare se sono "una marea". A tutti era perfettamente chiaro che la Miano mente.
La Miano all’epoca non ci conosceva bene, infatti il 29/05/2003 nell’arco di una aggressione fisica preparata nei miei confronti è stata colpita un’altra donna proprio perché la Miano e la Corso non mi consocevano bene e non riuscivano a riconoscermi, uguale come non consocevano il mio ex marito. Loro sapevano che eravamo là per prendere i figli in cosegna, però non sapevano distinguerci dalle altre persone.
La Gargano ha affermato che i "contestatari" erano "4 o 6".
Il 10/08/2003 la Miano ha dichiarato che esisterebbe un "dissidio" tra lei e genitori dei bambini, che mio ex marito voleva salire sul pulman "per poter partire con i figli", che la Miano gli avrebbe rifiutato e che per questo motivo "veniva fatto oggetto assieme alla Corso di insulti" tramite frasi: "TORNATE A ZAPPARE LA TERRA, SIETE DELLE ROVINA FAMIGLIE, VOI ED IL TRIBUNALE DEI MINORI NON AVERE MODO D'ESISTERE", dal verbale dei Carabinieri: "Durante l’attesa della partenza del pullman la Miano e la Corso venivano avvicinate da un gruppo di giornalisti che scattavano le foto e dal presunto padre dei bambini che a dire della Miano voleva salire sul pullman per poter partire con i figli. Visto il rifiuto della Miano alle volontà del padre identificato in Mercier Antonio Alberto … veniva fatto oggetto assieme alla Corso di insulti, alcuni dei quali fatti anche dai giornalisti e da altre persone ivi poresenti, per tanto richiedeva il nostro intervento".
Il 11/08/2003 la Miano ha asserito: "Qui trovavamo un nutrito gruppo delle persone tra cui diversi giornalisti e fotografi oltre la madre Babenko Olga e le altre persone sopra citate che immediatamente inziavano ad insultarci di fronte ai minori…" , la Miano in unità con le corso e Gargano hanno attribuito alle persone diverse frasi precise. Non una parola su una marea di perosne con i cartelli.

Alla Miano non è stato chiesto il motivo di tali differenze nelle dichiarazioni.

Preciso dinuovo, che la Miano non era arrivata sul posto di consegna contemporaneamente con le Corso/Gargano, le cui si trovavano dietro alle nostre spalle nel momento della consegna. La Miano coi bambini era in mezzo a tre file di pillman e macchine e ha mandato bambini da soli sul posto della consegna da dietro di uno dei pullman. Nessuno poteva insultare le donne contemporaneamente o insieme, al plurale.

Rispondendo ad una domanda di Pubblico Ministero (non riportata sul verbale dell’udienza) la Miano ha affermato:

"LA SIGNORA BABENKO ERA MOLTO AGITATA, HA PRESO SUBITO LA BAMBINA PER MANO, HA DETTO DELLE PAROLACCE, IL SIGNOR MERCIER FACEVA DI TUTTO PER AGITARLA ANCORA DI Più. C’ERA UN GRAN CONFUSIONE. MERCIER MI HA DETTO "GUARDATI VERGOGNATI MISS PECHINO" REPUTASI DEL VESTITO CHE INDOSSAVO. LA SIGNORA CI HA DATO DELLE TROIE. MERCIER SI E’RIVOLTO A ME CON QUELLA FRASE COME SE IO AVESSI UN VESTITO POCO CONSONO."Asserire che io sarei stata agitata è un grave ingiuria e offesa del mio onore da parte della Miano. Agitata, infuriata e arrabiata era la stessa Miano, era lei che perdeva il frutto del reato, io ero felice di avere liberato i figli dal sequestro. La Miano ha proiettato i propri sentimenti su di me.
La foto del momento della consegna attesta che io non avevo preso la bambina per la mano, ma che la bambina mi era saltata nelle braccia, e io la tenevo tra le braccia, baciandola.
La Miano, come le sue compagne, ha omesso di indicare le frasi d’amore e di affetto dette ai bambini da me, da mio ex marito, dagli altri familiari e dagli amici dei bambini.
Alla Miano non è stato chiesto di descrivere cosa di concreto faceva il mio ex marito con lo scopo "di agitarmi ancora di più". Abbraciava il bambino? Dava baci ai bambini? Diceva ai bambini: "Tutto passato, tutto finito, tesoro mio. Vuoi bere? Vuoi un cioccolatino?"?

"Io ricordo che c’era una signora con un cartello che non era la Babenko tra i 50 e 60 anni che ci disse "Vaffanculo facce da troie" e disse qualche frase su Tribunale dei minori e del lavoro sporco che facciamo, le persone sono state identificate queste persone, ricordo che c’era un uomo con un bambino per mano."


