Sull’atto di citazione in giudizio è stato trascritto che la Miano sarebbe l’affidataria dei miei figli mentre in realtà non lo era a causa di asenza dei decreti regolari e aventi l’efficaccia legale. Non si indica che la Miano non ha la laurea e esercita il mestiere dell'assistente sociale senza avere senza avere requisiti previsti dalla legge (il che potrebbe essere inquadrato come esercizio abusivo del mestiere).
La Miano con le sue colleghe Corso e Gargano hanno eseguito il decreto irregolare e non avente efficacia legale del 6/06/2003 (di detenzione carceraria dei minori in una struttura carceraria segreta e di affidamento dei minori ad un affidatatio ignoto senza un motivo), compiendo i reato di abuso d’ufficio, sottrazione dei minori e seqestro di persona (con conseguente richiesta di denaro per la liberazione). Anche il 10/08/2003 i bambini si trovavano in loro compagnia abusivamente e illegalmente.
In più la pubblico ministero ha presentato le accuse come fatti veramente accaduti e non come fatti che devono essere provati, denigrando e umiliando in partenza tutte le persone calunniate, negando il diritto alla presunzione dell’innocenza (art. 24 costituzione).
Così, il processo era partito con un forte favoreggiamento alla Miano Silvia e le sue colleghe - complici dei reati precedenti.
Seguono 3 delle 4 pagine dell'atto di citazione a giudizio (la pagina 3 è omessa in quanto descrive le frasi attribuite alle persone calunniate). Dall'atto si vede la pubblico ministero ha completamente omesso indagini, che le Miano,Corso e Gargano sono state inquadrate come testimoni (mentre dovevano indicare loro i testimoni per provare il proprio dichiarato), il carabiniere si indica giustamente come testimone.


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