"LE DONNE ERANO DUE, LA BABENKO E UN'ALTRA SIGNORA".
E’ una mengozna esagerata, in quanto una tale affermazione vuol dire che tutte le persone che prendevano tanti pullman e clienti del bar, nonché le persone che passegiavano, erano tutti gli uomini. La foto della consegna attesta esplicitamente che che ditero le mie spalle c’era un’altra donna, non so chi sia. In più c’era la nonna dei bambini, la compagna di mio fratello, due zie, altre mie parenti il grado della parrentela di cui sono in difficolta di indicare a causa di insuffieciente consocenza dell’italiano sulle questioni di parentela, madri di alcuni bambini-amici dei miei figli. Sig.ra A.A. accusata dalla Miano era arrivata dopo la consegna dei bambini, quando il pullman stava per partire.


"NON RICORDO CHI, MA QUALCUNO DISSE "FATE UN LAVORO SPORCO", non ricordo se a dire frase stato un uomo o una donna".

"NON RICORDO QUALE OFFESA SPECIFICA MI RIVOLSE LA BABENKO, LE FRASI CHE HO SENTITO SONO STATE "VAFFANCULO TROIE, FACCIA DA TROIA, FATE UN LAVORO SPORCO, VERGOGNATEVI".Perché queste frasi non sono stati riferite ai Carabinieri il 10/07/2003 e perché il 11/07/2003 hanno la Miano e le colleghe hanno affermato che solo sig.ra A.A. ha usato la frase contenente il termine "troia"? Era un evidente contraddizione, però né giudice né P.M. hanno provveduto a contestarlo e alzare la questione di falso ideologico, calunnia e diffamazione da parte della Miano.

"Quando sono arrivati carabinieri le persone continuavano, non si sono calmate"

"NON RICORDO GESTI OFFENSIVI DA PARTE DELLA BABENKO".

"L’uomo che sputava per terra … (illegibilie) parole come "troia, facce da troie…".

"Ho chiesto all’uomo che scattava le foto di smetterla di fare le foto, non ricordo se ha pronunciato le frasi ingiuriose".

"Non posso dire se la donna presente fosse la stessa persona presente oggi in aula (sig.ra A.A.) l’ho vista una volta sola".
La Miano ha visto tutte le persone identificate sul posto nell’arco di tempo più lungo del tempo complessivo di avere visto me nella vita, come mai ricorda me e non ricorda le persone con chi ha passato più tempo che con me me e con chi ha discusso vivacemente?

"Se ho firmato la querela è perché ero sicura di quello che firmavo".

"RICORDO DELLA FRASE DELLA BABENKO CHE MI HA RIVOLTO DI CUI IN CAPO DI IMPUTAZIONE. L’ATRA DONNA PRESENTE E CHE è STATA IDENTIFICATA IN MIA PRESENZA HA DETTO "MALEDETTE, MALEDETTE". RICORDO I NOMI, TUTTI FURONO IDENTIFICATI IN MIA PRESENZA".
Io non sono stata identificata. La Miano non è stata neanche in grado di ricordare la frase a me attribuita, in quanto non riesce a ricordare bene proprie menzogne, evitando di rispondere alla domanda della p.m. e limitandosi di affermare di ricordare senza spiegare cosa. Io, invece, ricordo precisamente tuttti gli insulti, ingiurie e diffamazioni ricevute dalla Miano sia in via vernbale sia in forma scritta. Una persona che veramente riceve insulti non li dimentica facilmente.

Risposte alle domande degli avvocati:

"Nei miei coloqui con il sig. Mercier e la Babenko sono stati sempre gentili" – sotto colloqui si intendono i processi giudiziari e momenti in cui la Miano ha compiuto i reati.

"Io ricordo la frase "Miss Pechino" perché questa frase detta da Mercier fece infuriare la Babenko… Non ricordo altri insulti dal Mercier".
Non ho mai sentito una frase del genere e tale frase non mi poteva "infuriare". Tale frase e un prodotto della mente della persona con gravi problemi psichiatrici.

"Se ho firmato che c’è ne sono stati altri insulti tipo "maledette" sicuramente ce ne sono stati".

"Ricordo che era pomeriggio, forse intorno alle 18.00. Io di solito arrivo sempre un po’ in anticipo, sicuramente sono arrivata in anticipo almeno alle 17.00, 17.15. I Carabinieri li ho chiamati appena mi sono resa conto di quello che stava acccadendo".E cosa stava accadendo? I bambini si sono apparsi sul posto della consegna alle 17.55 non accompagnati da nessuno, le Corso/Gargano si erano già in mezzo all’altra gente e vicino a me a mio ex marito.

"Con il console ci siamo stati 5 minuti prima ed insieme abbiamo incontrato la Babenko, che ha preso i bambini insieme a Mercier e nel tratempo insultava" – alla Miano non è stato chiesto il posto preciso dove avrebbe incontrato il console. Sulla foto dell’arrivo delle Miano/Corso/Gargano verso le file dei pullman dalla piazaa della Vittoria si vede che le donne erano senza console e senza alcun uomo-accompagnatore.

"IO NON SO SE HO INDICATO IO LA BABENKO AI CARABINIERI O SE SONO ANDATI LORO A COLPO SICURO. C’ERA UNA CERTA SITUAZIONE. I CARABINIERI HANNO IDENTIFICATO ALCUNE PERSONE E NON ALTRE, NON RICORDO SE SONO STATA IO A IDENTIFICARLE O GLI STESSI CARABINIERI VEDENDOLE PARTICOLARMENTE AGITATE".La Miano sapeva perfettamente che io non sono stata identificata, in quanto non conoscendomi mi aveva scambiato con la sig.ra A.A. e l'aveva aggredito, sono stati proprio Carabinieri a spiegare alla Miano che sig.ra non sono io fornendo il nome dell asignora alla Miano. Questa affermazione attesta la tendenza della Miano di mentire in maniera patologica. A cosa serve una tale buggia, o la buggia su una "marea di persone con i cartelli"? Menzogna per il gusto di mentire? Queste bugie delal Miano erano evidenti a tutti, però il guidice ha omesso di provvedere di valutare un tale comportamento della Miano.
C’è da sottolienare che era proprio la Miano particolarmente agitata, forse l’unica pesona veramente agitata sul posto degli eventi, la cui urlando "sono assistente sociale" infilava il dito in viso alle persone che le erano capitate per caso e aggredendo sig.ra A.A. scambiandola per me.

"PARTITO IL PULLMAN CON LA BABENKO E FINITO TUTTO".
I Carabinieri sono arrivati dopo la partenza del pullman. Qua la Miano mente spudoratamente e questa menzogna attesta il falso della Miano.

"Con i suoi figli la Babenko ha parlato italiano. Io non l’ho sentito parlare in estone".Così la Miano ha risposto ad uno degli avvocati, il cui le ha fatto la trappola in risposta agli asserimenti della stessa che io avrei chiesto al bambino se la Miano lo trattava bene. Se la Miano si fossi trovata vicino a me, lei non avrebbe potuto capire cosa dicevamo io e i miei parenti ai bambini, in quanto noi parliamo coi bambini in nostra lingua nativa e non in italiano, che per noi è una lingua estranea, straniera. Solo il padre dei bambini e i suoi parenti parlano con bambini in italiano.
Io non sapevo che la Miano si trovava sul posto in quanto la stessa non si era avvicinata e non si era presentata, quindi non potevo chiedere nulla su di lei al bambino, il cui tra l’altro piangeva.

"Ricordo che c’erano 2 donne e 3 o 4 uomini" – la marea di persone è diminuita nell’arco del racconto.
La Miano ha dimostrato di ricordare molto bene i nomi delle persone, come mai non ricorda le frasi, le quali ha atrribuito a queste persone? La vertità è facile da ricordare e le bugie non si ricordano?


Testimonianza del Carabiniere contraria alle dichiarazioni della parte calunniatorice
Il Carabiniere in passato aveva identificato le persone indicate dalla Miano con il dito e aveva steso il verbale. Io, miei figli e parenti, amici dei figli e loro genitori e il console Estone non siamo stati identificati, in quanto già non presenti sul posto.
Il Carabiniere non è stato in grado di spiegare se aveva scrito il verbale dalle parole della Miano o se abbia veramente assistito a qualcosa, in quanto è passato troppo tempo e lui non poteva più ricordare. Era il dovere di Pubblico Ministero Sabrina Monteverde di sentire subito in 2003 i Carabinieri i cui hanno steso il verbale, però la Pubblico Ministero l’ha omesso e si è persa la possibilità di chiarire i fatti e di avere una testimonianza chiara e precisa su tutta la situazione.
Siccome il carabiniere non ricordava più gli eventi, gli hanno dato da leggere il verbale, lui lo ha letto e ha raccontato quello che aveva letto, non essendo però in grado di specificare se abbia veramente visto qualcosa o se il verbale è stato scritto interamente dalle parole della Miano.

Il Carabiniere ha dichiarato; "…la centrale operativa ha chiamato la pattuglia… perché c’erano due signore con dei bambini. Ho identificato la signora che ha chiesto l’intervento, Miano Silvia, e poi identificato l’altra, Corso Fiorella. Sul posto c’erano dei giornalisti, credo, perché facevano fotografie. Ricordo che ho identificato tutte le persone. L’intervento è stato richiesto perché c’era un assistente sociale con due bambini e c’era una signora che c’era la mamma dei bambini. Ho identificato le persone che facevano parte del gruppo".Alla contraddizone "Ricordo che ho identificato tutte le persone" - "Ho identificato le persone che facevano parte del gruppo" non è stata data la dovuta attenzione. Sono stati identificati tutti o solo un gruppo di persone? Il gruppo si è formato dopo che la Miano ha indicato le persone con il dito o il gruppo esisteva già al momento dell’arrivo dei Carabinieri? Perché non sono stati identificati i bambini, i cui erano con l’assistente sociale? Quanti bambini erano presenti sul posto? Cosa fotografavano fotografi se sul posto non c’era già quasi nessuno e bambini interessati dal sequestro sono stati consegnati e portati via dalla madre e dai parenti?
Comunque, mancata mia identificazione tra le persone del gruppo attesta che io non apparteneva al gruppo.

Sulla domanda del Pubblico Ministero se abbia identificato anche i genitori dei bambini il Carabiniere ha risposto: "Ho identificato anche i genitori. La madre era con l’assistente sociale. Mi sembra che il padre fosse straniero. La richiedente mi ha indicato qualcuno, ma non ricordo".
Al Carabiniere non è stata fatta la domanda chi delle persone identificate era la madre dei bambini visto che l’unica donna identificata, tranne le Miano e Corso, è la sig.ra A.A. e non io. Neanche Gargano è stata identificata.

Il cancelliere l’estensore del verbale ha indicato: "Il Pubblico Ministero legge i pezzi della relazione di servizio al teste il quale conferma".


Su una delle domande di uno degli avvocati presenti il Carabiniere ha detto: "Non ricordo se la madre dei bambini sia stata indicata tra coloro che insultavano. In mia presenza ho sentito quello che ho riportato".

Sulla domanda del Pubblico Ministero se sentriva le frasi "Tornate zappare la terra, voi del Tribunale dei minori non avete il modo di esistere, siete delle rovina famiglie", il Carabiniere confermava:"Quando sono arrivato c’era molta confusione. Io ho sentito "Tornate zappare la terra, voi del Tribunale dei minori non avete il modo di esistere, siete delle rovina famiglie". Ricordo di avere sentito le frasi quando sono arrivato sul posto. … Le ho sentite nel gruppo, Non ricordo chi abbia pronunciate le frasi, non volgio sbagliare le persone, sono le quattro da me citate. Erano un gruppetto: B., M., A. e M.").Da questa frase si puà concludere che il gruppo che ipoteticamente pronunciava qualcosa era di 4 persone. Il Carabiniere ha dichiarato che aveva identificato tutte le persone, quindi si può concludere che al momento del suo arrivo sul posto erano rimaste 10 persone: 7 identificate e le Miano, Corso e Gargano. Se il Carabiniere ha identificato tutti, perché non è stata identificata la Gargano? E i passeggeri di pullman? Clienti del bar? I bambini? Come possibile che sole 10 persone creavano "molta confusione"?
La domanda se il Carabiniere ha visto bambini con la Miano o no, non è stata fatta.

Dopo su una delle domande il Carabiniere ha risposto: "Le persone parlavano tutte insieme e tutti dicevano la stessa cosa, confermo tutto quello che ho scritto. Avevo già generalizzato le persone e dopo la generalizzazione hanno contiuniato ad ingiuriare. Io cercavo di sedare la cosa. Non ricordo la persona precisa. Io li ho invitati molte volte alla calma. C’era molta gente, io ceravo di generalizzare, di calmare le persone, udivo cose contemporaneamente".


Al Carabiniere non è stato chiesto se ha visto un signore con un bambino per la mano (in quanto le Miano/Corso/Gargano hanno accusato un signore con un bambino) e perché non è stata chiarita l’identità di questo bambino se era presente.

Per l’ultimo il Carabiniere ha confermato che il mio nome non c’è nell’elenco delle persone identificate e che quindi non mi ha identificato, il che attesta esplicitamente o che non ero presente o che la Miano non mi ha indicato con il dito, non avedo alcun tipo di pretesa contro di me.

Dopo il Carabiniere diceva di non vedere me tra i presenti. Guardandomi il Carabiniere ha confermato di non avermi mai visto. Il che attesta che i Carabinieri erano arrivati dopo la partenza del pullman, con il quale eravamo partiti io, i miei figli, i nonni dei bambini e gli altri parenti, alcuni amici dei bambini e loro genitori.

Come è stato evidenziato, davanti al Carabiniere non sono state pronunciate le frasi contenenti il termine "troia" e altri insulti simili, che io non appartenvo al gruppo accusato e non mi trovavo sul posto. Inoltre I Carabinieri non hanno visto né marea di gente con cartelli né una donna con un cartello.